Dai miti ai meteoriti

Dai miti ai meteoriti

CONEGLIANO & MORIAGO DELLA BATTAGLIA (TV) – Aprile 2023 (ultimi avvistamenti)

Stavano arrivando, i meteoriti, e non me ne curavo. Me lo dicevano da 40 anni, quei miei 3 aerodinamici uccelli grigi dagli occhi di fuoco e quegli altri in formazione ad ala. Preludi di meteoriti cadenti che hanno impiegato 40 anni ad arrivare [poco, per loro è un attimo]. E con quale precisione: gli uccellacci e uccellini su nuvolosi cieli neri ce l’ho a 4 metri da dove scrivo, i meteoriti invece atterrano intorno a Treviso, 400 km da qua [un’inezia per chi viaggia tanto].

Meteoriti “senzienti” (qualunque cosa voglia dire), dai frammenti “austeri” come nere mini-piramidi d’Egitto piegate dal vento ma coi motori accesi, pronti a decollare di nuovo nello spazio. Meteoriti di innocua terracotta dipinta ma più allarmanti di quelli veri (proprio come mi segnalavano gli uccelli): perché non essendo – banalmente – “sassi di altri mondi”, perforano l’immaginario, seducono il  pensiero, irradiano infinita energia artistica invece della normale eppur stupefacente energia cosmica.

Succede come con i miti della Grecia classica: se non spenti, almeno esausti – ai nostri occhi – nelle loro marmoree immobilità. Solo se li investisse un energico vento rigeneratore tornerebbero, “rivitalizzati”, ad attrarci. 

E finalmente eccolo, il vento salvifico dei meteoriti amici, soffiare sulle sorprendenti evocative sculture, dall’ avanguardistica leggerezza come creature di Chagall, fatte di legni e vetroresine, di terra sabbia e specchi. Fluttuano allora come angeli nello spazio, le creazioni di De Angelis, anziché nell’aria morta dei musei, né hanno bisogno di didascalie pompose e piedistalli invadenti. Potrebbero apparire libere e sensuali ovunque: nel traffico e nel deserto, nei boschi e sui Monti di Mola, a Dakar come a Chicago. Opere avvolgenti e vive da teatro, opere silenziose con musiche incorporate, opere sentimentali e commoventi.

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Miti e Meteoriti volano bene insieme.

Mi piace dirlo senza la criptica irrilevante riverenza dei critici d’arte.