17.02.010- Anno sacerdotale con La valle di Pietra di Maurizio Zaccaro

Giunto in una valle boema a fare rilevamenti topografici per conto del governo austro-ungarico, un agrimensore (C. Dance) conosce un saggio e modesto parroco (A. Bardini) di campagna. I due uomini si legano in un’amicizia vera e profonda: l’anziano prete racconterà all’altro la propria giovinezza e l’amico scoprirà, dopo la morte dell’anziano sacerdote, la grande generosità d’animo dell’uomo di chiesa, ignorata da tutti. Dalla novella Kalkstein (1848) dell’austriaco Adalbert Stifter, adattata con Ermanno Olmi, un film di elegante e intensa semplicità, sapiente nel rapporto tra personaggi e paesaggi che raggiunge una trasparenza rosselliniana nella dimensione etica dell’abnegazione e nell’elogio dei cuori semplici e delle creature in ombra. Esterni in Boemia e Toscana.

Premio San Fedele. Grolla d’oro alla sceneggiatura (M. Zaccaro, E. Olmi).

 

Approfondimento  della trama

Nell’Ottocento, in Boemia, durante un pranzo in casa di un prete benestante, un agrimensore, che lavora per l’impero austro-ungarico, conosce l’anziano parroco di una contrada non lontana, e nota che, nonostante i poveri abiti, indossa eleganti polsini di merletto, che cerca sempre di nascondere. Passano 8 anni, e all’agrimensore viene dato dal governo un nuovo incarico, per cui, allontanatosi dalla famiglia, raggiunge in carrozza la “Conca di pietra”, fatta di grige rocce brulle, che si sfaldano giù nel fiume. Accolto dall’efficiente assistente, l’agrimensore, iniziati i rilievi necessari fra le colline franose, incontra quell’anziano parroco, che aveva conosciuto tanti anni prima, il quale ammira il paesaggio, pur così privo di alberi, perchè “le rocce raccolgono la luce”. Da allora i due si vedono spesso, anche alla canonica, povera, ma pulitissima. Una sera d’estate caldissima, l’agrimensore, sospeso il lavoro, viene invitato dal prete, il quale gli predice un violento temporale imminente, che gli impedirebbe di raggiungere la locanda. Infatti comincia presto una pioggia torrenziale, e i due uomini, al solo lume di una candela, restano a lungo in silenzio, poi cenano, dopo la preghiera, con poco cibo frugale. Più tardi il parroco offre all’ospite un letto per la notte, e questi scopre che il prete abitualmente dorme sopra una cassapanca, col capo appoggiato su di una Bibbia. L’agrimensore, stupito, ripensa al bianchi polsini di pizzo del sacerdote. Al mattino, quando parte, egli vede il prete immerso nell’acqua della Conca (allagata dal temporale) per aiutare i bambini del paese, che vanno a scuola, a passare un ponticello semisommerso, e anch’egli si unisce all’opera di soccorso. Preso dal lavoro, l’agrimensore dimentica il parroco per qualche tempo, poi apprende che è malato, va a trovarlo e sente che non vuole nè medico, nè medicine, perchè aspetta di guarire, se Dio vorrà. In una delle sue visite al malato, questi gli affida la copia del proprio testamento, poi gli racconta di essere figlio, insieme a un fratello gemello, dell’agiato e onesto proprietario di una conceria di pelli, e di aver perso la madre alla nascita. Davanti al cancello del suo giardino, passava spesso una graziosa bambina bionda, Johanna, che stendeva la biancheria di una contessa sul prato vicino. Da Johanna il ragazzo aveva imparato l’amore per la biancheria fine e per i merletti, dei quali lei gli spiegava i nomi e i pregi. I loro incontri finirono bruscamente, ma egli cercò sempre di avere biancheria elegante. Divenuto parroco, egli ha risparmiato le rendite della parrocchia, compensando la sua piccola vanità con molti sacrifici in altre cose. Dopo qualche tempo il prete muore e l’agrimensore, alla lettura del testamento, apprende che il defunto, da tanti creduto avaro, ha destinato i suoi risparmi alla costruzione di una nuova scuola per evitare ai bambini del luogo percorsi pericolosi.