La Trinità di Masaccio al salotto culturale di lunedì 2 aprile 2012

Lunedì 02 aprile 2012 alle ore 17,45

nei locali della Sala di Lettura “Prospettiva Persona” 

incontro dedicato  al pittore  Masaccio, soprannome di  Tommaso di ser Giovanni (San Giovanni Valdarno 1401 – Roma 1428), con analisi approfondita di alcune principali  sue pitture. Ospite  come relatore  il prof. Antonio Zimarino  di Pescara

La cittadinanza è invitata

 

Approfondimento

Da WEB:

http://www.masaccio.it

Masaccio, soprannome del pittore Tommaso di ser Giovanni (San Giovanni Valdarno 1401 – Roma 1428).
Nella foto uno degli episodi della vita di S.Pietro nella cappella Brancacci di S.Maria del Carmine a Firenze.
Masaccio si recò giovanissimo a Firenze e non molto sappiamo della sua formazione se non che seguì gli insegnamenti di Masolino da Panicale. Masaccio si inserì subito nel nuovo rinascimanto fiorentino ed una delle sue prime opere fu la chiesa di S. Anna Metterza (1424-25, Firenze, Uffizi).
Ritroviamo un uso sapiente della prospettiva ed il forte rilievo delle figure modellate dalla luce come nella realtà.
Nel 1426 la sua prima grande opera: la chiesa del Carmine di Pisa. Tra il 1425 ed il 1427 Masaccio realizzò il suo capolavoro: gli affreschi della cappella Brancacci al Carmine di Firenze dove aveva precedentemente lavorato Masolino. Nella cappella possiamo ammirare il ‘Grido della cacciata dei progenitori.‘ e le ‘Storie di S.Pietro‘ che collocano il fatto sacro nella realtà umana del popolo di Firenze avvicinando così la sua ideologia con quella di Donatello e Brunelleschi.
Un altro affresco molto importante è quello della ‘Trinità‘, (Firenze, chiesa di S.Maria Novella) di cui possiamo osservare l’impianto prospettico di Brunelleschi e le figure di Masaccio. Il breve percorso artistico di Masaccio fu un punto chiave per la pittura fiorentina del Rinascimento perchè fu ricca di anticipazioni. La linea Masaccesca fu infatti ripresa in seguito niente di meno che da Michelangelo.

Masaccio, come ci riferisce il Vasari, fu fin da giovanissimo attratto dalle cose dell’arte. Già in Valdarno, dove trascorre l’infanzia e la giovinezza e dove operano vari pittori minori, ebbe modo di affinare la sua innata sensibilità artistica e pittorica, ma è Firenze che condiziona e forma tutta la personalità artistica di Masaccio.
A Firenze, infatti, dove Masaccio si era trasferito all’età di 16 anni , già nei primi anni del ‘400, grazie soprattutto alle opere di Brunelleschi e Donatello, era in corso una rivoluzione artistica e culturale che cambiò moltissimo nell’intendere e nel realizzare le arti dell’architettura e della scultura. Furono i due maggiori artisti presenti a Firenze che Masaccio scelse come punti di riferimento per l’affinità artistica che condivideva, questi due grandi artisti divennero in seguito suoi grandi amici ed estimatori. Masaccio rimase impressionato da queste nuove e bellissime opere di architettura e di scultura che venivano realizzate in quegli anni a Firenze.
Sono infatti di quegli anni le più grandi realizzazioni architettoniche fiorentine come il Duomo ed il Battistero, le Chiese di Orsammichele, Santa Croce e Santa Maria Novella. Ma nella pittura, arte alla quale Masaccio si sentiva naturalmente portato, non vi era traccia di significativi cambiamenti. La pittura nei primi anni del ‘400 faceva ancora riferimento a quello stile tardo gotico che da tantissimi anni ormai era lo stile richiesto ed apprezzato dalla grande committenza nobile ed ecclesiale.

 Tra i sui estimatori ricordiamo Brunelleschi, Leonardo da Vinci e Michelangelo. La collaborazione con Masolino ma anche la loro diversità appare già evidente nella Madonna col Bambino e Sant’Anna del 1424 circa, in cui due epoche diverse, Medioevo e Rinascimento sono messe a confronto, è la prima opera dove i due artisti manifestano il loro sodalizio che continuerà nella Cappella Brancacci ed in alcune committenze romane. In essa Masaccio rende esplicita la ricerca di una nuova energia plastica con figure che conquistano saldamente lo spazio in profondità. Ricordiamo fra tutte La Cacciata dei Progenitori dal Paradiso, quest’ultima così drammaticamente realistica e così lontana dalla tardo gotica raffigurazione di Masolino che le sta di fronte. L’uomo, pur peccatore, in Masaccio non ha perduto la sua dignità, non è degradato o abbrutito, la sua bellezza espressa nel corpo oltre ad espressioni innovative rimanda anche ad archetipi di bellezza classica, ma in esse c’è qualcosa di più, l’Eva di Masaccio si differenzia da una qualunque Venere pudica greco romana, il suo corpo greve sembra portare su di se non solo il suo peccato ma ‘tutti i peccati’ e sul suo volto si legge il dolore del mondo. Di particolare rilievo l’affresco illustrante Il Pagamento del Tributo, che unifica nella stessa scena diversi momenti temporali del racconto evangelico, privilegiando, con un atto assolutamente rivoluzionario, l’importanza e la dignità del singolo uomo, ritratto accanto ad un Cristo che possiede fattezze umane, questa concezione rivoluzionaria pareggia nella rappresentazione ‘Uomo’ e ‘Dio’ e fa di Cristo stesso un uomo tra gli uomini, anch’egli uomo sofferente nella Crocifissione (1426).