10-12 dicembre Convegno internazionale . “Dio oggi. Con lui o senza lui cambia tutto”

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Si terrà a Roma dal 10 al 12 dicembre 2009 all’Auditorium Conciliazione (via della Conciliazione n. 4). L’evento è promosso dal Comitato per il progetto culturale della Cei con il patrocinio del Comune di Roma.

Info e iscrizioni

http://www.cci.progettoculturale.it/questionedio/progetto_culturale_/iniziative_a_cura_del_progetto_culturale/00007339_Dio_Oggi__aperte_le_iscrizioni.html

oppure telefonare allo 0666398288.

Programma   
GIOVEDì 10 DICEMBRE

ore 15.00 AUDITORIUM CONCILIAZIONE
PRIMA SESSIONE
Il Dio della fede e della filosofia

Saluti: CARD. Angelo BAGNASCO, Gianni ALEMANNO
Presiede e introduce Andrea RICCARDI
CARD. Camillo RUINI 
Robert SPAEMANN
 

ore 18.00 EVENTI IN CONTEMPORANEA 

  • AUDITORIUM CONCILIAZIONE 
    Dio nel cinema e nella televisione 
    Proiezione-discussione con Aldo GRASSO, Mariarosa MANCUSO, Adriano APRÀ 
    Presiede e introduce Paola RICCI SINDONI
     
  • LUMSA  
    Dio nella letteratura e nella poesia
    Discussione a partire da una pagina letteraria con Ferruccio PARAZZOLI, Davide RONDONI, Robert SCHNEIDER 
    Presiede e introduce Alessandro ZACCURI
     
  • HOTEL COLUMBUS 
    Dio e l’anima 
    Discussione a partire dal libro di G. Canobbio, Il destino dell’anima. Elementi per una teologia, Morcelliana 2009, con Giacomo CANOBBIO, MONS. Ignazio SANNA, Michele LENOCI, Giorgio ISRAEL 
  • AUDITORIUM CONCILIAZIONE
    Dio in libreria
    Discussione a partire dall’indagine UELCI sul mercato librario religioso 
    Coordina Paola BIGNARDI
     

ore 19.30 AUDITORIUM CONCILIAZIONE
Dio, la vita e la vita umana 
Conversazione con CARD. Carlo CAFFARRA, Giuliano FERRARA, Aldo SCHIAVONE, Enrico BERTI 

VENERDì 11 DICEMBRE 

ore 9.30 AUDITORIUM CONCILIAZIONE 
SECONDA SESSIONE 
Il Dio della cultura e della bellezza 
Presiede e introduce  Lorenzo ORNAGHI 
CARD. Angelo SCOLA
Roger SCRUTON

ore 11.30 Antonio PAOLUCCI e MONS. Gianfranco RAVASI discutono di Dio nell’arte figurativa di ieri e di oggi 

ore 15.30  AUDITORIUM CONCILIAZIONE
TERZA SESSIONE 
Dio e le religioni
 
Presiede e introduce Francesco BOTTURI 
Rémi BRAGUE
Massimo CACCIARI

ore 18.00 EVENTI IN CONTEMPORANEA

  • AUDITORIUM CONCILIAZIONE 
    Dio nella musica ieri e oggi 
    Esecuzione di alcuni brani musicali e guida all’ascolto di Pierangelo SEQUERI e Pierpaolo BELLINI
  • HOTEL COLUMBUS 
    Dio e la violenza 
    Discussione a partire dal libro di E. Severino, A Cesare e a Dio. Guerra e violenza in controluce, Rizzoli 2007,con Emanuele SEVERINO, Luigi CIMMINO, Angelo PANEBIANCO, Eugenia SCABINI
  • LUMSA
    Creazione e/o evoluzione 
    Discussione a partire dal libro di D. Alexander, Creation or Evolution. Do we have to choose?, Monarch Books 2008, con Denis ALEXANDER, Fiorenzo FACCHINI, Gennaro AULETTA, Giuseppe TANZELLA NITTI

ore 19.30 AUDITORIUM CONCILIAZIONE 
Dio, la storia, la politica 
Conversazione con MONS. Bruno FORTE, Ernesto GALLI DELLA LOGGIA, Salvatore NATOLI, Francesco D’AGOSTINO 

SABATO 12 DICEMBRE

ore 9.00 AUDITORIUM CONCILIAZIONE 
QUARTA SESSIONE 
Dio e le scienze

Presiede e introduce Ugo AMALDI 
Martin NOWAK, George COYNE, Peter VAN INWAGEN
Conclude MONS. RINO FISICHELLA

 Nostro approfondimento come “Prospettiva Persona”

 https://www.centropersonalista.it\///libri/Con%20o%20senza%20Dio%20bis.pdf

Giulia Paola Di Nicola ~ Danese Attilio

Con senza Dio?

