Ufficio stampa della Provincia
Comunicato stampa
Presentato questa mattina, presso la Sala Consiliare, il calendario delle manifestazioni per il ventennale del Centro Ricerche Personaliste e del centenario della nascita del filosofo personalista Emmanuel Mounier.
Filosofo che ha ispirato la nascita e l’attività del Centro Ricerche Personaliste di Teramo, che dal 1992 edita la rivista “Prospettiva Persona”, giunta ormai al numero 50.
Tra gli eventi, il Convegno Internazionale Personalista sul tema “Persona e umanesimo relazionale: eredità e sfide di E. Mounier” si terrà a Roma dal 12 al 14 gennaio, presso l’Università Pontificia Salesiana. Al convegno interverranno studiosi ed esperti provenienti dalle maggiori università salesiane del mondo. Ad inaugurare l’evento, il filosofo personalista Paul Ricoeur, che leggerà una prolusione dedicata all’opera di Mounier.
Il 13 gennaio, inoltre, debutta a Roma “Rifare il rinascimento, Emmanuel Mounier”, uno spettacolo di teatro-musica che unisce i linguaggi della parola e della musica per raccontare il pensiero e la vita del filosofo francese.
La città di Teramo celebrerà il ventennale del Centro, il prossimo 31 marzo, con un’intera giornata di studio dedicata alla filosofia del personalismo e ai suoi sviluppi nella società contemporanea.
Nel corso della conferenza è stato presentato anche il cinquantesimo numero della rivista “Prospettiva Persona” , trimestrale del Centro, “nato in sordina nel 1992, ma che nel tempo si è ritagliato un proprio spazio nel campo della ricerca e dell’approfondimento dei temi della filosofia contemporanea” – ha ricordato il direttore della rivista Attilio Danese – “una rivista aperta al confronto e alla diffusione delle diverse posizioni filosofiche, per favorire la riflessione e la formazione di un giudizio critico da parte dei lettori”. Giulia Paola Di Nicola, che dirige, Prospettiva Donna, l’inserto contenuto in ogni numero, ha sottolineato “lo spazio costante offerto alle donne nella riformulazione della cultura femminile contemporanea”.
“Il Centro ricerche personaliste rappresenta un punto di riferimento essenziale per la vita culturale della nostra città – ha dichiarato il presidente della Provincia, Ernino D’Agostino – le sue iniziative danno lustro e valore al nostro territorio, non solo in ambito nazionale, ma anche internazionale.”
In sintonia con il Presidente, Il sindaco di Teramo, Gianni Chiodi ha evidenziato il valore culturale dell’iniziativa, “un evento che pone la città di Teramo al centro delle ricerche sul personalismo, e non è un caso che il maggior esponente vivente di questa corrente filosofica, Paul Ricoeur, è cittadino onorario di Teramo dal 1993”.
“Il personalismo e i suoi ideali costituiscono un punto di partenza per la costruzione di una società armonica – ha evidenziato l’assessora alla cultura, e professoressa di filosofia, Rosanna Di Liberatore – all’interno della quale la realizzazione dell’individuo possa combinarsi con il bene collettivo. Una sfida concreta che le istituzioni locali come la Provincia, devono cercare di raggiungere con i mezzi che hanno a disposizione”.
A chiusura dell’incontro con la stampa, l’ assessore alla cultura del comune, Mauro Di Dalmazio: “cercheremo di essere vicini al Centro, sostenendo le iniziative che valorizzano il panorama culturale della nostra città e che offrono un’occasione di confronto e riflessione”.
E’ intervenuto, tra gli altri, il presidente del Centro Ricerche, on.le Alberto Aiardi
Teramo 11 gennaio 2005
Comunicato stampa n. 1
Ritornare a Mounier: convegno a Roma
Ritornare a Mounier non equivale a fare archeologia, quanto piuttosto a confrontarsi con un pensiero di ispirazione cristiana che, mentre indica criteri di lettura, soprattutto offre un metodo di approccio gnoseologico alla realtà e alla sua trasformazione. Don Mario Toso, rettore dell’ UNIVERSITÀ PONTIFICIA SALESIANA di Roma, presenta così al Sir il primo convegno dedicato dall’Italia ad Emmanuel Mounier nel centenario della sua nascita, avvenuta a Grenoble il 1° aprile 1905. E proprio al filosofo francese l’ateneo salesiano – in collaborazione con la Pontificia Facoltà Auxilium di Roma, la Rivista Prospettiva Persona di Teramo, il Centro Culturale Saint Louis de France di Roma e l’Association des Amis d’Emmanuel Mounier di Parigi – dedica un convegno internazionale sul tema: Persona e umanesimo relazionale: eredità e sfide di E.Mounier (1905-2005), che si svolgerà dal 12 al 14 gennaio 2005, a Roma, presso l’Università Pontificia Salesiana (Aula Paolo VI). In un mondo, quale quello attuale, in cui la preminenza è data ai poteri forti della tecnocrazia, della finanza, dei media che, mentre destrutturano l’economia reale, indeboliscono il tessuto solidale della società civile, asservendo la politica e distogliendola dal bene comune, un filosofo come Mounier, con il suo ’umanesimo solidale’, secondo Toso può contribuire a rimettere la persona al centro della convivenza civile, dell’agire economico e politico, restituendo il giusto posto a Dio, sempre più emarginato, e quindi il giusto valore alla morale, al sapere, all’avere. Ogni epoca ha bisogno del suo umanesimo, prosegue il rettore dell’ateneo salesiano, da due anni impegnato, con varie iniziative, all’approfondimento di questo tema nel tentativo di dargli un volto specie sul versante sociale e pedagogico, perché università della Congregazione salesiana, il cui fondatore, san Giovanni Bosco, è stato educatore sociale.
