Maria e la sua concezione verginale: riflessioni sulla trascendenza e l’unione coniugale

Pensando a Maria 8 Maggio 2023

Senza clamore pubblico, Giacchino e Anna avranno posto la massima cura nella educazione di colei che avrebbe a sua volta educato l’Emanuele. Risulta che a un anno Maria sia stata presentata ai sacerdoti del Tempio e pochi anni dopo fatta accedere al suo interno, come promesso a Dio. «Il sacerdote l’accolse e, baciatala, la benedisse esclamando: “Il Signore ha magnificato il tuo nome in tutte le generazioni. Nell’ultimo giorno, il Signore manifesterà in te ai figli di Israele la sua redenzione”»[1]. Sarebbe rimasta nel tempio fino al momento dell’incontro con Giuseppe[2]. …

Maria è stata amata da Dio nel più intimo e ha generato senza contatto fisico: è vergine nel rapporto con Giuseppe perché sposa di Dio[3]. Il concepimento verginale di Gesù «non intende anzitutto eccepire all’interazione del maschile e del femminile nella procreazione… la verginità di Maria non è censura della sessualità o smentita della sponsalità, ma esito felice dell’apertura umana alla trascendenza…Alla luce del Vergine si capisce la vergine»[4]. Perciò non si può sottovalutare l’unione fisica coniugale, se non altro perché tutti gli esseri umani possono vivere solo se ricevono la vita e la danno grazie all’unione in una sola carne, iscritta nella natura, immagine del Creatore.

(pp.27-28)

[1] Protovangelo di Giacomo, VI, cit.

[2] La Chiesa ha accolto con gioia la Lettera apostolica Patris corde,  pubblicata daPapa Francesco l’8 Dicembre 2020in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale patrono della Chiesa universale. 

[3] Cf P. Lefebvre, ‘La vierge concevra’ (Is 7,14). Une prophétie possible, in La Vierge au Livre, Cerf, Paris 2004143-149.

[4] S. Duchi, Ecce ancilla Domini, in «Vivens homo», n.31/2 (2020),  97-421,   417-18.