Quarto Canto dell’inferno il 6 febbraio al Salotto culturale

La rilettura dell’ Inferno di Dante al Salotto  di venerdì 7 febbraio 2015 alle ore 17,45

Venerdì 7 febbraio alle ore 17,45 l’omaggio a Dante  prosegue con il Venerdì dantesco al suo   quarto appuntamento. Il Salotto  culturale, grazie alla generosa collaborazione di Benedetto Di Curzio,   rilegge il IV Canto dell’Inferno nell’ambito dello speciale omaggio al  sommo poeta Dante Alighieri nel 750 anniversario della sua nascita(1265-2015) .

Inferno  IV  canto

“Or discendiam qua giù nel cieco mondo,” cominciò il poeta tutto smorto. Io sarò primo e tu sarai secondo”… Intanto voce fu per me udita: “Onorate l’altissimo poeta; l’ombra sua torna, ch’era dipartita”… Venimmo al piè d’un nobile castello, sette volte cerchiato d’alte mura, difeso intorno d’un bel fiumicello…

Approfondimento

Ingresso nel Limbo. Descrizione delle anime e salvezza dei patriarchi biblici. Incontro con Omero, Orazio, Ovidio e Lucano. Il castello degli «spiriti magni». È la sera di venerdì 8 aprile (o 25 marzo) del 1300. Cfr. http://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-iv.html

Problematiche sul Limbo

Uno degli aspetti più problematici inerenti le anime confinate nel Limbo riguarda i bambini morti prima di essere battezzati, che pur essendo innocenti e non avendo commesso alcuna colpa sono irrimediabilmente esclusi dalla salvezza: il punto doveva colpire non poco i teologi medievali, che infatti se ne occupano in più di uno scritto, ed anche lo stesso Dante vi accenna ripetutamente nella sua descrizione del I Cerchio da cui proviene la sua guida nella prima parte del viaggio, il poeta latino Virgilio. In Inf., IV, 29-30 egli sottolinea che nel Limbo si sentono dei profondi sospiri emessi dalle anime lì relegate, turbe, ch’eran molte e grandi, / d’infanti e di femmine e di viri, mentre in Purg., VII, 31-33 è Virgilio a spiegare al concittadino Sordello che nel I Cerchio ci sono anche i pargoli innocenti / dai denti morsi de la morte avante / che fosser de l’umana colpa esenti, parole in cui è evidente l’apparente ingiustizia che la volontà divina sembra riservare a questa categoria di anime. Va aggiunto che l’aquila degli spiriti giusti, nel suo discorso sulla predestinazione e sulla salvezza nei Canti XIXXX del Paradiso, risponde al dubbio di Dante sull’argomento (che lui stesso dichiara che lo ha tormentato a lungo) riconducendo tutto all’imperscrutabile giudizio divino, per cui ciò che può sembrare un’apparente ingiustizia trova la sua spiegazione nell’abisso della saggezza di Dio, che però è inconoscibile al limitato intelletto umano. Recentemente la Chiesa Cattolica è tornata sulla questione dei bambini morti senza battesimo e ha cautamente ipotizzato che per essi vi possa essere una speranza di salvezza, rimuovendo dunque il carattere di perentorietà circa la loro perdizione che era posta dalla teologia medievale: nel 2007 la Commissione Teologica Internazionale ha infatti redatto un documento, approvato dal pontefice Benedetto XVI, in cui si afferma che il battesimo è condizione necessaria per essere ammessi alla grazia, ma che è lecito sperare che Dio possa salvare i bambini morti senza aver ricevuto il sacramento (dunque l’esistenza del Limbo non viene negata e, anzi, esso viene ritenuta un’«ipotesi teologica possibile», ma viene di molto attenuata la sua importanza sul piano della salvezza individuale).

S. D’Antonio