. È lotta agli infortuni sul lavoro. Sono stati 253 i casi (di cui uno mortale) denunciati in provincia di Teramo (dati 2023) nel settore dell’agricoltura, del resto quello più sensibile, in aumento rispetto all’anno precedente (230) e al 2021 (240). In regione ammontano a 987: anche qui i dati fanno notare un incremento sul periodo precedente (957) con 5 esiti mortali, di cui 4 a Chieti. Le due province sono difatti anche quelle più diffusamente soggette a tale presenza economica, sensibile al fenomeno. Ed entrambe condividono il record di malattie professionali, in netto aumento negli ultimi periodi. “L’Inail Abruzzo – dichiara il direttore regionale, Nicola Negri – intende contrastare il fenomeno non solo con gli strumenti dell’informazione e formazione ma anche con il finanziamento di progetti per il rinnovo del parco macchine: quindi trattori più nuovi uguale più sicurezza per l’agricoltore”.
. C’è chi va via da Teramo, dai cantieri e dai parcheggi che non si trovano. I commercianti delusi scelgono San Nicolò perché la frazione offre ciò che non si trova all’ombra del campanile. “A Teramo – spiega Mattia Zicchinella – era un morire lentamente perché la nostra attività in Via Veneto era bloccata dai numerosi cantieri e dai parcheggi che non si trovavano, ricordo che con la mia pizzeria, soprattutto il fine settimana, alcuni clienti desistevano disdicendo le prenotazioni”. Ora il ristoratore si è traferito in Via Galileo Galilei a San Nicolò, dinanzi a Sottosopra, altra attività che ha dovuto rinunciare al centro, questa volta per far posto ai lavori del teatro, “ma benedico il giorno in cui mi sono trasferito, qui gli affari vanno molto meglio. Altri come me hanno fatto lo stesso percorso. Per me San Nicolò può rappresentare molto bene il prossimo futuro commerciale della città in un’area che vanta già un centro commerciale che fa i numeri, ora collegato al centro con dei bus navetta, con uno stadio, con concessionarie, aziende elettroniche e diversi bar, qui lavoriamo tutti”.
. I fotografi stanno lentamente scomparendo dalla città, assieme ai loro studi, messi all’angolo dall’avvento del digitale, dal calo vistoso di matrimoni e cerimonie, ed anche da una forma di dumping dei nuovi arrivati, e per sopravvivere si fa il doppio lavoro, pur di conservare la passione. Tra questi compaiono anche veri e propri artisti famosi a livello nazionale ma che fanno fatica ad andare avanti. “Io resisto – spiega Giampiero Marcocci – ma l’avvento del digitale, delle foto a portata di tutti, ha sparigliato le carte, quelli che erano gli introiti derivanti da matrimoni, ritratti in studio, foto pubblicitarie, servizi in esterno e tutto il resto, ora si sono assottigliati di molto, fino ad un 50%. Sui social tutti si riscoprono fotografi, basta un minimo di passione senza sapere che alla base del nostro lavoro c’è tanto studio, continua ricerca, aggiornamento faticoso: oggi anche i professionisti lavorano con gli smartphone. Poi l’abolizione della licenza, che comportava esami duri, anche di chimica, ha dato la mazzata finale al settore”.
. Le prime dichiarazioni del neo presidente Ater vertono sulla ricostruzione dei 400 alloggi, di cui 300 solo a Teramo, delle 61 palazzine inagibili, che entro un quinquennio verranno riabitati dai legittimi proprietari. La promessa di Alfredo Grotta, da 8 anni già nel Cda di Ruzzo Reti, suona come foriera di un nuovo corso che si dice “sganciato dalla politica quando di mezzo c’è il sociale, non importa il colore politico: tutti a casa” è il suo mantra, condiviso dall’intero e nuovo cda (Francesca Persia e Camillo Grazioso). “Dobbiamo restituire dignità a chi ha perso l’abitazione” aggiunge Grotta che si dice forte dell’esperienza alla Ruzzo reti (“l’abbiamo resa performante”). Le prossime sfide saranno “molto importanti, soprattutto quella del bilancio su cui ci sono grandi criticità per via delle locazioni mancanti a causa del sisma”: per questo ringrazia l’emendamento alla legge finanziaria 2024, proposto da Paolo Gatti ed Emiliano Di Matteo, che prevede un contributo straordinario di 400 mila euro: “Un inizio” precisa.
. “Oggi da Cortino, Aprati, Pietracamela o Rocca Santa Maria, i residenti dovrebbero scendere a Montorio per avere la prima banca a disposizione, con tutti i disagi che ne conseguono”. Si intensifica sempre di più il processo divenuto quasi irreversibile della desertificazione bancaria in provincia di Teramo: chiudono gli sportelli, il numero di dipendenti è in netto calo ed interi territori sono così sguarniti di un servizio definito essenziale. La situazione regionale per il segretario provinciale Fisac Cgil, Gaetano De Lauretis, è contraddistinta da “una riduzione dei comuni serviti dalle banche del 30%, cioè 52 comuni abruzzesi che avevano una banca ora non l’hanno più. Ma se vediamo il numero degli sportelli il decremento è ancora più marcato: sono stati chiusi 294 sportelli (-42%). E lavoratrici e lavoratori sono diminuiti del 41%. Circa 2.000 bancari e bancarie scomparsi su 4.720 del 2010”.
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