Per una spiritualità della relazione

  With or without God? 

For a spirituality of the relation

Città Nuova, Roma 2006

 

If it is true that every to be human it perceives the need of spirituality, is equally true that to such need dates often come answers predecease, uncertain or batch processing lines. The point of reference remains the Rule of gold: “Ago’ to the others that that you would want was made you”. It alludes to a humanism of familiar and relational type, that it corresponds to desire to construct satisfactory relationships with all and to realize the civilization of the love.  Also dealing a universal topic, the Authors have intentional to decline it with particular reference to the braces. What is, in fact, laier and than more divine of the love life?  Picking the positive side of this requirement, these pages want to analyze the riches of every serious distance of human increase, coming unhooked from the alternative “laicism or religiosity? ”, and declining the topic with particular reference to the brace life. What is, in fact, laier and than more divine of the love? The opening to the other, the sincere gift of if in the respect of the diversity, they can therefore strongly offer the opportunity of a testimony of the vocation of every person to living in relation, for being able “to fly high”.

Against how much people auspice and prophets in years Seventy of the 1900’s with regard to the “dead women of God” and to the “eclipse of the sacred one”, the need of spirituality is today alive, and in the public opinion it is assisted to a renewed attention towards how much “speaks about God”, dyeing itself sometimes of syncretism or in contrast with the great religious traditions. Attilio Danese and Julia Paola di  Nicola mean to collect the positive side of this spiritual search. It is possible, and as, living this dimension in the life of brace also for who is not declared believer? The autors propose a distance of formation to the matrimonial life that faces all the topics of the spirituality conjugates them Christian (the affectivity, procreation , the pain and the disease) addressing in particular also to how many does not believe, demonstrating one rare sensibility and ability to dialogue.  

 

 

Perché mai un libro sulla spiritualità a partire dai non credenti? Forse che questi ultimi hanno bisogno di un’etichetta che garantisca il loro essere sulla diritta via? In realtà è nostra convinzione che ogni essere umano avverta costitutivamente il bisogno di spiritualità o comunque mal sopporti l’asfissia da materialismo, consumismo, efficientismo e tutto ciò che tende a spingere verso il basso ciò che invece, spontaneamente, aspira ad innalzarsi.

Non è in questione il bisogno di legittimare una rinascita religiosa, che pure esiste. Le ricerche dicono che 3 persone su 4 in Europa credono in Dio e 2 su 3 si dichiarano religiose; a ciò si aggiunge il riesplodere della fede nei popoli dell’Est. Il cristianesimo, l’Islam e l’ebraismo sono in piena riscoperta della loro identità e delle loro radici,  contestando pale­semente le profezie illuministe. Anche la pubblicistica si va arricchendo di titoli su Dio, come una riscoperta, una reinvenzione o, secondo alcuni, un riflusso. In Italia il 40% della popolazione devolve alla Chiesa cattolica l’8 per mille e il 90% degli studenti delle scuole medie superiori sceglie ancora l’insegnamento della religione cattolica, per non parlare della vitalità dell’associazionismo, sia a carattere spirituale che  socio-assistenziale, sia moderato che fondamentalista, sia “progressista” che “conservatore”.

Diverso è l’approccio ai problemi della spiritualità, ma si riconosce legittimità a tutte le possibili forme di rapporto stabilite con il sacro e si parla perciò di fede o di ateismo “al singolare”, data la pluralità di variazioni tra religioni e tra ateismo e religioni.  Il senso della spiritualità coesiste con l’indifferenza, con la rivendicazione di un’interpretazione soggettiva, con la discontinuità o l’abbandono della pratica, con lo scollamento tra riferimenti ultimi e scelte quotidiane, con la libertà e il distacco dalle istituzioni. A ciò si aggiunge l’aumento di coloro che fanno ricorso alla magia e alle pratiche sacrali imbonitorie. Atei, agnostici, indifferenti, creduloni e credenti sono “costretti” a incontrarsi trasversalmente e pongono diversi interrogativi: il confronto interreligioso finirà con l’omologare tutti e spegnere la forza della fede in un neosincretismo? Come distinguere ciò che è religioso in senso stretto da ciò che non lo è? Come cogliere le frontiere tra una spiritualità “naturale” e una spiritualità confessionale? In che modo si possono tenere insieme domanda di spiritualità ed esigenza di laicità? Gli ideali fissati nelle carte sui Diritti dell’uomo sono espressione di spiritualità o piuttosto la minacciano?