La società, in rapida e tumultuosa trasformazione – commenta il rettore motivando la scelta di Mounier – ha più che mai bisogno di pensatori rigorosi, di intellettuali liberi dai condizionamenti di un pensiero antiquato, che sappiano individuare le condizioni di ’pensabilità’ e di ’realizzabilità’ di un nuovo umanesimo, a partire dalle radici cristiane come tratto distintivo dell’identità del nostro Continente. Al convegno internazionale interverrà anche la figlia del filosofo, Martine Mounier Mathieu, mentre è prevista in apertura una prolusione-messaggio del filosofo Paul Ricoeur. Oltre agli esperti, ai docenti e agli studiosi di fama internazionale interverranno il card. Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, e Olivier Mongin direttore della rivista Esprit
M.M.N
Comunicato stampa n. 2
SIR – 07/01/2005 – convegno a roma su mounier: in apertura la “prolusione-messaggio” del filosofo paul ricoeur. La “logica dello scambio di doni” è l’unica in grado di scongiurare per l’umanità un futuro fatto di “guerra di tutti contro tutti”. E’ l’ammonimento che giunge dal filosofo francese Paul Ricoeur, che mercoledì prossimo, 12 gennaio, aprirà con una “prolusione-messaggio” (registrata in video) i lavori del primo convegno dedicato dall’Italia ad Emmanuel Mounier nel centenario della sua nascita. Nel videomessaggio – informano i promotori del Convegno internazionale sul tema “Persona e umanesimo internazionale: eredità e sfide di E. Mounier”, organizzato a Roma (dal 12 al 14 gennaio) presso l’Università Pontificia Salesiana, anticipandone al Sir alcuni stralci – il filosofo riflette sulle basi del suo umanesimo, partendo dal presupposto che l’identità personale si costruisce tra “affermazione di sé” e “riconoscimento reciproco”. Quando si nega il “carattere morale dei legami sociali”, ammonisce Ricoeur, il risultato è una vera e propria “lotta per il riconoscimento reciproco” in cui regnano “comportamenti negativi” come “l’umiliazione, il disprezzo, la violenza in tutte le sue forme fisiche e psicologiche”, senza contare le ”discriminazioni” verso le minoranze. L’unico antidoto all’”insoddisfazione” provocata da questa “pratica della lotta”, sostiene il filosofo, è “l’esperienza del riconoscimento effettivo in un mondo pacificato. La formazione del legame politico che ci rende cittadini di una comunità storica non deriva solamente dalla preoccupazione per la sicurezza e la difesa degli interessi particolari di questa comunità, ma da qualcosa di simile ad una ‘amicizia’ politica essenzialmente pacifica”, radicalmente diversa dalla logica del mercato, perché “donare resta un gesto spontaneo che sfugge all’oggetto del calcolo interessato”. Al convegno su Mounier – promosso dall’Università Pontificia Salesiana, in collaborazione con la Pontificia Facoltà “Auxilium”, la rivista “Prospettiva Persona” di Teramo, il Centro Culturale “Sanit Louis de France” e l’Association des Amis d’Emmanuel Monier di Parigi – partecipano oltre 400 persone. Interverrà anche l’unica figlia vivente del filosofo, Martine Mounier Mathieu
COMUNICATO STAMPA N. 3
10 GENNAIO 2005
IL FILOSOFO PAUL RICOEUR,
cittadino onorario di Teramo e Presidente del Comitato scientifico della rivista “Prospettiva Persona”,
APRE A ROMA IL CONVEGNO INTERNAZIONALE SU EMMANUEL MOUNIER
Sono più di 400 i partecipanti al primo convegno dedicato dall’Italia ad Emmanuel Mounier nel centenario della sua nascita, che si svolgerà a Roma, dal 12 al 14 gennaio, presso l’Università Pontificia Salesiana, sul tema: “Persona e umanesimo relazionale: eredità e sfide di E. Mounier” (1905-2005)
In contemporanea con il Convegno internazionale – promosso dall’Università Pontificia Salesiana di Roma in collaborazione con la Pontificia Facoltà “Auxilium” di Roma, la Rivista “Prospettiva Persona” di Teramo, il Centro Culturale “Saint Louis de France” di Roma e l’Association des Amis d’Emmanuel Mounier di Parigi – uscirà il primo volume degli Atti, che raccoglie (tra gli altri contributi) gli interventi di 18 dei 44 relatori (a cui si aggiungono 10 tra moderatori e coordinatori) che parteciperanno all’iniziativa. “L’angoscia per il futuro, in un mondo sempre più interdipendente e ‘comune’, dilaniato dal terrorismo internazionale ma anche pervaso da una crescente domanda di diritti umani – si legge nell’Introduzione del volume, pubblicato dall’Editrice LAS – sembra caratterizzare questa fase della nostra cultura alla ricerca di uno sviluppo non più centrato sull’avere e sulla gestione dei conflitti, ma sulla promozione di una qualità più umana di tutte le persone, di ogni società e di ogni popolo”. Di qui la necessità di elaborare “un’etica della convivenza sociale e politica che consenta di superare gli antichi e nuovi opposti paradigmi”, progettando “un nuovo umanesimo integrale, sociale, aperto alla Trascendenza”.
Ad aprire il Convegno internazionale su Mounier sarà – il 12 gennaio alle 16 – il filosofo Paul Ricoeur, con una “prolusione- video messaggio” in cui rifletterà sulle basi del suo umanesimo, partendo dal presupposto che l’identità personale si costruisce tra “affermazione di sé” e “riconoscimento reciproco”. Quando si nega il “carattere morale dei legami sociali”, ammonisce Ricoeur nel videomessaggio, il risultato è una vera e propria “lotta per il riconoscimento reciproco” in cui regnano “comportamenti negativi” come “l’umiliazione, il disprezzo, la violenza in tutte le sue forme fisiche e psicologiche”, senza contare le ”discriminazioni” verso le minoranze. L’unico antidoto all’”insoddisfazione” provocata da questa “guerra di tutti contro tutti”, sostiene il filosofo, consiste nella “logica dello scambio di doni”, che dà luogo all’ “esperienza del riconoscimento effettivo in un mondo pacificato”.
