“È passato su Sky, in pieno ‘confinamento’ Covid 19, il film del regista giapponese Kore-eda Hirokazu, vincitore della Palma d’oro di Cannes 2018. Si racconta la storia di una famiglia diversa da tutte le altre: ci sono una nonna, un papà, una mamma, una nipote e due bambini rapiti, ma non ci sono legami di sangue. Eppure, nonostante questo, sembra davvero la migliore famiglia che possa esistere. Un uomo e una donna che non possono avere figli rubano bambini e li trasfigurano, cre-cendoli come se fossero propri nella casa di una vecchia donna, anche lei ladra e truffatrice.
Detta così la trama sembra una notizia di cronaca quasi ‘nera’. Nellalla trasposizione cinematografica, invece, quello che normalmente verrebbe considerato un crimine da condannare, appare come un gesto dolce e pieno d’umanità. Al centro della vicenda c’è una famiglia che, durante il corso del film, si scopre non essere esattamente tale (almeno non nel significato tradizionale del termine): ci sono una nonna, un papà e una mamma, ma non ci sono legami di sangue. Ci sono due bambini che vengono chiamati figli, ma che in realtà sono stati rapiti o, meglio, trovati per caso e accolti. A loro, gli adulti non hanno moltoda insegnare, forse solo qualche trucco per rubare nei supermercati e scappare via. Il taccheggio è la principale attività di sostentamento della famiglia. E anche se può apparire immorale un padre che spiega al proprio figlio che “la merce che si trova nei supermercati può essere rubata perché non è ancora di nessu-no”, quando ascoltiamo queste parole ci viene inevitabilmente da sorridere, perché la particolarità del film si trova proprio nel tono con cui la storia viene raccontata. A metà tra commedia familiare e dramma, Un affare di famiglia è anche quasi un documentario, per lo sguardo con il quale il regista restituisce uno spaccato del Giappone in grave difficoltà economica.
Senza esporsi in una vera e propria critica sociale (che comunque, anche solo indirettamente, emerge in modo chiaro), il film non enfatizza mai la materia trattata, rimanendo sempre sommesso, anche nel momento in cui esplode la tragedia. Per quanto continuino sbagliare, i componenti di questa famiglia disfunzionale, tutti stipati in una vecchia casa stretta e disordinata, si comportano esattamente come una famiglia vera, con i suoi segreti, i suoi errori e le sue giornate al mare: davvero sembra la migliore famiglia che possa esistere, basandosi sull’assunto che “la famiglia non si sceglie, ma se sei tu a scegliere il legame è più forte”.