Appuntamento co la Flora e la Fauna il prossimo 12 febbraio

 

Comunicato stampa

Mercoledì 12  febbraio 2014 alle ore 17,45  nei locali della Sala di Lettura “Prospettiva Persona”  continuano gli incontri del Salotto Culturale con il ciclo La flora e la Fauna in Abruzzo a cura di L’incontro farà perno su Flora e  Fauna nel Parco nazionale d’Abruzzo, a cura di Giorgio Pagliuca La cittadinanza è invitata

 

CRP -Segreteria Via T. Bruciata, 17 64100-Teramo tel. 0861244763, fax

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Approfondimento

Ttratto e sintetizzato da

http://it.wikipedia.org/wiki/Parco_nazionale_d’Abruzzo,_Lazio_e_Molise

 La Fauna

Grandi mammiferi

•     Orso bruno marsicano (Ursus arctos L. subsp. marsicanus Altobello),

30-50 esemplari circa. È il simbolo del parco che da sempre ha sconfinato in tutte le montagne dell’Abruzzo meridionale, del Lazio e del Molise, contando avvistamenti anche alle basse quote. Dai circa 80 esemplari registrati negli anni Ottanta[29], la presenza delplantigrado è scesa a non più di 50, concretizzandosi in tal modo l’elevato pericolo di estinzione, come avvenne negli anni Cinquanta (30 esemplari). La sua presenza è attestata, con più frequenza, nelle valli boschive dei Monti della Meta e nella riserva integrale del Feudo Intramonti, nel comune diVilletta Barrea. Con introduzioni di alberi da frutto selvatici e la regolamentazione degli accessi turistici, si è costruito un ambiente più idoneo alle sue necessità.

Problematico è anche il bracconaggio che ogni anno elimina, tramite esche avvelenate, alcuni orsi.

•     Lupo appenninico (Canis lupus L. subsp italicus), 40-50 esemplari

circa. È il predatore più importante del parco e di tutto l’Appennino, nel

1970 contava solamente una decina di esemplari, ma grazie all’estensione del territorio della riserva integrale, l’aumento delle popolazioni di Camoscio d’Abruzzo e l’introduzione di cervi e caprioli la specie ha registrato una costante crescita, fino alla accertata diffusione nel vicino Appennino laziale e toscano. Altri individui stanno colonizzando le Alpi, oltrepassando i confini storici dell’areale della specie.

•     Lince[32] (Lynx lynx L.), 10 esemplari circa. Fino a pochi anni fa

non tutti gli studiosi concordavano sulla presenza della lince nel territorio del parco: la specie era stata considerata ivi estinta[33] e molti ancora ritengono le popolazioni appenniniche frutto di reintroduzioni recenti. Due esemplari sono conservati e studiati in un’apposita area faunistica a Civitella Alfedena. Altre testimonianze parlano dell’avvistamento di un animale localmente noto come «lupo cervino» o «lupo cerviero» o «jattepàrde» tra Pescasseroli, Villavallelonga e Opi tra il 1940 e il 1970.[34]

•     Camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata, già Rupicapra

rupicapra ornata), 600-700 esemplari circa. Altro importante elemento, che insieme all’orso marsicano è endemico del parco, si è preservato dall’estinzione nei pendii della Camosciara (nome che ne testimonia la presenza relitta). Geneticamente vicino al Camoscio dei Pirenei, presenza vistose differenze col Camoscio alpino per il collare di pelo più scuro attorno al collo, collo che invece è completamente rivestito di una fine peluria chiara, in inverno bianca. Oggi ha recuperato territorio ed è diffuso sulle alture del Monte Amaro di Opi e del Monte Meta di Picinisco, nonché saltuariamente su tutte le pendici più ripide della riserva non più soggette a intenso pascolo. 

•     Cervo (Cervus elaphus L. subsp. hippelaphus), 700-800 esemplari

circa.[29] Il cervo si era estinto nel parco già al momento della sua prima istituzione, nel 1921, e la sua assenza incise notevolmente sulla catena alimentare creando serie difficoltà per i predatori principali. 