Il convegno è stato distribuito in tre giornate: la prima giornata (12 gennaio) comprende l’inaugurazione, l’introduzione tematica – per impostare il convegno a partire dall’eredità storica del secondo millennio – la prolusione. La seconda giornata (13 gennaio), invece, si incentra sulla figura di Emmanuel Mounier e sul personalismo del Novecento. La terza giornata (14 gennaio), infine, si dedica all’analisi delle prospettive che si aprono per le società nel XXI secolo.
Al convegno internazionale interverrà anche (il 13 gennaio) l’unica figlia vivente del filosofo, Martine Mounier Mathieu. Oltre agli esperti, ai docenti e agli studiosi di fama internazionale interverranno (il 13 gennaio) il card. Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e Olivier Mongin (il 14 gennaio), attualmente direttore della rivista “Esprit”.
Ufficio stampa: 340-6654347
12/1/2005 Archivio N7
Italia – UPS: apre il Convegno su Mounier a 100 dalla nascita
(ANS – Roma, 12 gennaio 2004) – Sono più di 400 i partecipanti al primo convegno dedicato dall’Italia ad Emmanuel Mounier nel centenario della sua nascita, che si apre oggi a Roma presso l’Università Pontificia Salesiana, sul tema: Persona e umanesimo relazionale: eredità e sfide di E. Mounier (1905-2005). Nel pomeriggio alle ore 16 l’intervento del filosofo Paul Ricoeur. La seconda giornata (13 gennaio) si incentra sulla figura di Emmanuel Mounier e sul personalismo del Novecento, mentre la terza (14 gennaio) è dedicata all’analisi delle prospettive che si aprono per le società nel XXI secolo. In contemporanea con il Convegno internazionale – promosso dall’Università Pontificia Salesiana di Roma in collaborazione con la Pontificia Facoltà Auxilium di Roma, la Rivista Prospettiva Persona di Teramo, il Centro Culturale Saint Louis de France di Roma e l’Association des Amis d’Emmanuel Mounier di Parigi – uscirà il primo volume degli Atti, che raccoglie (tra gli altri contributi) gli interventi di 18 dei 44 relatori (a cui si aggiungono 10 tra moderatori e coordinatori) che parteciperanno all’iniziativa.
12/01/05
15:11 – CONVEGNO SU MOUNIER: RICOEUR, LA LOGICA DELLO SCAMBIO DI DONI UNICO ANTIDOTO ALLA GUERRA DI TUTTI CONTRO TUTTI
La logica dello scambio di doni è l’unica in grado di scongiurare per l’umanità un futuro fatto di guerra di tutti contro tutti. Lo ha detto il filosofo francese Paul Ricoeur, che ha aperto oggi, con una prolusione-messaggio (registrata in video) i lavori del primo convegno dedicato dall’Italia ad Emmanuel Mounier nel centenario della sua nascita. Al convegno – promosso a Roma (fino al 14 gennaio) dall’Università Pontificia Salesiana, in collaborazione con la Pontificia Facoltà Auxilium, la rivista prospettiva Persona di Teramo, il Centro culturale Saint Louis de France e l’Association des Amis d’Emmanuel Mounier di Parigi sul tema: Persona e umanesimo relazionale: eredità e sfide di E. Mounier (1905-2005) – partecipano oltre 400 persone. Nel videomessaggio, Ricoeur riflette sulle basi del suo umanesimo, partendo dal presupposto che l’identità personale si costruisce tra affermazione di sé e riconoscimento reciproco. Quando si nega il carattere morale dei legami sociali, ammonisce il filosofo, il risultato è una vera e propria lotta per il riconoscimento reciproco in cui regnano comportamenti negativi come l’umiliazione, il disprezzo, la violenza in tutte le sue forme fisiche e psicologiche, senza contare le discriminazioni verso le minoranze. L’unico antidoto all’insoddisfazione provocata da questa pratica della lotta, sostiene il filosofo, è l’esperienza del riconoscimento effettivo in un mondo pacificato. La formazione del legame politico che ci rende cittadini di una comunità storica non deriva solamente dalla preoccupazione per la sicurezza e la difesa degli interessi particolari di questa comunità, ma da qualcosa di simile ad una ‘amicizia politica’ essenzialmente pacifica, radicalmente diversa dalla logica del mercato, perché donare resta un gesto spontaneo che sfugge all’oggetto del calcolo interessato. La giornata di domani – che verrà aperta (alle ore 9) da una sessione presieduta dal card. Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura – sarà dedicata alla figura di Mounier e al personalismo del Novecento; alle ore 19 è previsto un saluto dell’unica figlia vivente del filosofo, Martine Mounier Mathieu.
13/12/05
14:41 – CONVEGNO SU MOUNIER: DI NICOLA, IL “PROTAGONISMO RIVOLUZIONARIO” DELLE DONNE NECESSARIO ALLA SOCIETÀ
“Non si può fare la rivoluzione personalista senza che le donne prendano in mano il loro destino”. Per Giulia Paola Di Nicola, docente di politiche sociali all’Università di Chieti e condirettrice della rivista “Prospettiva persona”, la “lezione “ di Mounier sulla “questione femminile” è nella sua sostanza ancora attuale, soprattutto grazie alla sua capacità di far ricorso al “ruolo critico e innovativo che le donne possono rivestire per la costruzione della civiltà dell’amore”. Intervenendo al Convegno internazionale in corso a Roma (presso l’Università Pontificia Salesiana) per il centenario della nascita del filosofo francese, la relatrice ha sottolineato che “il personalismo prende le distanze dal familismo retorico e ipocrita che idolatra la famiglia e ne fa una gabbia soffocante, per poi di fatto abbandonarla a sé stessa. L’ideale borghese della famiglia alimenta una pseudo-spiritualità femminile contrabbandata per virtuosa, quando ‘vocazione femminile’, dono di sé’ significano semplicemente la rinuncia anticipata alla formazione del sé”. Al contrario, per Mounier “la valorizzazione della donna esige che la vita privata interagisca senza esaurirsi nella sfera pubblica. La vita privata non si oppone alla vita interiore, né alla vita pubblica, essa prepara l’una e l’altra a comunicare reciprocamente le loro risorse”. “Il protagonismo delle donne – ha spiegato Di Nicola – sembra a Mounier comportare l’affermazione di valori umani universali, come la tenerezza, la cura, la donazione di sé, considerati tipici delle donne, dunque ‘inferiori’, ma che oggi appaiono invece indispensabili per costruire una società più umana”. “In una nuova visione antropologica”, è l’auspicio – ancora oggi da realizzare – del filosofo francese, “l’emergere della soggettività femminile imporrà il capovolgimento dei paradigmi su cui si regge la cultura della ragione senza amore, dell’individuo senza donazione, del calcolo senza gratuità. Il nuovo Rinascimento che Mounier auspica non si potrà realizzare senza una ricongiunzione e una ripurificazione dei valori della femminilità e della mascolinità”.
