Patrizia Lombardi divideva il mondo teramano in due, quello de “li mustre”, come lei amava appellarli in dialetto con la sua inimitabile “R” arrotondata, e tutto il resto. Bianco o nero, insomma. E non c’erano vasi comunicanti, qualcuno che potesse travasarsi da un universo all’altro. No, niente di tutto ciò. Sgranava i suoi grandi occhi...
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