Se cade il Cavaliere, sarà la magistratura a nominare il nuovo governo

La guerra tra i PM di Milano e  Berlusconi è sotto gli occhi di tutti dal lontano 1994:105 inda­gini, 28 processi, 2560 udienze, mille magistrati intervenuti, 300 milioni spesi solo per Berlusconi, 10 assoluzioni, 13 archiviazioni, 5 processi ancora in cor­so.
«Tutte le persone intelligenti sanno che si tratta di una patologia pericolosa, sebbene  tutti restino prigionieri di una faziosità dissennata, talché le inchieste su Silvio Berlusconi portano a tutto, tranne che a ragionamenti razionali. Si passa dalla mafia al pecoreccio, senza in nulla scalfire le contrapposte tifoserie. Forse si crede che la materia, proprio perché licenziosa, intrighi il pubblico ed ecciti la fantasia. Credo, all’opposto, che annoi e ammosci. E’ tutto inutile, già scritto, scontato. Anche deprimente» (Davide Giacalone sul  sito  http://www.iltempo.it/)
Se fosse vera l’accusa,  sarebbe deprimente che un presidente del Consiglio adotti una condotta così priva di decoro. D’altro canto è inquietante che una magistratura seria sprechi tempo e denaro (e quanto!!) per indagare preventivamente debolezze privatissime, che solo una sindrome inquisitoria può considerare reato. Lasciando a chi se ne intende di risolvere le questioni squisitamente legali, a noi pare di  rilevare una manovra a tenaglia: Napolitano parla di “previste sedi giudiziarie” (previste da chi?), il terzo polo, sconfitto nella mozione di sfiducia, preme per il governo di salute pubblica, i giudici hanno chiesto la procedura immediata, la stampa italiana (capocordata La Repubblica) e mondiale (che coincidenza!)  pubblicano in contemporanea le stesse intercettazioni fatte trapelare dagli ambienti  della procura milanese.

A latere  si pongono la CEI, anch’essa divisa tra berlusconiani e antiberlusconiani, la  stampa cattolica, capeggiata da ‘Avvenire’, che  si scandalizza  prima ancora che i fatti siano certi, pur sapendo che dal punto di vista formale e istituzionale esiste un solo modo serio di affrontare la questione: nessun cittadino può mai essere considerato colpevole fino ad una sentenza definitiva; la magistratura indaga laddove ritiene esista una notizia di reato, essendo a questo tenuta dall’obbligatorietà dell’azione penale. Molti ravvisano poi una eccessiva prudenza del Vaticano, il quale però ha diverse ragioni per temere  la diffusione anche in Italia delle coppie alla Elton John con bambini al seguito, l’eutanasia alla Monicelli  esaltata come “eroica”, l’attacco all’8x mille dei  radicali e della stampa anticlericale.
Che si sia pro o contro Berlusconi (e Sansonetti in questo insegna) non si può non temere l’invasione di campo della magistratura. “La sinistra cavalca ancora il giustizialismo,- ha scritto M.Sechi-  accompagnata da uno smemorato che faceva parte della destra e un post-democristiano che la Balena Bianca l’ha vista morire sotto i colpi dei giudici. Sperano di raccogliere i frutti della battuta di caccia a Berlusconi. Si illudono. Se cade il Cavaliere, sarà la magistratura a nominare il nuovo governo».

Di certo ciò che sta crollando – ed è un danno per il Paese –  è la fiducia nella giustizia  giacché i cittadini non possono tollerare che i giudici decidano chi e quando colpire, approvino e respingano le leggi, sostengano e distruggano i governi.

Politikon