Il ruolo degli Stati Uniti d’America è diventato quello di “gendarme del mondo”. Ma le cose stanno cambiando a livello internazionale e all’interno. In questo processo anche la Chiesa ha un ruolo decisivo


Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo che il direttore Flavio Felice ha preparato per avvenire
Il saggio / Massimo Faggioli analizza una presenza viva
e pluralista nella società. Ma che in politica si polarizza
Nel 2024 ha ceduto il suo collante costituzionale e civile
Un cattolicesimo diviso
tra Biden e Trump
Ma àncora di salvezza
I FLAVIO
FELICE
nsegnando questo semestre in una università
statunitense, ho accolto con piacere l’invito a
recensire un interessantissimo libro, scritto da
Massimo Faggioli: Da Dio a Trump. Crisi cattolica e
politica americana (Scholé). Nell’introduzione,
l’autore afferma che «La Chiesa cattolica rimane
un’ancora di salvezza che non ha paralleli a livello
nazionale» e descrive una presenza cattolica nella
società americana estremamente pluralistica. Nei
quattro capitoli di cui si compone il volume, l’autore
analizzalo scenario politico ed ecclesiale che ha
condotto alla recente vittoria di Donald J. Trump.
Con riferimento al contesto politico-ecclesiale,
Faggioli adotta un’immagine forte: l’elezione di Joe R.
Biden del 2020 è letta come un atto di «esorcismo»
che avrebbe potuto vendicare l’offesa arrecata alle
istituzioni democratiche degli Stati Uniti da un
manipolo di aspiranti golpisti. L’assalto a Capitol Hill
rimane un’onta nella storia degli Stati Uniti, una
ferita sempre aperta, una profanazione della sacralità
laica di cui godono le istituzioni americane, a
prescindere da chi abbia vinto le elezioni. Credo che
questo sia un punto essenziale per comprendere lo
slittamento delle principali culture politiche
statunitensi da un repubblicanesimo condiviso alla
reciproca scomunica, una postura che delegittima
l’avversario e rende impossibile il discorso pubblico
tra le differenti posizioni nella public square.
E a questo livello della ricostruzione che Faggioli
introduce il tema della questione cattolica, intesa
come una questione aperta e irriducibile a un’unica
prospettiva. Il cattolico Biden si vedrà negato il
sostegno di una parte consistente della comunità
cattolica statunitense, vanificando, di fatto, per
l’autore, il compimento di quell’atto di espiazione
civile. Qui Faggioli individua due espressioni del
cattolicesimo americano, estremamente distanti l’una
dall’altra e stabilisce il discrimine nell’accettazione o
meno del Concilio Vaticano II. Da un lato ci
sarebbero i cattolici progressisti, favorevoli al
Concilio e aperti alla prospettiva liberal (da non
confondere con il liberalismo in senso classico) e
dall’altra i cattolici neoconservatori, contrari al
Concilio e politicamente alleati alla prospettiva
conservatrice. Ad ogni modo, andrebbe ricordato che
il discrimine non riguarderebbe l’accoglimento o
meno dell’evento conciliare e dei relativi documenti,
bensì l’interpretazione.
Seguendo il magistero di Benedetto XVI, esistono
almeno due macro chiavi interpretative del Concilio,
sinteticamente rappresentate dallo stesso Pontefice
con le espressioni: “ermeneutica della continuità” ed
“ermeneutica della discontinuità”. Se facciamo
riferimento alla prospettiva cattolica
neoconservatrice, non si tratta affatto di una non
accettazione del Concilio, basti leggere Testimone
della speranza di George Weigel (Mondadori, 2001),
quanto di una interpretazione dettata
dall”`ermeneutica della continuità”, la cui fonte
ispiratrice fondamentale rimane l’opera di Karol
WojtylaAlle fonti del rinnovamento. Studio
sull’attuazione del concilio, pubblicata nel 1972 e
disponibile oggi per i tipi di Rubbettino.
È in questo scenario polarizzato in termini radicali
che maturerebbe una decisa indignazione da parte di
una parte importante del cattolicesimo statunitense e
del suo episcopato nei confronti del richiamo di
Biden alla sua fede cattolica, condividendo l’agenda
politica democratica, nella quale sono ben presenti i
temi classici del wokismo, in particolare
l’accettazione dell’aborto e delle istanze Lgbtq. In
questa prospettiva, afferma Faggioli, matura la
sconfitta del 2024, la «dissoluzione di un minimo
comun denominatore di consenso costituzionale e
civile all’interno della Chiesa cattolica negli Usa».
Attraverso una ricca ricostruzione delle vicende
politiche, tanto domestiche quanto internazionali,
dove andrebbe pur ricordato che il movimento
neoconservatore si è diviso, dando vita al fenomeno
“never for Trump”, in nome di quel «realismo
democratico» che è parte costitutiva della prospettiva
neocon, Faggioli giunge ad affermare che la vittoria di
Trump rappresenta la sconfitta del cattolicesimo
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liberai-progressista (da non confondere con il nostro
cattolicesimo liberale), una sconfitta che investe tanto
il piano politico quanto quello religioso.
Va rilevato che, nella ricostruzione, l’autore tende a
contrapporre la Chiesa di Benedetto XVI, il quale
rinviava al ruolo delle «minoranze creative», alla
«chiesa di popolo» di Papa Francesco. Eppure, le
«minoranze creative» di Benedetto potrebbero essere
il fermento del «popolo» richiamato da Francesco e il
pluralismo in seno alla comunità dei fedeli potrebbe
essere il flebile segnale di un altro risveglio.