Venerdì 16 gennaio torna il Venerdì dantesco al Salotto culturale

Comunicato stampa

Il Venerdi dantesco del Salotto culturale Prospettiva Persona

 l’ Inferno di Dante nel  750° anniversario della nascita del Poeta

Venerdì  16  gennaio 2015  alle ore 17,45  il Salotto culturale “Prospettiva Persona” (con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici culturali e turismo, Ufficio per il progetto culturale della Diocesi di Teramo Atri e Arciconfraternita SS. Annunziata) II appuntamento con Dante nei locali di Via N. Palma 33 al Venerdì dantesco, a cura di Benedetto di Curzio.

 

 

Approfondimento

È il primo dei tre regni dell’Oltretomba cristiano visitato da Dante nel corso del viaggio, con la guida di Virgilio. Dante lo descrive come un’immensa voragine a forma di cono rovesciato, che si spalanca nelle viscere della terra sotto la città di Gerusalemme, nell’emisfero settentrionale della Terra. Questa cavità sotterranea si è aperta quando Lucifero, cacciato dal Cielo dopo la sua ribellione a Dio, fu scaraventato al centro della Terra dove è tuttora confitto; la terra si ritrasse per il contatto col demonio e avrebbe formato il monte del Purgatorio, che sorge agli antipodi di Gerusalemme, nell’emisfero meridionale. Sulla porta dell’Inferno c’è una scritta minacciosa di colore oscuro, che preannuncia a chi la attraversa le pene infernali e l’impossibilità di tornare indietro; la porta è scardinata e permette un facile accesso, ciò in quanto Cristo trionfante dopo la resurrezione la sfondò per andare nel Limbo e trarre fuori i patriarchi biblici. Non sappiamo dove si collochi con precisione questo ingresso, ma Dante e Virgilio impiegano quasi un giorno per raggiungerlo dopo l’episodio della selva oscura. L’Inferno è diviso in nove Cerchi, simili a delle cornici rocciose che circondano la parte interna della voragine e che ospitano i vari dannati. C’è un Vestibolo, detto anche Antinferno, dove si trovano gli ignavi. Questo luogo è diviso dall’Inferno vero e proprio dal fiume Acheronte, dove i dannati vengono traghettati da Caronte sulla sua barca. Il I Cerchio, detto anche Limbo (da «lembo», ovvero orlo estremo dell’abisso infernale), ospita i pagani virtuosi e i bambini morti prima del battesimo; queste anime non sono né dannate né salve e non subiscono alcuna pena, tranne il desiderio inappagabile di vedere Dio (Virgilio è una di esse). Dopo il passaggio dell’Acheronte, i dannati giungono davanti a Minosse, custode del II Cerchio e giudice infernale. Le anime confessano tutti i loro peccati e Minosse indica qual è il Cerchio dove saranno destinati, attorcigliando la lunga coda intorno al corpo.

Topografia dell’Inferno dantesco

Vestibolo (Antinferno) Ignavi, uomini che non si sono schierati dalla parte del bene né del male. Corrono dietro un’insegna senza significato, punti da vespe e mosconi (ci sono anche gli angeli «neutrali», non schieratisi con Dio né con Lucifero). I Cerchio (Limbo) Pagani virtuosi, bambini non battezzati e «spiriti magni». Non subiscono alcuna pena, tranne il desiderio inappagabile di veder Dio. II Cerchio (lussuriosi) Sono trascinati da una violenta bufera infernale. Minosse giudica i dannati ed è custode del Cerchio. III Cerchio (golosi) Giacciono in un fango maleodorante, colpiti da una incessante pioggia. Cerbero li rintrona coi suoi latrati e li graffia con gli artigli. IV Cerchio (avari e prodighi) Divisi in due opposte schiere, fanno rotolare enormi macigni in direzioni opposte, finché cozzano gli uni contro gli altri. A questo punto si rinfacciano rispettivamente la loro colpa, poi tornano indietro fino al punto opposto del Cerchio. Il demone Pluto (Plutone) custodisce il Cerchio, ma non partecipa alla loro pena. V Cerchio (iracondi) Sono immersi nella palude formata dal fiume Stige, che circonda la città infernale di Dite, e si colpiscono continuamente con schiaffi, pugni, morsi (tranne gli «accidiosi», ovvero gli iracondi amari e difficili che covarono il risentimento e sono totalmente immersi nella palude). Il demone Flegiàs è il custode del Cerchio, funge da traghettatore delle anime alla città di Dite. VI Cerchio (eresiarchi) Giacciono in tombe di pietra infuocate, dentro la città di Dite che è custodita da centinaia di diavoli. Tra di essi vi sono soprattutto i seguaci dell’epicureismo, che affermavano la mortalità dell’anima. VII Cerchio (violenti) I Girone (violenti contro il prossimo): sono immersi nel Flegetonte, fiume di sangue bollente, e sono tenuti a bada dai Centauri armati di arco e frecce. II Girone (suicidi e scialacquatori): i primi sono imprigionati dentro gli alberi della selva e tormentati dalle Arpie; i secondi sono inseguiti da cagne nere che li azzannano e sbranano. III Girone (bestemmiatori, sodomiti, usurai): sono in un sabbione infuocato, sotto una pioggia di fiammelle; i bestemmiatori sono sdraiati e immobili, i sodomiti camminano, gli usurai restano seduti. VIII Cerchio (Malebolge, peccatori di frode) I Bolgia (ruffiani e seduttori): sono frustati dai diavoli II Bolgia (adulatori): sono immersi nello sterco III Bolgia (simoniaci): sono conficcati dentro delle buche a testa in giù, con le piante dei piedi accese da fiammelle IV Bolgia (indovini): camminano con la testa rivoltata all’indietro V Bolgia (barattieri): sono immersi nella pece bollente, sorvegliati da demoni alati armati di bastoni uncinati (Malebranche) VI Bolgia (ipocriti): camminano con indosso una cappa di piombo dorata all’esterno VII Bolgia (ladri): hanno le mani legate dietro la schiena da serpenti e subiscono orribili metamorfosi VIII Bolgia (consiglieri fraudolenti): sono avvolti da una fiamma IX Bolgia (seminatori di discordie): sono tagliati e mutilati da un diavolo armato di spada X Bolgia (falsari): i falsari di metalli sono colpiti dalla scabbia; quelli di persone si addentano tra loro; quelli di monete sono tormentati dalla sete; quelli di parole sono colpiti da febbre altissima IX Cerchio (Cocito, traditori) Sono imprigionati nel ghiaccio: i traditori dei parenti a capo chino, quelli della patria fino a mezza faccia col capo eretto, quelli degli ospiti col capo all’indietro (così che le lacrime si ghiaccino e chiudano loro gli occhi), quelli dei benefattori sono totalmente immersi nel ghiaccio. Al centro di Cocito si trova Lucifero, che nelle tre bocche maciulla Bruto e Cassio (traditori di Cesare) e Giuda (traditore di Cristo).