Il prossimo Venerdì 06.04.2018, ore 17,45, Sala Caritas, via Vittorio Veneto,11 – Teramo, il Salotto culturale “Prospettiva Persona” ( con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici culturali e turismo, Ufficio per il progetto culturale e la Caritas della Diocesi di Teramo Atri), avendo terminato con successo la serie dei Venerdì danteschi, continua con la presentazione della rubrica Incontro con l’autore, mettendo a fuoco la scrittrice Luce D’Eramo, a cura di Modesta Corda.
La cittadinanza è invitata
Approfondimento
Si ritorna a parlare di una delle grandi scrittrici italiane del Secondo Novecento, Luce d’Eramo, a 17 anni dalla morte, avvenuta il 6 marzo 2001. E lo si fa perché alla D’Eramo hanno dato il riconoscimento che le spettava, quello di entrare nella collana di «classici contemporanei» accanto ai nomi di Testori, di Bassani e di Tabucchi.
MANGIONE, Lucette [Luce d’Eramo]
Nacque il 17 giugno 1925 a Reims, da Publio e Maria Concetta Straccamore.
Luce appartiene al manipolo di donne molto bene istruite le quali, giovanissime o adolescenti durante il secondo conflitto mondiale, si affacciarono al mondo della scrittura negli anni immediatamente successivi, quasi ‘iniziate’ alla letteratura da quella esperienza storica: una selezionata galleria (da Anna Maria Ortese a Elsa Morante, alla sua amica Amelia Rosselli o anche Oriana Fallaci per citare le più note), alla quale si aggiunge, in ambito europeo, il più ampio gruppo di scrittrici che tessono la memoria femminile ebraica della persecuzione nazifascista (da Frida Misul a Etty Hillesum, Luciana Nissim, Liana Millu o Edith Bruck, e naturalmente Hannah Arendt), autrici alle quali d’Eramo si sarebbe a più riprese dedicata.
Famoso il libro Deviazione (pp. 416, euro 25.00), che l’ha fatta conoscere al grande pubblico. Fu un significativo “caso letterario” nel 1979, uno di quelli veri, che portano per settimane in testa alle classifiche e a traduzioni in francese, tedesco, spagnolo e giapponese. Qui Luce d’Eramo racconta la propria, singolare esperienza durante la seconda guerra mondiale. La stessa autrice in un articolo del 1999 ricordava: «A fine ’45 avevo vent’anni quando sono rientrata in Italia dalla Germania, dov’ero stata nel Lager, poi evasa, e poi m’ero ritrovata ferita negli ospedali. Allora mi pareva ingenuamente che tutti fossero curiosi di sentire cosa avessi imparato in quelle dure esperienze del Terzo Reich». Da una parte si sente dire di dimenticare, di lasciare tutto al passato; dall’altra invece si trova di fronte a chi ha il proprio giudizio sulla disumanità nazista e non lo vuole mettere in discussione. Lei sceglie il racconto di quell’esperienza che la impegna per molti anni e che troverà la sua forma conclusa in Deviazione.
Mentre avviava un progetto di scrittura su Etty Hillesum, quasi in una simbolica circolarità di temi col ritorno alla letteratura della persecuzione nazifascista del suo esordio, Luce d’Eramo – dopo l’ennesimo ricovero per aggravamento – morì a Roma il 6 marzo 2001.
( liberamente tratto da http://www.treccani.it/enciclopedia/lucette-luce-d-eramo-mangione_%28Dizionario-Biografico%29/)