Comunicato stampa Invito per Salotti del 28 febbraio e 2 marzo 2018

Comunicato stampa – Inviti

 

Il prossimo Mercoledì 28.II.2018, ore 17,45, Sala Caritas, via  Vittorio Veneto,11 – Teramo, il Salotto culturale “Prospettiva Persona” ( con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici culturali e turismo, Ufficio per il progetto culturale  e la Caritas della Diocesi di Teramo Atri),  continua  i mercoledì del salotto con la rubrica  Dalla scienza alla tecnica,  dando attenzione  al tema ” Le origini cristiane della scienza”, a cura di Alessandro Giostra.

 

La cittadinanza è invitata

Approfondimento

Alfred N. Whitehead (1861-1947)  nelle sue Lowell Lectures su La scienza e il mondo moderno (1925) ha scritto: «il Medioevo fu un lungo tirocinio della mentalità dell’Europa occidentale nel senso dell’ordine». E, come se ciò non bastasse, aggiunse che la cultura medievale è stata determinante per la conformazione della mentalità occidentale perché ha favorito «la fede inespugnabile che ogni evento particolare può essere correlato, in modo perfettamente definito, ai suoi antecedenti e fungere da esempio di princìpi generali. Senza questa fede l’enorme lavoro degli scienziati sarebbe disperato. È questa fede istintiva, vivamente sostenuta dall’immaginazione, che costituisce il principio motore della ricerca: v’è un segreto, e questo segreto può essere svelato» (tr. it. Torino 1979, p. 30). Chiedendosi poi come mai tale convinzione fosse così saldamente radicata nello spirito europeo, ne concludeva che la fede nella possibilità di una scienza, fede che precedette lo sviluppo della teoria scientifica moderna, deriva inconsciamente dalla teologia medievale.

Le radici cristiane della scienza moderna sono poco conosciute. Chi ne mise per primo in luce l’evidenza fu il fisico francese Pierre Duhem (1861-1916). Fisico teorico dedicatosi al campo della termodinamica, Duhem aveva sempre avuto un vivo interesse per la storia della fisica. A partire dagli anni ’30 del XX secolo, successivamente alle suggestioni di Whitehead prima ricordate, numerosi altri autori hanno offerto riflessioni sulle origini cristiane della scienza moderna. Fra questi, vanno ricordati gli studi storici di Alistair Crombie, Stanley Jaki e Olaf Pedersen, ed i contributi di molti altri autori.Cf. Peter E. Hodgson, Scienza, origini cristiane, in http://disf.org/origine-cristiane-scienza 

«Una alleanza tra scienza e ateismo è qualcosa che i fondatori della scienza moderna avrebbero trovato sconcertante. E’ noto da tempo che le figure chiave nella rivoluzione scientifica del XVII secolo hanno accarezzato sincere convinzioni religiose». Per loro la religione «era parte integrante delle loro indagini scientifiche e ha fornito un fondamento metafisico fondamentale per la scienza moderna. Le vestigia delle convinzioni teologiche di questi pionieri della scienza moderna può ancora essere trovato nel comune presupposto che ci sono leggi di natura che possono essere scoperte dalla scienza» (http://www.uccronline.it/2010/11/23/lorigine-della-scienza-e-nel-cristianesimo).

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Venerdì 02.03.2018  alle ore 17,45 il Salotto culturale “Prospettiva Persona” ( con patrocinio di Fondazione Tercas, Ministero per i Beni artistici culturali e turismo, Ufficio per il progetto culturale  e la Caritas della Diocesi di Teramo Atri),nei locali  provvisori di Via Vittorio Veneto 11, nella Sala Caritas al primo piano,  a Teramo continua la rubrica “à l’opéra, à l’opéra” con “Pelléas et Mélisande” di Debussy, a cura di Benedetto Di Curzio. Sono previsti ascolti antologici dell’opera.

    

approfondimento

 Opera in 5 atti di C. Debussy rappresentata all’Opéra Comique a Parigi il 30 aprile 1902. Il libretto è costituito dall’omonimo dramma in prosa (1892) di M. Maeterlinck, che Debussy musicò direttamente, apportandovi dei tagli ma senza alcuna modifica d’azione e di linguaggio. La vicenda (il nobile Golaud, marito della fragile e misteriosa Mélisande, uccide per gelosia il giovane fratellastro Pelléas, che ama riamato, la donna) è immersa in un clima simbolista, in un’atmosfera rarefatta che trova nella musica di Debussy una realizzazione di straordinaria suggestione poetica. In Pelléas et Mélisande, che è l’unica opera lirica del compositore, il canto evita ogni facile effusione melodica per restringersi a un recitativo cesellato con accorta misura e voluta monotonia, mentre l’orchestra fa proprie tutte le novità del linguaggio di Debussy, assumendo una funzione di primo piano simile a quella delle opere wagneriane, ma in nome di una concezione profondamente diversa. Cf. http://www.sapere.it/enciclopedia

 ( S. D’Antonio)