13/12/05
14:39 – CONVEGNO SU MOUNIER: CAMPANINI, L’INTELLETTUALE CATTOLICO TRA “DOVERE” DELL’IMPEGNO E “REALISMO CRISTIANO”
L’intellettuale ha il “dovere” dell’impegno, a partire dalla “lezione del realismo cristiano”, che consiste nella “capacità di coniugare senso della storia e apertura alla trascendenza, rispetto della tradizione e apertura al nuovo”. Giorgio Campanini, docente di storia delle dottrine politiche all’Università di Parma, ha sintetizzato in questi termini l’eredità di Emmanuel Mounier a 100 anni dalla nascita, intervenendo al Convegno internazionale dedicato al filosofo, in corso all’Università Pontificia Salesiana di Roma. “Abbandonare una cultura del possesso e del dominio a favore di una cultura del possesso e del dialogo”, è per il relatore uno degli imperativi di fondo del padre del personalismo, secondo il quale l’intellettuale cattolico è chiamato a “mediare fra l’appello alla santità e la responsabilità della politica”, in modo da costruire una società “fondata sul rispetto della persona, sull’impegno della vita personale e collettiva”. “Di fronte al rischio di una lettura riduttiva, ed alla fine deformante, del cristianesimo – ha detto Campanili soffermandosi sul legame, tracciato da Mounier, tra “impegno” e “discernimento” – occorre resistere ad ogni tentazione razionalistica così come ad ogni tendenza alle deviazioni sentimentalistiche e misticheggianti, per ritrovare l’autenticità, la severità, l’impegno nella storia, assumendo fino in fondo la verità del Dio che si fa uomo”. Per Mounier esiste dunque una sorta di “dovere di incarnazione”, pur nella consapevolezza “della strutturale ambiguità della storia degli uomini; farsi carico di questa storia è l’unica strada percorribile per un credente che non voglia ridurre la comunità cristiana a una ‘casa di riposo’ o ad una ‘congrega di bigotti che si nutrono delle ‘biblioteche rosa della devozione’”. Il cristiano dell’impegno, ha concluso Campanini, è per Mounier colui che “ha recuperato il gusto e l’attitudine al rischio. Restituire alle nuove generazioni cristiane questo coraggio e questo gusto – abbandonando le facili sicurezze di un mondo chiuso ed autoreferenziale – è il compito che spetta ancora oggi al cristianesimo”.
13/12/05
12:35 – CONVEGNO SU MOUNIER: CARD. POUPARD, “UN CRISTIANO PROFONDO E PROFONDAMENTE RADICATO NELLA CHIESA”
“Un cristiano profondo e profondamente radicato nella Chiesa”: così il card. Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha definito Emmanuel Mounier, durante il Convegno internazionale in corso a Roma (fino a domani) all’Università Pontificia Salesiana, per commemorare il centenario della nascita del filosofo francese. “Di fronte a una società che crolla – ha detto il cardinale ripercorrendo l’itinerario del padre del personalismo – l’urgenza è quella di ritrovare lo spirituale contro lo spiritualismo, la tradizione contro il tradizionalismo, la fede contro il fideismo, la morale contro il fideismo. In breve, l’ordine vero contro il disordine stabilito”. Un tema caro a Mounier, secondo Poupard, è quello dei “cristiani nella città”: “l cristiano opera nel secolo da cristiano, ma insieme con gli altri, nella città comune. La persona è l’uomo totale, quindi antitotalitario, è l’uomo relazionale, e dunque antindividualista, nella politica senza essere della politica. Egli è accoglienza di valori quanto autonomia. E questa disponibilità si fonda innanzitutto sulla necessità di aprirsi a Dio, che è la radice segreta di tutto il movimento di personalizzazione”. “L’audacia e la pazienza, lo stupore e la fedeltà”: queste, ha ricordato il presidente del dicastero pontificio, le due “virtù” dalla cui “combinazione” nasce per Mounier il senso della presenza del cristiano nel mondo. Due virtù che “raramente si ritrovano insieme”, puntualizzava il filosofo francese, quando affermava: “Sempre attuale nella sua essenza, il cristianesimo non è mai tanto di moda. La presenza della Chiesa nel mondo non è l’imperialismo, ma una discrezione ardente, come la presenza stessa di Dio”. Poupard ha cominciato il suo intervento con una “testimonianza personale: “Mezzo secolo fa scoprii le pubblicazioni di Mounier, che hanno nutrito la mia riflessione, e non hanno cessato, da quegli anni lontani, di essere per me compagne di riflessione ed anche orientamenti di azione. Questi libri di Emmanuel Mounier, che portano la data delle mie prime letture, dal 1954 in poi, sono sempre, ormai ingialliti, a portata di mano nella mia biblioteca”.
