Invito per Salotto del 16 novembre e 18 novembre 2016

Comunicato stampa – Invito per il Salotto culturale (16 novembre e 18 novembre 2016)

Il giorno 16 novembre 2016 alle ore 18,15 il Salotto culturale “Prospettiva Persona” ( con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici culturali e turismo, Ufficio per il progetto culturale della Diocesi di Teramo Atri e Arciconfraternita SS. Annunziata) nei locali provvisori di Via N.Palma 27,   riprende il percorso di guida all’ascolto dell’opera lirica  “In contento ed allegria” , a cura di Emilia Perri . In questo mercoledì ci si soffermerà sull’opera di G. Donizzetti “Don Pasquale”.

Personaggi

Don Pasquale (basso) vecchio celibatario, tagliato all’antica, economo, credulo, ostinato, un buon uomo in fondo

Ernesto (tenore) nipote di Don Pasquale, giovine entusiasta, amante corrisposto di Norina

Norina (soprano) giovane vedova, natura subita, impaziente di contraddizione, ma schietta e affettuosa

Dottor Malatesta (baritono) uomo di ripiego, faceto, intraprendente, medico e amico di don Pasquale, e amicissimo di Ernesto

Un Notaio (basso)

Coro di servi e camerieri

Maggiordomo, modista, parrucchiere che non parlano

Il librettista del Don Pasquale fu Giovanni Ruffini. Esule a Parigi perché mazziniano.

Approfondimento

Brani celebri dal DON PASQUALE

Atto Primo

Bella siccome un angelo, cantabile di Malatesta

Sogno soave e casto, cantabile di Ernesto

Quel guardo il cavaliere, cavatina di Norina

Pronta io son, duetto tra Norina e Malatesta

Atto Secondo

Povero Ernesto […] Cercherò lontana terra, Se tu sei ben mio felice, recitativo, Aria e Cabaletta, di Ernesto; la cabaletta, anche se molto piacevole e significativa come testo, non sempre viene eseguita;

È rimasto là impetrato, quartetto

Atto Terzo

Cheti, cheti immantinente, duetto tra Malatesta e Don Pasquale

Com’è gentil – la notte a mezzo april!, serenata di Ernesto

Tornami a dir che m’ami, duettino (definito in partitura notturno) tra Norina ed Ernesto

Trama

ATTO I Il vecchio e ricco Don Pasquale, vorrebbe veder sistemato Ernesto, suo nipote e futuro erede. Egli vorrebbe far sposare a suo nipote una ricca e nobile zitella; Ernesto invece è innamorato di Norina, la quale ricambia il sentimento. Norina è una giovane e bella vedova, dalle condizioni economiche modeste. Don Pasquale decide dunque di diseredare il nipote e di sposarsi egli stesso, così da non lasciare i suoi averi a Ernesto. Chiede dunque al dottor Malatesta di trovargli una moglie. Il dottor Malatesta, essendo amico stretto di Ernesto, ordisce un piano per aiutare i due giovani innamorati: propone a Don Pasquale di sposare Sofronia, sua sorella, bella fanciulla appena uscita dal convento. Sapendo che Don Pasquale avrebbe accettato di buon grado la proposta, il dottor Malatesta mette in scena un finto matrimonio, chiedendo a Norina di travestirsi da Sofronia. Erneso, che nel frattempo è stato cacciato di casa dallo zio, non viene messo a conoscenza del piano. ATTO II Appena Ernesto scopre la notizia delle nozze, decide di partire disperato e affranto. Intanto Don Pasquale incontra Sofronia (Norina travestita) e ne rimane subito invaghito, tanto da voler concordare immediatamente il matrimonio. Il finto notaio Carlo (cugino dello stesso Malatesta) convalida il contratto di nozze, con il quale Don Pasquale cede metà dei suoi bene alla sua giovane moglie. Subito dopo la firma del contratto, Norina (nei panni di Sofronia) muta atteggiamento: comincia a dilapidare i soldi e a spadroneggiare in casa, rifiutando ogni attenzione rivoltale dal suo neo-marito. ATTO III Le spese senza freno di Norina portano Don Pasquale allo sconforto. Oltretutto, Norina gli fa credere di avere un amante. Malatesta richiama Ernesto e lo mette al corrente del piano ordito, chiedendogli di fare la parte dell’amante misterioso di Sofronia. Ernesto quindi, si ritrova nel giardino dicasa, intento a cantare una serenata alla finta Sofronia. Intanto Don Pasquale osserva la scena insieme a Malatesta. Quando infine Ernesto sparisce nel boschetto del giardino, i due escono allo scoperto e accusano Sofronia/Norina di tradimento. Ernesto, che nel frattempo si era nascosto, rientra nel giardino di casa dove Don Pasquale lo accoglie a braccia aperte; per far dispetto all’ingrata moglie è disposto a riaccettare in casa suo nipote e acconsente a fargli sposare Norina (cosicchè diventi lei la nuova padrona di casa). A questo punto gli viene svelato l’inganno. Don Pasquale – visibilmente sollevato – perdona tutti e benedice le nozze tra Ernesto e Norina. liberamente tratto da http://www.cantarelopera.com/libretti-d-opera/don-pasquale-di-gaetano-donizetti.php

 

Venerdì 18 novembre 2016 alle ore 18,15  il Salotto culturale “Prospettiva Persona”

 nei locali  provvisori di Via N. Palma 27 a Teramo riprende il Venerdì dantesco con la lettura del Purgatorio

a cura di Benedetto di Curzio, con introduzione e lettura del I canto

 approfondimento

Proemio della Cantica

La nave dell’ingegno di Dante si appresta a lasciare il mare crudele dell’Inferno e a percorrere acque migliori, poiché il poeta sta per cantare del secondo regno dell’Oltretomba (il Purgatorio) in cui l’anima umana si purifica e diventa degna di salire al cielo. La poesia morta deve quindi risorgere e Dante invoca le Muse, in particolare Calliope, perché lo assistano con lo stesso canto con cui vinsero sulle figlie di Pierio trasformandole in gazze.

Argomento del Canto

Dante e Virgilio arrivano sulla spiaggia del Purgatorio. Dante vede le quattro stelle. Apparizione di Catone Uticense. Virgilio prega Catone di ammettere Dante al Purgatorio, poi cinge il discepolo col giunco. È la mattina di domenica 10 aprile (o 27 marzo) del 1300, all’alba.

 

…vidi presso di me un veglio solo,

degno di tanta reverenza in vista,

che più non dee a padre alcun figliuolo…

…Va dunque, e fa che tu costui ricinghe

d’un giunco schietto e che li lavi ‘l viso,

sì ch’ogne sucidume quindi stinghe…

L’alba vinceva l’ora mattutina

che fuggia innanzi, sì che di lontano

conobbi il tremolar de la marina…

 

 

 S. D’Antonio