Caro Claudio,

Ricordarti dopo 10 anni non è cosa semplice, perché bisogna disgiungere l’amicizia e i sentimenti di nostalgia dal riconoscimento oggettivo della tua vita spesa per la famiglia, la scuola, il nostro Centro Ricerche, come cofondatore e poi presidente.

Ti abbiamo conosciuto negli anni delle utopie giovanili che volevano cambiare la politica. Il sogno di rivoluzionare contenuti e metodi della politica nell’allora DC (avevamo guardato con attenzione a Sorgi, Natali, Aiardi) ci aveva unito, ma dovemmo presto condividere il disincanto della caduta delle illusioni e delle ideologie e assistere all’avanzare della cultura postmoderna alimentata da un pluralismo cultural religioso che favoriva indifferenza e  relativismo. Abbiamo seguito il tuo interesse per le ricerche sul tema della valutazione (docimologia) e poi la tua esperienza di dirigente, attento a cogliere e tradurre nella scuola le novità didattiche e pedagogiche. A volte potevi risultare troppo rigoroso o impermeabile alle esigenze accomodanti degli adulti, tesi ad evitare ogni fatica aggiuntiva, ma volevi coinvolgere nella tua passione le famiglie e soprattutto sollecitare il corpo docente a incarnare lo spirito delle norme, aggiornarsi ed essere creativi. Soprattutto bisognava condividere l’assioma di fondo: l’alunno al centro dell’attenzione.  

Volgemmo la nostra attenzione al pensiero personalista. Forti dei riferimenti alla persona umana nella Costituzione della Repubblica italiana e nelle carte dei diritti, avevamo trovato il filo conduttore costante  nel variare dei Governi, dei Ministri, delle circolari ministeriali: la rotta era fissata. Per te significava soprattutto convogliare le risorse e la tua professionalità al servizio dei bambini, del cui sviluppo ti sentivi corresponsabile. Al di là delle differenze di genere, di razza, di cultura e di fede, l’attenzione ad ognuno doveva guidare i rapporti in famiglia, a scuola, nel mondo della cultura. Questa attenzione poteva oltrepassare le differenze e consentire di incontrarsi e collaborare.

Fondammo insieme ad alcuni amici (Aiardi, Verna, Di Natale) il Centro Ricerche Personaliste (1988), per approfondire e diffondere quel patrimonio di idee attraverso convegni, progetti, contatti con personalisti italiani, francesi, spagnoli. Giulia Paola ed io facemmo amicizia col filosofo francese Paul Ricoeur e con il gruppo dei ‘Muri bianchi’ che tu e Sonia condivideste. Insieme ad A. Valeriani assumeste l’ermeneutica come incontro dei racconti dei diversi vissuti e preparaste una mostra dei disegni dei bambini e dei cartelloni, che commosse Ricoeur alla sua venuta a Teramo nel 1993.

L’esperienza del Salotto culturale (dal 2000 in poi) ci ha visti solidali come e più di prima. Nominato Presidente del CRP, hai potenziato gli sforzi per combinare cultura e amicizia, autorevolezza e flessibilità, grandi scenari, talvolta difficili da decifrare per chi non è del mestiere, e gesti raffinati di quotidianità, conditi dalla delicatezza di un fiore o di un cioccolatino donati a sorpresa, senza che ci fosse una ricorrenza, sempre efficaci per sciogliere una incomprensione o un disagio. Con gli anni sempre più hai speso il tempo, purtroppo breve, per alimentare buoni rapporti come sposo, padre, nonno, amico che amava  accogliere tutti nella sua casa e nel gazebo minuziosamente attrezzato proprio pensando agli ospiti.

Oggi, ancor più di allora, mentre gli scenari sono cambiati e tanti amici non sono più visibili ai nostri occhi, sentiamo il bisogno di costruire sinergie, non tanto attorno ai principi astratti della convivenza, a ideologie e a confessioni religiose, ma sul riconoscimento della comune fragilità come compare nel volto di quanti incontriamo ogni giorno. Quando è quello di un fanciullo che domanda di essere aiutato a crescere, ci ricordiamo di te.

E’ troppo chiederti di additarci quelle armonie celesti che noi a fatica tentiamo di far risuonare quaggiù?

Arrivederci Claudio

Attilio Danese

Claudio Torreggianti