Enea

Enea

In barba ad alcune critiche disastrose sul secondo film di Pietro Castellitto, ho deciso di andarlo a vedere,e non me ne sono pentita.

Probabilmente quello che spiazza un po’ è il fatto che all’inizio si alternano scene abbastanza scollegate, amici che si vogliono bene, falsi amici, salotti di lusso e discoteche ( ma si chiamano ancora cosi?) più simili alle Malebolge che a locali da sballo, il tutto avvolto da un fumo colorato e denso come nebbia.

Ma pian piano il puzzle si compone : è la narrazione di una classe alto borghese che si è fatta da sola e che ha generato rampolli problematici. Ma, ed è qui la novità, questi figli di papà non sono inerti, vuoti, anzi, sembrano cercare qualcosa, amore, affetto fraterno, amicizia, anche se per vie traverse e pericolosissime.

Tra champagne, sniffate e belle ragazze, Enea ed il suo amico Valentino, in una Roma emblematica, la Roma dei palazzi, del circolo canottieri, dei campi da tennis, giocano col fuoco, senz’altro per denaro, certo, ma soprattutto per fare qualcosa di grande, più grande che gestire un sushi-bar.

Lo stile di Castellitto è estremamente originale, specie nell’uso di primi piani centrati su particolari apparentemente irrilevanti e nell’introdurre scene chiave come d’improvviso, inaspettate…Lo spettatore rimane senza fiato, anche se tutto è coerente e logico e proprio per questo spaventoso, quasi per ricordarci che la vita non è un cammino lineare, ma procede a salti, interruzioni, gioie, cadute e faticose riprese.

Certo, i dialoghi a volte rivelano un certo sussiego, qualche banalità spacciata per saggezza, ma nel complesso il film ha uno stile asciutto, privo di retorica, tanto che anche la ricerca degli affetti sembra quasi timida, nascosta. In ogni caso niente di più lontano dalle selve di filmetti romantici e dalle commediole di mezza tacca che infestano attualmente le sale cinematografiche

Lucymovie