14/01/05
16:37 – CONVEGNO SU MOUNIER: MESSAGGIO AL PAPA E “LETTERA-PROPOSTA” PER L’INTRODUZIONE DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE
“Siamo convinti che un eventuale riconoscimento della eroicità delle virtù di Mounier da parte della Chiesa, nei tempi di Dio, sarà quanto mai stimolo prezioso all’esercizio di una santità laicale alla luce del messaggio dell’incarnazione e resurrezione del Signore”. E’ quanto si legge nella “lettera-proposta” per l’introduzione della causa di beatificazione di Emmanuel Mounier, sottoscritta dagli oltre 550 partecipanti (provenienti da 99 nazioni diverse) al termine del Convegno internazionale su “Persona e umanesimo relazionale, eredità e sfide di Mounier”, conclusosi oggi a Roma presso l’Unviversità Pontificia Salesiana, in occasione del centenario della nascita del padre del personalismo. Nella lettera il filosofo viene definito “paradigma cristiano per ogni tempo”, grazia alla sua “spiritualità solida, coraggiosa ed evangelica”. Al termine dei lavori, partecipanti hanno inviato anche un messaggio al Papa. “Abbiamo avuto il dono – scrivono a Giovanni Paolo II – di scavare nella personalità multilaterale di questo filosofo e profeta del nostro tempo”, un laico che “ha precorso il Concilio coniugando la fedeltà al Cristo Signore della storia con la storia carica di drammi e di attese. Ha incarnato la Gaudium e Spes sintonizzandosi con le gioie e le angosce, le speranze e le disperazioni delle innumerevoli povertà del mondo. Ha vissuto nella sua carne la crocifissione permanente degli ultimi della terra”. Il personalismo di Mounier, per i partecipanti al Convegno, “è di grande attualità” perché presenta ancora “germi di futuro, sia per i credenti – che egli richiama alla mobilitazione delle coscienze senza compromessi nei confronti del ‘disordine stabilito’ – e poi dei non credenti che invita, come uomini di buona volontà, a lottare insieme per la causa dell’uomo”. Quella del filosofo, dunque, “è una lezione permanente per il laicato di oggi, in quanto ci ricorda il ‘primato dello spirituale’ non come uno slogan ma come un progetto che si fa ogni giorno programma, con la capacità di pagare gli alti costi dell’Amore, rinnegandoo i facili idoli di quello che Mounier stigmatizzava come ‘l’uomo dello spirito borghese”.
“Oggi è impensabile separare la questione bioetica dalla questione sociale”. Secondo Paolo Carlotti, dell’Università Pontificia Salesiana, risiede essenzialmente in questo l’attualità della “questione bioetica” così come viene trattata da Emmanuel Mounier, secondo il quale “la promozione della vita – della vita di tutti – ha bisogno di una cultura, cioè di significati e di valori condivisi, per poter essere efficace: ha bisogno di una cultura della vita, cioè di uno stile concreto di vita sociale, a cui attingere facilmente, quasi naturalmente, i criteri delle azioni morali”. Intervenendo al Convegno internazionale in corso sul padre del personalismo nell’università citata, il relatore ha fatto notare che per Mounier “la persona inizia in modo degno della sua dignità non quando viene prodotta ma quando viene generata”. Di qui il riferimento ad un tema attualissimo come quello della procreazione medicalmente assistita, con i rischi del primato assoluto della tecnica sulla “generazione”. “La pervasività della tecnica – ha osservato, infatti, Carlotti – rende ogni giorno più consapevoli della sua portata, contemporaneamente minacciosa e promettente, caratterizzata da una consequenzialità lunga e spesso ignota nei suoi effetti, che, nel caso delle biotecnologie umane, riguardano non solo il singolo individuo, ma l’intera specie umana. Ne nasce un nuovo titolare di diritti: le generazioni future”. Nei confronti della “tecnica”, Mounier ha assunto una posizione di “equilibrio” tra l’”incondizionata accoglienza” ed il “radicale rifiuto”, aprendo così il dibattito sulla “dimensione pubblica della bioetica, che ha incrementato notevolmente la sua portata in questi ultimi anni”. Di qui la necessità – essenziale ancora oggi – di “confrontarsi con le concezioni correnti sia antropologiche che morali, con le ‘venature ideologiche’ che tradizionalmente contrappongono laici e cattolici in Italia e anche in Europa”
14/01/05
10:35 – CONVEGNO SU MOUNIER: LA TESTIMONIANZA DELLA FIGLIA MARTINE
Ho appreso solo di recente che nel 1947 mio padre ha fatto un viaggio in Africa. In quell’anno sono nata io…. Martine Mounier Mathieu, con suo marito, ha adottato quattro bambini africani, che, aggiunge, mi hanno insegnato l’amore per quel Continente. A raccontare, l’esperienza a volte difficile di essere figlia di un filosofo conosciuto e studiato in tutto il mondo è stata l’ultima figlia vivente di Emmanuel Mounier, salutando ieri sera gli oltre 550 partecipanti al Convegno internazionale dedicato dall’Italia al padre del personalismo, che si conclude oggi all’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ricevendo un libro d’arte alla memoria del padre, a cura di Osvaldo Rossi, Martine non si è detta sorpresa di vedere attorno a sé persone provenienti da un centinaio di nazioni: Sono cresciuta in una casa frequentata da persone di ogni colore, ha confessato, e a proposito della sua infanzia in famiglia l’ha definita molto protetta, circondata di affetto. Mia madre – ha aggiunto subito dopo – mi ha insegnato poi ad ‘uscire fuori’, a frequentare tutti gli ambienti, anche quelli molto diversi e lontani dalla casa dei ‘Muri Bianchi’. Oggi, Martine Mounier Mathieu è un insegnante di scuola materna in un villaggio della Savoia, e negli occhi dei suoi figli – ha raccontato vede un legame carnale (che ora è anche il suo) con l’Africa, ma anche un riflesso della sua figliolanza con il padre, che ha scritto pagine vibranti su quel Continente. C’è qualcosa del personalismo nella sua vita ?, le è stato chiesto. E lei: È difficile per me parlarne, sono ricordi molti personali, che conservo dentro di me. L’unico riferimento è alla sua vita di adesso, alla sua storia: Ho sentito dire in questo convegno, a proposito di pedagogia, che oggi sembra ormai morto un tipo di educazione molto ‘rigido’ o ‘strutturato’. In Francia non è così: il sistema statale di istruzione impone di ‘valutare’ anche i bambini in età prescolare in base alle loro ‘competenze’. Manca per loro la possibilità di crescere davvero ‘liberi’, come auspicava mio padre.
