Burraco o morte

 

Il Burraco ha l’oro in bocca. Burraco di sera bel tempo si spera. Il burraco perde il pelo ma non il vizio. Burraca bene chi burraca ultimo….Bastaaaaaaa!
Ma nemmeno la febbre dell’oro ha fatto tante vittime! Perché? Cosa offre il burraco? Lampante, Watson! È la nuova frontiera delle donne “emancipate”! Diciamocelo, le intellettuali super impegnate non esistono più, finiti i film d’essai, i libri d’ essai, le conferenze d’essai …. le lotte politiche, ilpomeriggio con l’amante…E anche la casalinga di Voghera, destinata al ferro da stiro e al bucato, non ha più il vantaggio di essere una brava  moglie e madre, perché in questo ruolo non se la fila più nessuno, perciò, in cerca di nuova collocazione sociale, sa finalmente cosa fare nei lunghi giorni bui dell’inverno, dopo che lavastoviglie e aspirapolvere le hanno tolto ogni svago ed orgoglio di classe.

E la professorina, quella laureata per accontentare i sogni dei modesti genitori, che in vita sua avrà letto tre o quattro libri ed è andata in pensione quando aveva quarant’anni di età e quindici di insegnamento, ora può sfoggiare il trilogy (per i pochi ignari: brillante a tre luci) che le ha comprato il marito mentre mischia abilmente le carte e si prepara a vincere con grinta un bel torneo a 12.

 E questo spiega la comica serietà professionale con cui si svolgono le partite… “guai parlare, per carità”, a sbagliare, poi, si rischia l’emarginazione…” “chi ci gioca con quella là, è distratta, non vuole concentrarsi”…

Peccati mortali, se in gioco c’è finalmente un ruolo nel gruppo, dove contano sempre meno gusti e affetti in comune, ma si contano carte, dove, in nome di un torneo a numero fisso, si viene scartati senza pietà dalle amiche di sempre, dove crollano amicizie storiche e se ne formano di nuove al grido di “Burraco o morte”… Burrachi chiari amicizia lunga, chi non burraca non fa l’amore… Ma poca è la gloria, nessuno si illuda, il burraco infatti è facile-facile (almeno per i normodotati come me che non contano gli scarti dei nemici per indovinarne le carte), ripetitivo e meccanico, con poche regole, tra le quali quella fondamentale: chi non ha carte buone, perde. Per questo ha avuto tanto successo, perché è alla portata di tutti, nessuno svolazzo creativo, niente di simile alle finezze del poker, dove puoi sempre fregare l’avversario con il sangue freddo, o ai misteriosi meandri del bridge, bisognevoli di concentrazione ed abilità….

E gli uomini? Ancora una volta, nella scalata sociale, hanno perso terreno: pochi, sparuti, rassegnati fantasmi, giocano per finta, per essere accettati tra un pasticcino e una fetta di ciambellone, mentre ricordano

con struggente nostalgia i vecchi circoli cittadini, ormai degradati, dove le donne non erano ammesse, si dicevano parolacce maschili, si raccontavano avventure maschili, si bevevano drink maschili, si giocava d’azzardo

o al biliardo, prima e dopo cena. Nabokov, nel suo memorabile romanzo dedicato ad una micidiale e precoce ninfetta dodicenne, scandiva Lo-li-ta, Lo-li-ta, per affermare linguisticamente l’ossessione del malcapitato prof. Humbert…. a noi, in tempi più banali e caserecci, non resta che scandire Bu-rra-co, Bu-rraco, alla faccia della divisione in sillabe!

Lucia Pompei burrachina