La vita di Maria: riflessioni sull’infanzia e l’educazione delle donne nel tempo di Gesù

Pensando a Maria 5 Maggio 2023

Le datazioni circa la nascita e le tappe della vita di Maria restano ignote. Si procede qui per ipotesi. Intanto sappiamo che l’inizio dell’era cristiana è stato calcolato in modo non corretto dal monaco del VI secolo Dionigi il Piccolo: alla morte di Erode il Grande, nel 4 a.C., Gesù doveva avere un paio d’anni (Erode infatti, sentendosi ingannato dai magi e temendo un concorrente, mandò a uccidere tutti i bambini di Betlemme dai due anni in giù, cf Mt 2, 12ss). Da considerare poi la giovanissima età in cui si contraevano i matrimoni. Ciò posto, Maria potrebbe essere nata intorno al 22-20 o anche nel 18 a.C.

Il nome che i genitori impongono alla bambina, Miryam, Maria – tradotto da alcuni con ‘principessa’, ‘signora’, ‘amata’ – era diffuso tra gli Ebrei, anche perché appartenuto alla sorella di Mosè. Nella primitiva comunità cristiana almeno sei donne portano quel nome: Maria la madre di Gesù, Maria di Magdala, Maria sorella di Lazzaro e Marta, la madre di Giacomo, Maria di Cleofa (testimone della crocifissione), una fedele salutata da Paolo nella Lettera ai Romani (cf Rm 16, 6).

Maria cresce in una famiglia tipo, che aveva un padre-marito capo indiscusso cui era dovuta obbedienza da moglie e figli.Al centro dell’educazione di maschi e femmine, soggetti in tutto ai genitori fino ai venti anni, erano la fede e la memoria dell’alleanza, entro regole rigide, a cui ogni israelita si gloriava di essere fedele. Una figlia veniva cresciuta nell’osservanza di una serie di limitazioni legate alla presunta ‘debolezza’ femminile e ai rischi che avrebbero potuto rovinarne l’onore. Soltanto per i neonati maschi, nell’ottavo giorno di vita, la comunità celebrava il rito della circoncisione, detto Berit Milah. I figli al di sopra dei sei anni e fino ai 12 frequentavano la ‘casa del libro’. Una bimba veniva pure educata alla conoscenza e all’osservanza della legge, ma non in luoghi pubblici; non poteva andare alla scuola di un maestro come discepola, ma i genitori potevano istruirla privatamente. Imparava a gestire la casa, a comportarsi e vestire con modestia, a evitare contatti fisici con i ragazzi, a tenersi lontana dalla vita pubblica, come nelle altre culture antiche.

(pp.22-23)