Il prossimo Mercoledì 07.03.2018, ore 17,45, Sala Caritas, via Vittorio Veneto,11 – Teramo, il Salotto culturale “Prospettiva Persona” ( con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici culturali e turismo, Ufficio per il progetto culturale e la Caritas della Diocesi di Teramo Atri), continua i mercoledì del salotto con la rubrica Cartoline da Roma, dando attenzione ai ” Racconti Romani di Alberto Moravia“, reading a cura di LUCIA POMPEI.
La cittadinanza è invitata
Approfondimento
Dai Racconti Romani di Moravia emerge una città lontana anni luce dalla Roma odierna : ci vive un’umanità minore, fatta di bottegai, sartine, osti, commesse, che tirano a campare nella difficile realtà del secondo dopoguerra
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Venerdì 09.03.2018 alle ore 17,45 il Salotto culturale “Prospettiva Persona” ( con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici culturali e turismo, Ufficio per il progetto culturale e la Caritas della Diocesi di Teramo Atri),nei locali provvisori di Via Vittorio Veneto 11, nella Sala Caritas al primo piano, a Teramo continua la rivisitazione della Divina Commedia a cura di Benedetto Di Curzio. Sarà letto e commentato il canto XXV del Purgatorio.
E quale il cicognin che leva l’ala
per voglia di volare, ma non s’attenta
d’abbandonar lo nido, e giù la cala
tal era io con voglia accesa e spenta
di dimandar, venendo infino a l’atto
che fa colui ch’a dicer s’argomenta. 15
Non lasciò, per l’andar che fosse ratto,
lo dolce padre mio, ma disse: “Scocca
l’arco del dir, che ’nfino al ferro hai tratto”. 18
Allor sicuramente apri’ la bocca
e cominciai: “Come si può far magro
là dove l’uopo di nodrir non tocca?”.
approfondimento
Il canto venticinquesimo del Purgatorio di Dante Alighieri si svolge sulla settima cornice, ove espiano le anime dei lussuriosi; siamo nel pomeriggio del 12 aprile 1300, o secondo altri commentatori del 29 marzo 1300. I tre pellegrini procedono per una stretta e ripida scala. Dante, combattuto tra il desiderio di porre una domanda e il timore di essere importuno, apre e chiude invano la bocca. Virgilio se ne accorge e lo esorta ad esprimersi. Dante quindi chiede come possa dimagrire un essere (del tutto spirituale) che non ha bisogno di nutrirsi. Virgilio richiama l’esempio mitologico di Meleagro, che si consumò insieme al consumarsi di un tizzone; lo invita quindi a pensare come l’immagine riflessa in uno specchio riproduca ogni moto anche minimo del corpo che si specchia.
( S. D’Antonio)