Comunicato stampa n. 5
CRISTIANI E SOCIETÀ
Abitare la città
CRISTIANI E SOCIETÀ
Una nuova presenza
La logica dello scambio di doni è l’unica in grado di scongiurare per l’umanità un futuro fatto di guerra di tutti contro tutti. È l’ammonimento che giunge dal filosofo francese PAUL RICOEUR , che ha aperto oggi, 12 gennaio, con una prolusione-messaggio (registrata in video) i lavori del primo convegno dedicato dall’Italia ad Emmanuel Mounier nel centenario della sua nascita. Al convegno – promosso a Roma (fino al 14 gennaio) dall’Università Pontificia Salesiana, in collaborazione con la Pontificia Facoltà Auxilium, la rivista prospettiva Persona di Teramo, il Centro culturale Saint Louis de France e l’Association des Amis d’Emmanuel Mounier di Parigi sul tema: Persona e umanesimo relazionale: eredità e sfide di E.Mounier (1905-2005) – partecipano oltre 400 persone. In contemporanea con l’evento, è stato pubblicato il primo volume degli Atti. L’angoscia per il futuro, in un mondo sempre più interdipendente e ’comune’, dilaniato dal terrorismo internazionale ma anche pervaso da una crescente domanda di diritti umani – si legge nell’Introduzione – sembra caratterizzare questa fase della nostra cultura alla ricerca di uno sviluppo non più centrato sull’avere e sulla gestione dei conflitti, ma sulla promozione di una qualità più umana di tutte le persone, di ogni società e di ogni popolo. Di qui la necessità di elaborare un’etica della convivenza sociale e politica che consenta di superare gli antichi e nuovi opposti paradigmi, progettando un nuovo umanesimo integrale, sociale, aperto alla trascendenza.
LA LOGICA DEL DONO. Nel videomessaggio, Ricoeur riflette sulle basi del suo umanesimo, partendo dal presupposto che l’identità personale si costruisce tra affermazione di sé e riconoscimento reciproco. Quando si nega il carattere morale dei legami sociali, ammonisce il filosofo, il risultato è una vera e propria lotta per il riconoscimento reciproco in cui regnano comportamenti negativi come l’umiliazione, il disprezzo, la violenza in tutte le sue forme fisiche e psicologiche, senza contare le discriminazioni verso le minoranze. L’unico antidoto all’insoddisfazione provocata da questa pratica della lotta, sostiene il filosofo, è l’esperienza del riconoscimento effettivo in un mondo pacificato. La formazione del legame politico che ci rende cittadini di una comunità storica non deriva solamente dalla preoccupazione per la sicurezza e la difesa degli interessi particolari di questa comunità, ma da qualcosa di simile ad una ’amicizia politica’ essenzialmente pacifica, radicalmente diversa dalla logica del mercato, perché donare resta un gesto spontaneo che sfugge all’oggetto del calcolo interessato.
UN TESTIMONE SCOMODO. Un testimone scomodo per tutti coloro che cercano di mettere in ombra la portata rivoluzionaria delle parole del Vangelo, o che tendono a conciliare con troppa disinvoltura le esigenze etiche del cristianesimo con la mentalità corrente Così NUNZIO BOMBACI, docente all’Università di Messina, ha definito Mounier, ripercorrendone l’itinerario filosofico e spirituale, dalla nascita a Grenoble (il 1° aprile 1905) fino alla morte avvenuta a soli 45 anni, il 22 marzo del 1950. Nella sua piena maturità – ha sottolineato il relatore – Mounier afferma l’esigenza di una nuova presenza del cristiano nella città umana, di un credente che superi la nostalgia della ’cristianità’, interiorizzi la sua ineludibile, precaria condizione e sia capace di testimoniare, nel suo impegno per l’uomo, la ’discrezione ardente’ del suo Dio. Il personalismo comunitario e relazionale che propone Mounier – ha affermato don MARIO TOSO, rettore dell’Ateneo Pontificio – è conseguenza della contemplazione del mistero della Redenzione. È la fedeltà, oltre che all’uomo, a Dio che ha fatto del pensatore francese un intellettuale profetico per il suo tempo e che consente a noi di vederlo ancora attuale per questo millennio, grazie alla sua capacità di tradurre la fede in cultura, sulla base di tre primati: Della persona, e con essa della società, sullo Stato; della persona, e con essa del lavoro, sul capitale; della persona, e con essa dell’etica, sulla politica.
IL DOVERE DELLA STORIA. Coniugare la necessaria ’infanzia dell’anima’ con la capacità di essere autenticamente adulti, uomini e donne capaci di assumere sino in fondo la propria condizione e le proprie responsabilità di fronte alla storia. Consiste essenzialmente in questo, secondo GIORGIO CAMPANINI, docente all’Università di Parma, l’attualità di Mounier come intellettuale responsabile che sente il dovere della storia: Farsi carico di questa storia –ha affermato il relatore – è per Mounier l’unica strada percorribile per un credente che non voglia ridurre la comunità cristiana a una ’casa di riposo’ o ad una congrega di bigotti che si nutrono delle ’biblioteche rosa della devozione’.
No, quindi, alla Chiesa come una sorta di salotto buono nel quale fuori dal movimento della storia si coltiva un astratto e imbelle spiritualismo; sì, invece, all’impegno nella storia come capacità di misurarsi con essa sottraendosi alla ’paura della realtà’, immergendosi nelle vicende del mondo essendo capaci, se necessario, di ’sporcarsi le mani’. Anche rischiando, per restituire alle nuove generazioni cristiane il coraggio e il gusto dello ’spirito di avventura’.
M.M.N.
