Il Tormentone referendario è finito: …. il quorum al 57%

Ad urne aperte …. il quorum al 57%

Non abbiamo creduto in questi referendum e non tanto nel merito (chi sull’onda di Fukushima non  ha dubbi sul nucleare?) quanto sul modo con cui   è stata manipolata la pubblica opinione (si è parlato solo di acqua, addirittura si sono fatte veglie di preghiere per  l’acqua facendo temere la sete, mentre  dietro c’erano in gioco i  servizi idrici con i carrozzoni dei pubblici servizi dove i funzionari di partito  smanettano alla grande).

Per indurre gli italiani a recarsi alle urne si è fatto ricorso anche alle suore, alla veglia di p.za San Pietro con padre Zanotelli,  “e la gran parte dei giornali di sinistra non ha esitato ad arruolare  alla causa persino Papa Ratzinger. Il manifesto e Liberazione, quotidiani che si fregiano ancora del titolo di comunisti, lo hanno sbattuto in prima pagina, riservando alle parole del Pontefice il titolo d’apertura (piccola curiosità:  perché non lo fanno anche quando Benedetto XVI condanna l’aborto?)”.

Abbiamo apprezzato la serietà laica del comitato  per il No guidato dal teramano avv. Walter Mazzitti che ha saputo  dire una parola chiara sull’acqua. Ma troppe forze della società civile e del volontariato hanno soposato tesi manipolate dall’insidiosa voglia di abbattere il nemino numero uno, per cui non si è ragionato sui servizi , ma sul pericolo di perdere il bene  fondamentale che rappresenta l’acqua senza mai usare il termini “servizi idrici”.  

Questo è stato anche   un voto che la sinistra  e parte della maggioranza (alcuni della Lega e alcuni del PDL) hanno strumentalizzato contro il governo per dare il secondo schiaffo annunciato, sull’onda dei risultati delle amministrative, mostrando evidente ipocrisia e notevole cinismo (perché  ad es. su almeno 3 dei 4 quesiti il Pd fino a poche settimane fa era favorevole alle leggi che ora gli elettori hanno abrogato: basti pensare alla statura di un  esponente come Bassanini che si è apertamente schierato per l’astensione sull’acqua), ma con indiscutibile efficacia politica.

Il dopo referendum rappresenta un  momento decisivo per  il governo e per la maggioranza di centro destra. “Berlusconi vive il momento meno felice della sua lunga carriera politica e per la prima volta sembra aver smarrito la capacità di essere in sintonia con i suoi elettori; ma Bossi pare persino più in difficoltà. La Lega non è più credibile come forza di fronda e di protesta, ma non risulta convincente nemmeno come forza di governo. Sembra aver smarrito la sua identità e questo spiega il nervosismo del suo vertice.

Nei prossimi giorni sono in calendario il 16 la sentenza sul Lodo Mondadori, il 19 l’adunata leghista a Pontida, il 22 il voto alla Camera. Passaggi insidiosi di cui la sinistra tenterà di approfittare, magari con la complicità dei Responsabili. Il governo riuscirà a resistere? Forse sì perché in questo momento né la Lega né il Pdl hanno interesse ad affrontare una crisi da una posizione di debolezza e senza avere un’idea del dopo.

Di certo, però, non possono accontentarsi di misure tampone. Gli italiani, che restano in maggioranza moderati e conservatori, non si riconoscono in Vendola, Di Pietro e nemmeno totalmente inCasini, Fini, Rutelli oppure in Bersani, ma al contempo non sono soddisfatti di come il centrodestra ha gestito il Paese negli ultimi anni”(così Marcello Foa su “Il giornale on line” del 13.06.2011).

Ne saranno capaci?

Vedremo