di Leonardo Sciascia.
Le gru rigano lente il cielo,/
più avido è il grido dei corvi;/
e il primo tuono rotola improvviso/
tra gli scogli lividi delle nuvole,/
spaurisce tra gli alberi il vento./
La pioggia avanza come nebbia,/
urlante incalza il volo dei passeri./
Ora scroscia sulla vigna, tra gli ulivi;/
per la rabbia dei lampi preghiere/
cercano le vecchie contadine./
Ma ecco un umido sguardo azzurro/
aprirsi nel chiuso volto del cielo;/
lentamente si allarga fino a trovare/
la strabica pupilla del sole./
Una luce radente fa nitido/
il solco dell’aratro, le siepi s’ingemmano;/
tra le foglie sempre più rade/
splende il grappolo niveo dei pistacchi.