Comunicato stampa n. 6
convegno su mounier
Filosofo e profeta
Partita da Roma la richiesta per la causa di beatificazione
“Siamo convinti che un eventuale riconoscimento della eroicità delle virtù di Mounier da parte della Chiesa, nei tempi di Dio, sarà quanto mai stimolo prezioso all’esercizio di una santità laicale alla luce del messaggio dell’incarnazione e resurrezione del Signore”. È quanto si legge nella “lettera-proposta” per l’introduzione della causa di beatificazione di Emmanuel Mounier, sottoscritta dagli oltre 550 partecipanti (provenienti da 99 nazioni diverse) al termine del Convegno internazionale su “Persona e umanesimo relazionale, eredità e sfide di Mounier”, svoltosi nei giorni scorsi a Roma presso l’Università Pontificia Salesiana, in occasione del centenario della nascita del padre del personalismo (cfr Sir 2-3/2005). Nella lettera il filosofo è definito “paradigma cristiano per ogni tempo”, grazie alla sua “spiritualità solida, coraggiosa ed evangelica”. Al termine dei lavori, i partecipanti hanno inviato anche un messaggio al Papa. “Abbiamo avuto il dono – scrivono a Giovanni Paolo II – di scavare nella personalità multilaterale di questo filosofo e profeta del nostro tempo”, un laico che “ha precorso il Concilio coniugando la fedeltà al Cristo Signore della storia con la storia carica di drammi e di attese”. Dalla bioetica alla multiculturalità, dalla rivoluzione digitale al dialogo interreligioso: molti i temi di dibattito dell’ultima giornata del Convegno, che ha visto anche lo svolgimento di un “Forum sul personalismo, promosso dalla rivista “Prospettiva persona” di Teramo.
“PERSONA” E “FUTURO”. Il personalismo di Mounier, per i partecipanti al Convegno, “è di grande attualità” perché presenta ancora “germi di futuro, sia per i credenti – che egli richiama alla mobilitazione delle coscienze senza compromessi nei confronti del ‘disordine stabilito’ – e poi dei non credenti che invita, come uomini di buona volontà, a lottare insieme per la causa dell’uomo”. Quella del filosofo, dunque, “è una lezione permanente per il laicato di oggi, in quanto ci ricorda il ‘primato dello spirituale’ non come uno slogan ma come un progetto che si fa ogni giorno programma, con la capacità di pagare gli alti costi dell’Amore, rinnegando i facili idoli di quello che Mounier stigmatizzava come ‘l’uomo dello spirito borghese’”.
UN “LEGAME CARNALE” CON L’AFRICA… “Ho appreso solo di recente che nel 1947 mio padre ha fatto un viaggio in Africa. In quell’anno sono nata io…”. MARTINE MOUNIER MATHIEU, con suo marito, ha adottato 4 bambini africani, che, aggiunge, “mi hanno insegnato l’amore per quel Continente”. A raccontare, l’esperienza “a volte difficile” di essere figlia di un filosofo conosciuto e studiato in tutto il mondo è stata l’ultima figlia vivente di Emmanuel Mounier. Ricevendo un libro d’arte alla memoria del padre, a cura di Osvaldo Rossi, Martine non si è detta “sorpresa” di vedere attorno a sé persone provenienti da un centinaio di nazioni: “Sono cresciuta in una casa frequentata da persone di ogni colore”, ha confessato, e a proposito della sua infanzia in famiglia l’ha definita “molto protetta, circondata di affetto”. “Mia madre – ha aggiunto – mi ha insegnato ad ‘uscire fuori’, a frequentare tutti gli ambienti, anche quelli molto diversi e lontani dalla casa dei ‘Muri Bianchi’”. Oggi, Martine è un insegnante di scuola materna in un villaggio della Savoia, e negli occhi dei suoi figli – ha raccontato vede un “legame carnale” (che ora è anche il suo) con l’Africa, ma anche un riflesso della sua “figliolanza” con il padre, che ha scritto pagine vibranti su quel Continente. Infine un richiamo alla pedagogia. “Ho sentito dire – ha affermato – che oggi sembra morto un tipo di educazione molto ‘rigido’ o ‘strutturato’. In Francia non è così: il sistema statale impone di ‘valutare’ anche i bambini in età prescolare in base alle loro ‘competenze’. Non hanno la possibilità di crescere ‘liberi’, come auspicava mio padre”.
BIOETICA E “QUESTIONE SOCIALE”. “Oggi è impensabile separare la questione bioetica dalla questione sociale”. Secondo PAOLO CARLOTTI, dell’Università Pontificia Salesiana, risiede essenzialmente in questo l’attualità della “questione bioetica” così come viene trattata da Mounier, secondo il quale “la promozione della vita – della vita di tutti – ha bisogno di una cultura, cioè di significati e di valori condivisi, per poter essere efficace: ha bisogno di una cultura della vita, cioè di uno stile concreto di vita sociale, a cui attingere facilmente, quasi naturalmente, i criteri delle azioni morali”. Per Mounier, ha fatto notare il relatore, “la persona inizia in modo degno della sua dignità non quando viene prodotta ma quando viene generata”. Di qui il riferimento alla procreazione medicalmente assistita, con i rischi del primato assoluto della tecnica sulla “generazione”. Nei confronti della “tecnica”, Mounier ha assunto una posizione di “equilibrio” tra l’“incondizionata accoglienza” e il “radicale rifiuto”, aprendo così il dibattito sulla “dimensione pubblica della bioetica, che ha incrementato notevolmente la sua portata in questi ultimi anni”.
M.M.N.
