Giacomo Acerbo

Giacomo Acerbo

Della mia lunga vita fra giornali, tipografi, edicolanti, strilloni e fotografi ho molto da raccontare.

Oggi ricordo Pietro Palucci, a Teramo patron della tipografia Ars et Labor di via Stazio, dove con Sandro Morriconi e Giammario Sgattoni stampavamo giornali studenteschi, allora di moda. Nel primo dopoguerra, andammo a Loreto Aprutino, dove conobbi l’ex ministro di Mussolini, Giacomo Acerbo. Dello storico personaggio Pietruccio era diventato amico e tipografo di fiducia durante la campagna elettorale nel collegio di Teramo per l’elezione a deputato in Parlamento. Con la sua distinta figura imponente e gli occhiali cerchiati d’oro, l’ex gerarca fascista ci accompagnò a visitare la sua casa di Loreto Aprutino con la famosa galleria che ancora oggi accoglie la rara raccolta di preziose ceramiche di Castelli. Mostrò il balcone dal quale s’era sottratto ai tedeschi, sfuggendo miracolosamente a due plotoni di esecuzione, come ha poi raccontato in un libro di memorie. L’ex ministro ci offrì “ferratelle” e vin cotto, tipiche specialità abruzzesi. In particolare mi colpì la familiarità di Pietruccio con quel personaggio passato alla storia e che non aveva mai dimenticato il vecchio tipografo incontrato all’esordio della sua tumultuosa vita politica.

RIVELAZIONI PICCANTI. Acerbo è stato uno degli uomini più potenti del regime fascista, padre della legge elettorale maggioritaria, che nelle elezioni del 1924 aprì la strada alla dittatura del Duce.

Un’immagine decisamente inedita quella recentemente emersa dalle rivelazioni su Mussolini e i suoi gerarchi conservate negli archivi di Londra. Una sorta di “diario segreto” del Ventennio, raccontato e scritto dai suoi stessi protagonisti. Una autentica miniera di telegrammi, rapporti di polizia e dei servizi segreti, lettere anonime, intercettazioni e altri documenti, confluiti per anni nelle mani di Mussolini e acquisiti alla fine della guerra dall’intelligence anglo-americana. Documenti che hanno svelato la tentacolare rete di informatori messa a punto dal Duce, ossessionato dal timore di tradimenti e attentati, ricatti e rivalità nel partito e nel governo. Roba da far impallidire certe intercettazioni e cronache dei giorni nostri. Giacomo Acerbo lo si trova in buona compagnia con altri gerarchi di primo piano.

Senza dire poi delle evasioni e dei segreti d’alcova di Edda Mussolini, attrici, cantanti, nobildonne e insospettabili. Hanno svelato anche che il ministro abruzzese non disdegnava di ricevere nel suo ministero qualche bella maschietta, così chiamate negli anni Trenta le adolescenti con capelli corti e pantaloni. Scappatelle del ministro – precisa il rapporto dei servizi segreti – in attesa di poter cogliere le grazie di Nada M., bella e procace signora, figlia del generale… che intanto ne approfitta, facendo affari e usando il nome del ministro. Insomma, niente di nuovo per certi illeciti sotto il sole (e sotto le lenzuola).

         

                                 marcellomartelli@alice.it