La maternità di Maria: un dono divino oltre le limitazioni della società teocratica

Pensando a Maria 7 Maggio 2023

La donna si nobilitava con la maternità, segno di particolare benedizione del Signore. Una madre esemplare, per fede e conformità, era rispettata e stimata, tanto più se con molti figli, fine primario del matrimonio. L’estraneità a manifestazioni esteriori e pubbliche la svincolava dagli obblighi maschili: seguire i precetti religiosi in modo pedissequo, mettere i tefillìn (filatteri), pregare ogni giorno entro la tale ora[1]. Ciò non toglie che una donna nubile o vedova potesse assumere l’impegno di pregare in momenti precisi, allo stesso modo dell’uomo.

Al di là delle diverse interpretazioni, allo sguardo dei contemporanei la condizione della donna non era affatto ‘ideale’ nelle società teocratiche. Se ne trova autorevole conferma nel Vangelo stesso, quando i discepoli reagiscono stupefatti al sentire parlare Gesù della fedeltà coniugale reciproca: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi» (Mt 19, 10).

Un tale contesto non ha impedito a Anna e Gioacchino di provare una gioia immensa e insperata per la nascita di Maria. Nulla ci fa pensare che essi abbiano sottovalutato lo straordinario dono di quella bambina, come l’iconografia cristiana attesta, tanto più che secondo il Protovangelo di Giacomo essi custodivano in segreto ciò che l’angelo aveva loro annunziato[2]. Mamma e papà, con gli occhi dell’amore e della fede, avranno contemplato e venerato in fasce la loro figlioletta primogenita, futura madre del Messia. Secondo San Giovanni Damasceno (c. 676-749): «Bisognava che nascesse primogenita colei che avrebbe generato il ‘Primogenito di tutta la creazione’, in cui l’universo ha il suo fondamento»[3]. Niceta il Paflagone commenta: «La figlia ci è stata data non solo dalla natura e la nascita dell’illustre bambina non dipende dalle sue leggi, ma molto di più dalla parola e dalla potenza di Dio»[4]

(pp.26-27)

[1] Cf E. Bartolini, Nello spirito di Nazareth. Una rilettura biblica e spirituale della santa famiglia, Effatà, Torino 2004.

[2] M. Alkassar, La Theotòkos. Nascita e morte di Maria negli apocrifi, in «L’Idea. Il giornale del pensiero», 10 (2004) n. 1. Nel lunettone a destra della vetrata dell’abside della basilica superiore di San Francesco di Assisi Cimabue ha rappresentato l’annuncio dell’angelo a Gioacchino (verso il 1277 – 1283), consultabile in www.latheotokos.it/modules.php?name=News&file=print&sid=354 (visit. il 15.07.2020).

[3] G. Damasceno, Omelia sulla Natività della santa vergine, in http://it.arautos.org/view/show/19187–nativita– di–maria (visit. il 15.07.2020).

[4] Niceta il Paflagone, Omelia I sulla natività della SS madre di Diohttps://pietrevive.blogspot.com/2017/09/licona–della–natività–della–madre–di–dio.html (visit. il 23.03.2020).