Comunicato stampa n. 7 sul Sir Europa
CULTURA
L’utopia di Mounier
Il “personalismo” in Europa e nel mondo a 100 anni dalla nascita del filosofo francese
Mettere in rete tutte le famiglie personaliste sparse nel mondo, unite nella distinzione a partire dalle rispettive aree linguistiche. A lanciare la proposta è stato Attilio Danese , direttore della rivista Prospettiva Persona di Teramo (Italia), nel corso del primo Convegno internazionale dedicato dall’Italia ad Emmanuel Mounier nel centenario della nascita . Alla tre giorni, svoltasi a Roma presso l’Università pontificia salesiana, hanno partecipato oltre 550 persone, provenienti da 99 Paesi. Quello di Mounier – ha detto don Mario Toso , rettore dell’università – è stato un eroismo contemplativo ed attivo insieme, trasformatore ed innovatore, mediante l’azione per la giustizia. Un umanesimo libero per se stesso e cosciente di sé, dove la fatica del dono e della responsabilità, il dolore e lo scacco, sono abbracciati ad occhi aperti, portati su di sé e vissuti senza rinunciare alla gioia. Dal convegno è partita una lettera proposta per l’introduzione della causa di beatificazione del filosofo francese Di seguito alcuni spunti dei lavori.
Francia: l’attualità di un uomo del suo tempo. Grazie alla sua passione per il reale, Mounier ha offerto una filosofia della città che prepara alla politica ed offre una lettura del suo tempo che nonostante errori ed esitazioni resta un pensiero di straordinaria attualità, in campi che spaziano dalla bioetica alle nuove tecnologie, dall’individualismo alla cultura del benessere, dal dialogo interreligioso e multiculturale alla questione ecologica. Lo ha detto Jean-Dominique Durand, dell’Università di Lione. Secondo Mounier, il personalismo non è un sistema: è l’antitesi di una filosofia chiusa, un’attitudine, uno stile, uno spirito. Réfaire la Renaissance vuol dire tornare al cosmopolitismo che ha segnato quell’epoca storica: non a caso, il sottotitolo della rivista Esprit, fondata da Mounier nel 1932, è revue internationale. A sottolineare il particolare taglio che caratterizza tale rivista ancora oggi è stato Olivier Mongin, direttore di Esprit, che ripercorrendo la figura del fondatore, e l’attualità che il suo pensiero incontra ancora in Francia, ha messo in evidenza che tutto il suo pensiero è stato costruito a partire dall’osservazione dei ’pensieri’ e fenomeni del suo tempo.
Polonia: il personalismo come anti-ideologia. Una voce di opposizione al governo comunista del dopoguerra, che aveva assunto atteggiamenti in cui la persona umana non trovava un’adeguata difesa, anzi si trovava talvolta un preciso misconoscimento. È stato questo, in Polonia, il personalismo come avvenimento storico. A parlarne è stato Krzyszof Gozowski, dell’università cattolica di Lublino, secondo il quale proprio da questa natura di anti-ideologia deriva lo sviluppo così ampio del personalismo nel suo Paese, a partire proprio dalla scuola di Lublino. Dopo la caduta del sistema totalitario, ha informato il relatore, il personalismo è diventato una sorta di ecumenismo scientifico ed una sfida alle nuove figure dell’umanesimo nichilista. Un illustre personalista è senza dubbio il Papa, convinto fin dall’inizio del suo pontificato (ma anche del suo percorso di studi filosofici) che la vita personale e sociale, economica e politica e tutta la cultura deve basarsi sulla verità dell’uomo, mentre tutte le deviazioni e crisi cono conseguenza di un errore antropologico.
dall’Europa alL’America Latina. Ma io credo all’utopia, no a quella ove si evade, bensì a quella ove si progetta con una volontà di ferro. Presto o tardi, questa forza produce il suo frutto. Con questa citazione di Mounier Balduino Antonio Andeola, dell’Università di Porto Alegre (Brasile), ha concluso il suo intervento sui frutti che il pensiero mounieriano produce ancora oggi in America Latina. un mondo che renda possibile a ciascuno di realizzarsi liberamente come persona. Maria Villela-Petit, del Centro nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi, ha sintetizzato in questi termini l’eredità di Mounier in Brasile. La pedagogia del padre del personalismo, ha aggiunto la relatrice, ha ad esempio coordinato e diretto gli sforzi delle persone impegnate nella realizzazione di programmi educativi per i più poveri, grazie ad una visione della storia – come quella di Mounier – dove la persona e la comunità si rivelano i due poli dinamici capaci di orientare in un senso più autenticamente umano quella grande mutazione storica che è la ’mondializzazione’ dell’uomo.
Aspetti artistici
Rifare il Rinascimento – Emmanuel Mounier
In occasione del centenario della nascita di Emmanuel Mounier
(Grenoble 1° aprile 1905)
Nel corso del Convegno “Persona e Umanesimo relazionale: eredità e sfide di E.Mounier” – Roma, Università Salesiana
(12-14 gennaio 2005)
Il giorno 13 gennaio alle ore 19
ha debuttato con successo di pubblico e di critica
lo Spettacolo di teatro-musica che si è snodato sul filo di un doppio binario: autobiografia e pensiero.
Rifare il Rinascimento, Emmanuel Mounier
Parole scritte di suo pugno da Emmanuel Mounier in varie opere tra cui Rivoluzione personalista e comunitaria (Parigi, 1935), Diari (dal 1933 al 1950), Lettere inviate a Chevalier, Maritain, Guitton, agli amici, alla moglie Paulette e alla sorella Madeleine. E non senza sorpresa ci si trova di fronte – fra il resto – al Mounier scrittore: prosa limpida, veemente, capace di dolcezza, impreziosita da squarci di poesia; e al Mounier comunicatore di quella ‘linfa’ che – come lui dice – “mi porto addosso” e che ha molto da dire e da dare sull’Umanesimo relazionale.
Voci recitanti – Angelo Petrone e Maria Rosaria Olori
Viola – Samuele Danese
Pianoforte, musiche originali, elaborazioni e Direzione musicale – Giacomo Maria Danese
Aiuto alla regia – Elena Di Carlo
Testo e Regia – Maffino Redi Maghenzani
Consulenza scientifica di Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese
Il gruppo di artisti legati al Laboratorio Eirène di Teramo(https://www.centropersonalista.it\///index.asp?todo=labm_01&mode=1),
a partire dal 2000 sta portando sulle scene italiane “Abissi e Vette, Simone Weil ” e “Un’aureola per due ” (45 repliche) (la straordinaria vicenda di Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi).
convegno su mounier