•     Capriolo (Capreolus capreolus L.), 300-400 esemplari circa.[30] Come

il cervo anche il capriolo è stato reintrodotto. Dai circa 60 esemplari oggi la popolazione è notevolmente aumentata, tanto da essere la specie più facile da avvistare.[36]

 

Mammiferi minori

Sfuggevole l’incontro con il gatto selvatico, la martora, la faina, il tasso e la puzzola, specie diffuse su tutto il territorio nazionale. Incerta la presenza della Lontra, nelle acque chiare e non inquinate del Sangro all’affluenza dei torrenti pescosi che scendono dalle valli vicine. 

Molto più comuni sono la volpe, la lepre, la talpa, il riccio e la donnola; abbastanza frequenti il ghiro e lo scoiattolo meridionale. Anche qui i cinghialisono un problema sentito, e non solo dalla popolazione per i danni alle colture, ma anche per il dissesto che apportano al manto erboso delle radure minacciando spesso le presenze floristiche rare.[36] Si segnalano 13 specie diverse di Chirotteri.

Uccelli[modifica | modifica sorgente]

Tra gli uccelli (circa 230 specie diverse) si ricorda l’importante presenza del Picchio di Lilford nei boschi di Monte Tranquillo a Pescasseroli e sui Monti della Meta; si è ipotizzata la reintroduzione del Picchio nero.

Segnalata la presenza senza nidificazione della Cicogna bianca, e avvistamenti rari di Gypaetus barbatus. I rapaci sono ancora ben diffusi come in tutto il territorio appenninico: ilfalco pellegrino, l’astore, la poiana, il gufo reale e l’allocco. Nei pressi dei corsi d’acqua incontaminati non poteva mancare il Merlo acquaiolo, oltre alle più comuni ballerine gialle.

L’aquila reale ha trovato nell’area protetta molti luoghi ideali per la nidificazione, e con le restanti aree protette confinanti, può sfruttare il Parco Nazionale d’Abruzzo come corridoio naturalistico per la riconquista delle zone prossime in cui si era estinta. Se ne contano oggi 3 coppie stabilmente nidificanti nel parco o nella Zona di Protezione Esterna.

Vipera comune

Saltuaria la presenza del Grifone.

Rettili e anfibi[modifica | modifica sorgente] Tra i rettili ma solo sui luoghi più aspri ed in quota troviamo la rarissima Vipera dell’Orsini oltre la Vipera comune, abbastanza frequente il biacco, come l’orbettino e la Biscia dal collare (Natrix natrix subsp. lanzai).[36] Salamandrina terdigitata La presenza di alcune valli ricche di acque sorgive, impaludamenti e torbiere ha favorito la conservazione di piccoli anfibi rari e schivi quali la salamandrina dagli occhiali, il tritone italiano e la salamandra pezzata.

Ittiofauna[modifica | modifica sorgente] Nei corsi d’acqua più freddi troviamo le specie di trota autoctone Salmo cettii e Salmo trutta lacustris. Introdotta nei bacini artificiali la trota iridea (Oncorhynchus mykiss). Segnalata la presenza del gambero di fiume Austropotamobius pallipesitalicus e il gambero lacustreGammarus lacustris.[36] Invertebrati[modifica | modifica sorgente] Si contano fino a 2000 diversi coleotteri fra le circa 3800 specie diverse di insetti, molti di questi rari e localizzati, fra cui Parnassus apollo, Carabus cavernosus violatus e il Capricorno del Faggio (Rosalia alpina).

Molto praticata l’apicoltura.

 Flora

La sua posizione grossomodo centrale nella penisola italiana e i diversi ampliamenti effettuati nel corso degli anni in territori paesaggisticamente vari hanno fatto del parco un prezioso serbatoio di specie floristiche rare ed endemiche, luogo di protezione degli ambienti più tipici e meglio conservati di tutto l’Appennino.

Spettro biologico

Lo spettro biologico della flora del Parco Nazionale d’Abruzzo presenta notevoli affinità con gli studi analoghi risultanti dalle flore dei monti Simbruini, dei monti Alburni e dei monti Picentini. Le flore di dette località sono molto simili per la presenza cospicua di emicriptofite e di terofite, contrariamente a quanto risulta dalle indagini attuate nell’Abruzzo interno, dove le prime risultano più consistenti per numero di specie, mentre si riducono notevolmente le seconde[37].