Grazia Scuccimarra a Teramo all’UPM martedì 02.02.2010, ore 17

Comunicato Stampa

Autrice e interprete solista, Grazia Scuccimarra ripropone uno spettacolo messo in scena quindici anni fa, “Noi le ragazze degli anni ’60” e lo adatta al tempo contemporaneo col titolo : Le donne viste da Grazia Scuccimarra. L’adattamento singolare per le amiche e gli amici teramani va in scena presso la Sala “O Caraciotti”, martedì 2 febbraio alle ore 17, in Via T. Bruciata, 14,  nell’ambito degli eventi speciali che l’UPM teramana ha voluto organizzare nel ventennale della sua fondazione. .

 

Argomento

“Era, dunque, il 1983 e anticipava incredibilmente i tempi mettendo in guardia i giovani di allora dall’inesorabile ritorno di quel “favoloso decennio”. In questi tre lustri, lo spettacolo ha avuto circa 1500 repliche in tutta Italia. Adesso si presenta ancora freschissimo e fa ancora sorridere e ridere gli spettatori, soprattutto le spettatrici di almeno due generazioni, madri e figlie, che ogni sera affollano i Satiri (le repliche fino al 1° marzo). Il fenomeno è quanto meno interessante perché non si tratta di un “revival”, del recupero di piccoli miti del recente passato ma, piuttosto, di una serie di ricordi che portano al confronto tra la società attuale e quella di trenta anni fa. Grazia Scuccimarra esce da un baule (naturalmente dipinto in rosa) e con lei escono i ricordi. Ricordi comuni, riportati in superficie o occasione di prima conoscenza. Ricordi di mode e costumi, sentimenti e valori, innocenze malizie semplicità, tenerezze amarezze rabbie. Voci, modi di dire e di fare. Canzoni. Vita di tutti i giorni – la famiglia, la scuola, i primi amori, gli abitini, le pettinature – filtrata dalla lente dell’ironia, ma soprattutto, con grande intelligenza, dell’autoironia. Come, del resto, ha sempre fatto nei sedici spettacoli che ha scritto e rappresentato da quando ha debuttato venti anni fa esatti in un piccolo cabaret, che ora non c’è più, e che si chiamata Il Leopardo, nel cuore di Trastevere. Con voce precisa, quasi tagliente, pronta a credere al sorriso, alla risata, come alla commozione; rimanendo, però, sempre ancorata ad una coerenza che a volte sembra spietata, soprattutto verso se stessa. Così, ancora una volta Grazia Scuccimarra è ruvida e appassionata, dolcissima e cattiva, severa e indulgente. Allora, si era così: come siamo oggi? Sembra domandare a se stessa e a chi sta seduto in platea. Sicché il ridere, come dice lei, “alle nostre spalle” assume un sapore quanto mai di attualità. ..Anche se si tratta di un testo scritto quindici anni fa”( da “Il Tempo” del 1998).