Lunedì 20 febbraio 2012 Viaggio nella Nebbia: “Nowhere boy”

Lunedì 20.II.2012 ore 17,45  presso la Sala “Prospettiva Persona” continuano gli Incontri del Salotto Culturale  in Via N. Palma, 33 – Teramo  con  un nuovo appuntamento del Viaggio nel paese delle nebbia  a cura di Lucia Pompei.

L’incontro del prossimo lunedì prende lo spunto da  un interessante documentario biografico sulla giovinezza di John Lennon, la rockstar più venerata al mondo.

 

La cittadinanza è invitata

 

Approfondimento

 

A quindici anni John Lennon scopre che la sua vera madre, Julia, è viva e abita a pochi passi da casa. L’incontro tra i due sarà fonte di eccitazione ma pure di turbamento per il giovane John, che viene persuaso dalla madre a percorrere la via del rock’n’roll.
Il bio-pic sulle rockstar rappresenta ormai un genere a sé, codificato fino all’eccesso e pericolosamente incline a rifugiarsi nei cliché; se poi la rockstar in questione si chiama John Lennon va da sé che il rischio sia destinato ad aumentare esponenzialmente. L’operazione che Sam Taylor-Wood tenta di intraprendere è un’indagine sui primi vagiti dell’uomo destinato a divenire più famoso di Gesù Cristo, per capire quanto del Lennon che tutti conosciamo dipenda dalla sua adolescenza travagliata.  Liverpool, intorno al 1955. La travagliata adolescenza di John Lennon (1940-1980): i rapporti con l’affettuosa e severa zia Mimì _ che lo prese con lei a 6 anni, sottraendolo a genitori disastrosi _ e con la madre Julia, scombinata e sexy che gli insegnò a suonare il banjo e, risposata, ebbe due bambine; l’attrazione per il rock’n roll; l’amicizia con Paul McCartney; la prima band e la scoperta del sesso. Scritto da Matt Greenhalg, ispirandosi al libro di memorie Imagine: Growing Up with My Brother John Lennon della sua sorellastra Julia Baird e diretto da una 42enne artista visuale, premiata alla Biennale d’Arte di Venezia 1997, che guida con una complicità quasi morbosa il 19enne Johnson “catturandone ogni gesto minimo, ogni respiro” (S. Emiliani). Pur in una struttura espositiva frammentaria e diseguale, il risultato fu approvato persino da Yoko Ono, invadente “terza” madre di Lennon. Si apre e si chiude nel segno della morte: all’inizio quella dello zio, alla fine quella della madre, accompagnata dalla canzone “Mother” in un film sui Beatles in cui i Beatles non sono mai nominati.

Non è dato sapere se le cose siano andate davvero così, ma è bello credere che la Julia sognata durante i mille ascolti del brano omonimo del White Album sia quella sbarazzina e un po’ folle della ricostruzione di Taylor-Wood. Lontano dall’approccio coraggioso di un Backbeat – incentrato su Stu Sutcliffe e con Lennon e l’universo Beatles collocati sullo sfondo – come da quello radicale del Control di Corbijn, Nowhere Boy non teme il ricorso a stereotipi per risolvere snodi narrativi anche cruciali, né il rischio di sfociare in quel bozzettismo caricaturale che affligge una discreta fetta del cinema britannico di oggidì (anzi finisce spesso per avvalersi di ambedue).  

 Liberamente tratto da

 http://www.mymovies.it/film/2009/nowhereboy/?morandini=1

http://www.mymovies.it/film/2009/nowhereboy/