La tregua di Gaza, pur essendo accolta da molteplici consensi internazionali come un passo verso la riduzione delle violenze, solleva molteplici questioni non solo geopolitiche, ma anche morali ed etiche. Sebbene la liberazione di prigionieri israeliani in cambio di prigionieri palestinesi possa sembrare un passo positivo, spesso viene vista come una negoziazione che non affronta il cuore del conflitto, cioè la questione dei due stati. Il mancato riconoscimento e l’opposizione di paesi come l’Iran, gli Houthi e il Libano alla tregua evidenziano le difficoltà nel raggiungere una pace duratura.
Il conflitto israelo-palestinese è alimentato non solo dalle azioni dirette di Hamas, ma anche da alleanze regionali che non supportano un accordo basato su due stati. La posizione di paesi come l’Iran, che supporta Hamas, e l’opposizione degli Houthi e del Libano sottolineano la complessità geopolitica della situazione, dove la pace tra israeliani e palestinesi è solo una delle molteplici variabili in gioco.
Ciò che ci si può aspettare, quindi, è un processo lungo e difficile, dove ogni passo verso la pace viene ostacolato da interessi regionali, divisioni interne e la persistente mancanza di fiducia tra le parti coinvolte. La comunità internazionale, pur riconoscendo la necessità di un cessate il fuoco, dovrà affrontare le sfide politiche e diplomatiche di una soluzione duratura, che vada oltre la semplice gestione delle crisi umanitarie.
fonti https://ilcaffegeopolitico.net/984910/le-criticita-irrisolte-nella-guerra-a-gaza, rivisto con Chatgpt24
Aggiunta
La tregua a Gaza porta il primo silenzio dopo mesi di guerra incessante. Nella notte non si sono sentite bombe né spari, un primo passo verso la speranza, anche se la pace resta lontana. A Gaza, 630 camion di aiuti umanitari sono entrati dal valico di Rafah, ma le necessità rimangono enormi. La parrocchia di Gaza, guidata da padre Gabriel Romanelli, continua a offrire rifugio e assistenza a centinaia di civili, con il sostegno delle donazioni e l’incoraggiamento di Papa Francesco.
Mentre la tregua porta sollievo a Gaza, in Cisgiordania il conflitto persiste: un sergente israeliano è stato ucciso in un’operazione militare. Intanto, i negoziati per il cessate il fuoco hanno permesso il rilascio di 91 detenuti palestinesi e di alcuni ostaggi israeliani, suscitando speranze e dolore. Le storie dei liberati riflettono il trauma vissuto, tra festeggiamenti per la libertà e ricordi di sofferenze. Tuttavia, la tregua non cancella l’astio: accuse reciproche e memorie dolorose alimentano la tensione. La vera sfida sarà disinnescare un conflitto che prosegue, anche senza armi.
fonte https://www.avvenire.it/mondo/pagine/il-silenzio-della-prima-notte-senza-guerra-il-papa-telefona-a-gaza-ma-restano-le-paure-e-le-distanze-tra-israeliani-e-palestinesi, rivista da Chatgpt24