22 Maggio 2023
La storia cambia quando Maria risponde all’Amore generando il Verbo, l’amore-sapienza del Padre, suo Figlio e primo tra molti fratelli. La fede dei credenti continua a contemplare tale mistero di una donna vestita di sole, sollevata da Dio accanto a sé, sposata con un’alleanza eterna, dotata di indubbio influsso materno su suo Figlio. Il Dio onnipotente viene co-generato, protetto, educato alla vita terrena, coccolato tra le braccia di Maria e Giuseppe[1]. «Dio ha tanto amato il mondo, da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16). Quando leggiamo questo passo di Giovanni, torniamo alle prime pagine di Genesi: Dio considerò ogni cosa buona («Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa buona», Gn 1, 25) e soprattutto, con riferimento all’essere umano: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gn 1, 31). Agli occhi di Dio, Maria risplende della bellezza dell’umanità come Egli l’ha desiderata, da Adamo ed Eva fino all’ultimo degli esseri umani: «L’hai fatta come un cielo nuovo e una terra nuova; terra che non porta se non l’Uomo – Dio e cielo che non contiene che lui e non agisce che per lui. Tu l’hai fatta nell’universo, come un altro universo»[2]. Davanti a Dio e al mondo, Maria è stata veramente ricolmata di Grazia: il Verbo d’ora in poi sarà il Figlio di Dio e di Maria.
[1] Cf C. Lubich, Maria Fiore dell’umanità, in «Nuova Umanità», n.1 (1966), 15-17; L. M. Salierno, Maria negli scritti di Chiara Lubich, Città Nuova, Roma 1993.
[2] Cardinal P. De Berulle, Les Mystères de Marie, Bernard Grasset, Paris 1961, 199-200.