Una cosa è certa:  non si parla più di “morte di Dio” e di’“eclissi del sacro”, profezia tipica degli anni Sessanta,  ma di “eclissi della secolarizzazione” e “rivincita di Dio”,  l’insopprimibile dal cuore dell’uomo[1]. Vi sono valori indispensabili a che un essere umano possa vivere degnamente e felicemente. Diceva don Milani: “Cercasi un fine. Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga nel ragazzo null’altro che di essere uomo. Cioè che vada bene per credenti e atei”.

Questo afflato di cattolicità si ritrova nel Concilio: «con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo»[2]. Commenta Giovanni Paolo II: «Qui, dunque, si tratta dell’uomo in tutta la sua verità, nella sua piena dimensione. Non si tratta dell’uomo “astratto”, ma reale, dell’uomo “concreto”, “storico”. Si tratta di “ciascun” uomo, perché ognuno è stato compreso nel mistero della Redenzione, e con ognuno Cristo si è unito, per sempre, attraverso questo mistero… L’uomo così com’è “voluto” da Dio, così come è stato da Lui eternamente “scelto”, chiamato, destinato alla grazia e alla gloria: questo è proprio “ogni” uomo, l’uomo “il più concreto”, “il più reale”; questo è l’uomo in tutta la pienezza del mistero di cui è divenuto partecipe in Gesù Cristo, mistero del quale diventa partecipe ciascuno dei quattro miliardi di uomini viventi sul nostro pianeta, dal momento in cui viene concepito sotto il cuore della madre»[3].

 In questo libro vorremmo uscire dall’alternativa tra laicità, la cui regola etica è stata fissata nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo, e religiosità, cercando di valorizzare il percorso di crescita umana che ciascuno fa e che in alcuni casi approda ad una fede dichiarata e in altri affina e perfeziona la maturazione umana, etica e spirituale. Proprio il pluralismo esasperato suscita il bisogno di riconoscersi tutti alla ricerca della verità e non suoi unici e orgogliosi possessori. Su questa base il dialogo non è una tolleranza strumentale alla conversione dell’altro, ma vera attenzione ad entrare in sintonia con l’altro, a valorizzarne i talenti e coglierne l’aspirazione al bene[4].

Pur trattando un tema universale, abbiamo voluto declinarlo tenendo presente particolarmente le coppie e il loro cammino di accettazione della differenza, nello spirito di quella originaria impronta creaturale per cui ogni specie vivente è in coppia (“Maschio e femmina li creò”). Cosa c’è di più laico e di più divino della vita d’amore? A partire dall’amore tra un uomo e una donna  i problemi perdono la loro rigidità intellettuale e diviene più agevole riconoscere la fratellanza universale nel comune e diverso percorso di umanità e di spiritualità. Il punto di riferimento, valido per tutti i rapporti interpersonali, al di là delle religioni, resta   la Regola d’oro: “Fa’ agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, regola che si basa sul riconoscimento, non può escludere alcuno e si distingue dalla rigidità dell’imperativo kantiano, proprio perché allude ad uno stile di vita relazionale che ha il suo modello eccellente nell’amore usque ad mortem.

 

 

Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese


[1] Si veda “Prospettiva Persona” n. 36 (2001), dal titolo “Dio non è morto” con gli atti di un convegno sullo stesso tema svoltosiin collaborazione con  l’Istituto teologico di Molfetta. Cf anche F. Garelli, Religione e Chiesa in Italia, Bologna 1991; S. Burgalassi, Passato e futuro. Religiosità italiana e analisi sociologica, Pisa 1991; P. Bonetti, La questione laica, in «Nuova Antologia», 127 (1992), 321-330. Per il passaggio dalla religione istituzionale all’esperienza di Dio in profondità cf S. Acquaviva, Eros, morte, esperienza religiosa, Bari 19934.

[2] Gaudium et Spes, n. 22. I padri conciliari avevano di fronte l’uomo nella sua realtà concreta: «in tutta la verità della sua vita, nella sua coscienza, nella sua continua inclinazione al peccato ed insieme nella sua continua aspirazione alla verità, al bene, al bello, alla giustizia, all’amore» (Redemtor Hominis, n. 14).

[3] Redemptor Hominis, n. 13

[4] Per Giovanni Paolo II: «… il dialogo, i contatti, la preghiera comunitaria, la ricerca dei tesori della spiritualità umana, i quali – come ben sappiamo – non mancano neppure ai membri di queste religioni. Non avviene forse talvolta che la ferma credenza dei seguaci delle religioni non cristiane – effetto anche essa dello Spirito di verità, operante oltre i confini visibili del Corpo Mistico – possa quasi confondere i cristiani, spesso così disposti a dubitare, invece, nelle verità rivelate da Dio e annunziate dalla Chiesa… È nobile esser predisposti a comprendere ciascun uomo, ad analizzare ogni sistema, a dare ragione a ciò che è giusto» (Redemptor Hominis, n. 6).