Salotto culturale del 24 gennaio 2008, ore 18

Con  il Patrocinio della Fondazione Tercas, della città di Teramo e della Provincia di Teramo 

Comunicato stampa Salotto culturale 2007

Continuano gli incontri culturali presso la Sala di lettura “Prospettiva Persona” 

Giovedì 24 gennaio  alle ore 18  presso la Sala di Lettura “Prospettiva Persona” in Via N. Palma, 33- Teramo 

Logos e Mythos: Prometeo nel Protagora di Platone

A cura di Emilia Perri 

 

 Approfondimenti:Dal Protagora di PlatoneGli dei incaricano Prometeo ed Epimeteo di distribuire le varie qualità agli esseri viventi:“- Ma certamente o Socrate – disse – Non rifiuterò, ma come vi spiegherò? Come uno più vecchio a quelli più giovane raccontando una storia o sviluppando un ragionamento?”.Dunque molti di quelli seduti attorno a lui proposero di procedere come preferiva, -“tuttavia, mi sembra – disse – che sia più piacevole raccontarvi una favola. Ci fu un tempo in cui gli dei esistevano già, ma non esistevano le razze mortali. Quando poi anche per queste giunse il tempo fissato della nascita, gli dei le plasmavano nella terra, mescolando terra e fuoco e quelle cose che si mescolano al fuoco e alla terra. Quando stavano per portarli alla luce, ordinarono a Prometeo e a Epimeteo di abbellirli e di distribuire le forze a ciascuno come conveniva.” Epimeteo, col consenso di Prometeo, distribuisce a tutti gli animali le qualità, le caratteristiche, i mezzi di sopravvivenza“Epimeteo chiede a Prometeo di essere lui a distribuire e disse: – Mentre io distribuisco, controlla – e così avendolo convinto opera la distribuzione. Mentre faceva la distribuzione ad alcuni assegnava forza senza agilità, quelli invece più deboli rinforzava con la velocità, armava alcuni, a altri invece dando una natura disarmata provvedeva a qualche altra forma di difesa per la salvezza. A colora che racchiudeva in un piccolo corpo assegnava una fuga alata o un rifugio sotterranea, quelli che accresceva in grandezza li salvava proprio con questo. E distribuiva le altre cose in questo modo, dimostrando buon senso e escogitava questi mezzi preoccupandosi che qualche stirpe non si estinguesse; dopo che ebbe predisposto per loro mezzi di difesa dagli attacchi reciproci predispose anche strumenti di difesa dai fenomeni naturali dotando questi o di folte pellicce o di dure pelli capaci di resistere all'inverno e all'intemperie per loro che andavano a dormire adatte per essere giaciglio naturale e innato per ciascuno di loro e adattando ad alcuni artigli ai piedi ad altri fornendo pelli dure e callose ad altri pellicce; da questo momento in poi predisponeva cibi diversi per i vari animali ad alcuni il nutrimento dalla terra ad altri i frutti degli alberi, ad altri le radici ce ne sono alcuni ad i quali concesse di essere nutrimento per altri animali e ad alcuni assegnò una scarsa prolificità a quelli invece che potevano essere distrutti da questi grande fecondità, predisponeva la salvezza per la razza.”Epimeteo si dimentica dell’uomo e ricorre per aiuto a Prometeo“Ma poiché Epimeteo non era del tutto saggio, gli sfuggì di aver consumato le doti per gli animali gli restava però ancora e del tutto disadorna la razza degli uomini e non sapeva che cosa fare, a lui che era in difficoltà si presentò Prometeo per controllare la distribuzione e vide che tutti gli altri animali erano ben dotati di ogni cosa, mentre la stirpe umana era nuda, non rivestita e disarmata e già si avvicinava il giorno stabilito in cui anche l’uomo doveva uscire dalla terra alla luce”.Prometeo ruba l’abilità tecnica e il fuoco agli dei salvando gli uomini“Prometeo dunque, non sapendo quale mezzo di salvezza potesse trovare per l’uomo ruba labilità tecnica di Efesto e di Atena insieme con il fuoco – è infatti impossibile senza fuoco che questa divenisse produttiva e utile per chicchessia – e così ne fece dono all’uomo. L’uomo dunque ebbe con questo la saggezza necessaria alla vita, ma non aveva quella per la vita associata era infatti presso Giove. A Prometeo non era consentito salire fino all’Olimpo, la casa di Zeus – di più presso Zeus c’erano dei terribili guardiani – quindi si recò di nascosto alla casa comune di Atena e di Efesto, nella quale i due lavoravano e rubando l’abilità di Efesto e quell’altra di Atena le donò all’uomo e da ciò ci fu per l’uomo una vita agiata. In seguito a quanto si dice Prometeo per colpa di Epimeteo pagò il fio del furto.”Come si vede, ben diversi sono il vigore narrativo è l’immediatezza delle immagini, la caratterizzazione dei personaggi: in Apollodoro c'è solo un piatto racconto dei fatti, in Platone il mondo degli uomini e degli dei si anima e prende vita sotto i nostri occhi.Cf http://www.comune.bologna.it/iperbole/llgalv/iperte/mito/scopo/platone.htm