Comunicato stampa invito per 28 e 30 novembre 2018

Comunicato stampa – Invito

Il prossimo Mercoledì 28 Novembre 2018 alle ore 17,45, nei locali provvisori di Via Vittorio

Veneto 11il Salotto culturale “Prospettiva Persona” ( con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici e culturali  , Caritas diocesana Teramo-Atri),

continuano i mercoledì del salotto con la rubrica  Libri in Vetrina  dando attenzione al libro  L’enigma del Genio. Capire il linguaggio di Federico Fellinbi,  di Jamshid Ashough.

La cittadinanza è invitata

Approfondimento

In occasione del venticinquesimo anniversario della scomparsa (31 ottobre 1993) di Federico Fellini, Jamshid Ashough rivela lati nascosti e segreti del genio e regista cinematografico. 

Di origine iraniana, da  quaranta anni in Italia, Ashough conduce studi approfonditi durati oltre ventidue anni, portando alla luce concetti celati nei film del grande regista. Luigi Colantonio,  il direttore editoriale, afferma che  le idee dell’autore hanno cambiato tutta la letteratura felliniana fino ad ora scritta. 
Sandra Milo, attrice protagonista di importanti film di Fellini,  scrive: “Il libro di Ashough è un libro intrigante, alla scoperta di un Fellini a noi sconosciuto. Il lavoro svolto dall’Autore è quasi metafisico e ci indirizza verso conclusioni che ci appaiono a prima vista inverosimili. Ma sarà davvero così? Sono felice che ci sia ancora qualcuno che scavi all’interno dei film di Fellini per trarne altre verità. È senz’altro un libro da leggere.”

 

 

 

 

 

 

 

Venerdì 30 Novembre 2018 alle ore 17,45 il Salotto culturale “Prospettiva Persona” nei locali provvisori di Via Vittorio Veneto 11, al primo piano a Teramo nella Sala Caritas( con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici e culturali  , Caritas diocesana Teramo-Atri),presenta la rubrica Guida all’ascolto dell’Opera liricaa cura di Benedetto di Curzio dando attenzione e ascolto antologico  al“Benvenuto Cellini”, di H. Berlioz.

 

Atti: L’azione si svolge a Roma durante il carnevale

  1. La casa di messer Giacomo Balducci
  2. Piazza Colonna, la sera del martedì grasso
  3. Lo studio di Cellini, il mercoledì delle ceneri, di prima mattina

Atto primo. La casa di messer Giacomo Balducci. È il crepuscolo del lunedì prima della quaresima. Il tesoriere del papa, Balducci, si lamenta con sua figlia Teresa perché Cellini ha ricevuto dal santo padre l’incarico di creare una statua in bronzo raffigurante Perseo che stringe la testa mozzata della Medusa. Egli avrebbe preferito che l’incarico fosse toccato a Fieramosca, scultore famoso, cui vorrebbe dare in sposa la figlia. Ma Teresa è segretamente innamorata di Cellini: preoccupata, si chiede se i diritti dell’amore debbono essere più forti dei doveri verso i genitori (cavatina “Entre l’amour et le devoir“). Entra Cellini. Durante il loro duetto (“O Teresa, vous que j’aime plus que ma vie“), entra non visto Fieramosca e sente le parole che Cellini rivolge a Teresa: le propone di fuggire a Firenze durante i festeggiamenti del carnevale. Perché ella lo possa riconoscere, Cellini si maschererà da frate con un saio bianco. Si sente Balducci tornare. Mentre Cellini riesce a fuggire, Fieramosca si nasconde nella stanza da letto di Teresa, dove viene scoperto: con sorpresa e indignazione, Balducci e Teresa chiamano a raccolta i vicini perché vengano a prelevare l’intruso e gli facciano fare un bel bagno nella fontana. 
Atto secondo. Piazza Colonna, la sera del martedì grasso. Cellini, prima di essere raggiunto dai suoi amici artisti di Firenze nella piazza, medita sull’amore e sulla gloria (romanza “La gloire était ma seule idole”). Poi tutti insieme improvvisano una canzone, che tesse le lodi di tutti gli artisti orafi della Toscana. Entra Ascanio, per informare Cellini che il papa, pagando l’artista, pretende che la statua sia pronta per l’indomani. Intanto Fieramosca ha ordito un piano per sventare la fuga del rivale: indosserà il saio bianco come Cellini, in questo modo Teresa rimarrà completamente frastornata (“Ah, qui purrait me résister?”). Ha inizio il carnevale. Mentre gli attori invitano il pubblico ad assistere alla loro commedia (una pantomima architettata da Cellini, nella quale è facilmente riconoscibile la caricatura di Balducci), approfittando del frastuono generale Teresa cerca Cellini, ma si trova di fronte due frati bianchi che dicono entrambi di essere Cellini. Ne nasce un tafferuglio, nel corso del quale Cellini uccide involontariamente un amico di Fieramosca, credendolo il rivale. La folla lo circonda, ma proprio mentre le guardie stanno per portarlo via si ode un colpo di cannone da Castel Sant’Angelo. È mezzanotte: il carnevale è finito, inizia la quaresima, tutto il tripudio deve immediatamente cessare. Approfittando dell’improvviso sconcerto generale, Cellini fugge e al suo posto viene arrestato Fieramosca. 
Atto terzo. Lo studio di Cellini, il mercoledì delle ceneri, di prima mattina. Ascanio ha trascinato Teresa fuori del tumulto della notte precedente e l’ha portata nello studio di Cellini. Mentre lo aspettano, sentono passare in strada la processione del mercoledì delle ceneri e si uniscono alla preghiera. Entra trafelato Cellini, che racconta come il travestimento gli abbia salvato la vita: ora potrà finalmente fuggire con Teresa a Firenze, e poco gli importa dell’impegno preso con il papa e che Ascanio gli ricorda. I due innamorati cantano esaltati la loro felicità (“Quand des sommets de la montagne“). Entrano Balducci e Fieramosca, accompagnati dal papa; ognuno espone le sue ragioni, ma su tutto preme una decisione: il papa vuole assolutamente la sua statua. Di fronte al gesto di Cellini, che afferra il martello e minaccia di sbriciolare lo stampo già pronto, tutti sono presi dal terrore. Si cerca una soluzione. Il papa è disposto a concedere il suo perdono e la mano di Teresa a Cellini a condizione che la statua sia subito terminata: altrimenti Cellini verrà impiccato. La fonderia di Cellini al Colosseo, la sera dello stesso giorno. Mentre gli artigiani preparano la fusione della statua, Cellini medita sulla sua sorte di artista e invidia una vita spensierata, leggera, come quella del pastore sulle montagne (“Sur les mont le plus sauvages”). Giunge il papa per essere presente alla fusione. Gli operai urlano e chiedono ancora metallo: quello di cui dispongono non è sufficiente a riempire lo stampo. Disperato, Cellini afferra tutti gli oggetti da lui creati fino a quel momento e li sacrifica al suo capolavoro, gettandoli nella fornace. Una terribile esplosione annuncia l’avvenuta fusione e la statua si svela in tutto il suo splendore. Cellini ha vinto; ma nel suo trionfo c’è anche un’ombra di tristezza.