Mercoledì 6 Marzo 2019, alle ore 17,45, il Salotto culturale “Prospettiva Persona”(con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici culturali, la Caritas della Diocesi di Teramo Atri) nei locali provvisori di Via Vittorio Veneto 11, nella Sala Caritas al primo piano, a Teramo presenta la rubrica “Parchi Letterari”: Valsinni – Parco letterario “Isabella Morra”, a cura di Elisabetta Di Biagio.
La cittadinanza è invitata a partecipare
Approfondimento
Isabella Morra (Favale, 1520 circa – Favale, 1545 o 1546), è stata una poetessaitaliana. Nata da una nobilissima famiglia di origine normanna, i Morra appunto, Isabella sin da piccola coltivò studi letterari che la portarono in pochissimo tempo a diventare una geniale poetessa. Isabella trascorse la sua giovinezza insieme ai fratelli nel castello di Favale (antico nome di Valsinni) componendo versi bellissimi ancor oggi oggetto di studio. Il parco letterario dedicato alla poetessa Isabella Morra è stato istituito nel 1993 a Valsinni (Matera), l’antica Favale, dove lei era nata in una data che oscilla dal 1520 al 1524, e dove era morta tra il 1545 e il 1548. Condusse una vita solitaria nel castello di famiglia , isolata tra dirupi, boschi e valli sul fiume Sinni, lontana da contatti culturali, salotti e vita di corte perchè il padre era fuggito in Francia con due suoi fratelli, presso la corte parigina del re Francesco I, durante la guerra con Carlo V, essendosi schierato dalla parte dei Francesi in un sud che era borbonico. Isabella visse aspettando sempre il ritorno del padre, assieme agli altri fratelli e alla madre che era stata lasciata mentre aspettava l’ottavo figlio, con l’unica consolazione della poesia e della cultura a cui era stata educata dal pedagogo di famiglia. I suoi fratelli, però, esclusi Scipione (l’ultimo) e la sorella Porzia, non avevano ricevuto la stessa educazione ma erano rimasti rozzi e bruti come lei stessa li definisce, essendo stati addestrati alle armi per difendere il castello.
L’unico contatto esterno che Isabella ebbe fu quello con Diego Sandoval De Castro, barone del vicino castello di Bollita, sposato e avversario anzi nemico perchè spagnolo. Tra di loro ci fu uno scambiodi lettere, essendo poeta anche il barone, tramite il pedagogo, che fu ucciso per questo insieme ad Isabella e alla madre da 3 fratelli che sospettarono una relazione amorosa, oltre che poetica.
Sconosciuta in vita, Isabella di Morra acquistò una certa fama dopo la morte, grazie agli studi di Benedetto Croce, e divenne nota per la sua tragica biografia ma anche per la sua poetica, tanto da essere considerata una delle voci più autentiche della poesia italiana del XVI secolo,[3] nonché una pioniera del Romanticismo
Non si conoscevano notizie documentate inerenti alla sua vita fino a quando Marcantonio, figlio del fratello minore Camillo, non pubblicò una biografia della famiglia Morra dal titolo Familiae nobilissimae de Morra historia, nel 1629.