Il mistero Henri Pick

Il mistero Henri Pick

Film di Rémi Bezançon con F. Luchini, C. Cottin (2018)

Con i cinema chiusi, non resta che la televisione. Ogni tanto il caso ci riserva piacevoli sorprese come la programmazione su Sky di un “piccolo” film francese “Il mistero Henri Pick”, tratto dall’omonimo romanzo di David Foenkinos. È la storia di un caso letterario: una giovane editor scopre un manoscritto dimenticato da tutti, ne rimane affascinata e lo pubblica ottenendo uno straordinario successo di critica e pubblico. Il libro è opera del misterioso Henri Pick, il quale risulta essere un pizzaiolo del piccolo paese della Bretagna in cui il manoscritto è stato ritrovato, morto da almeno un paio di anni. Tutti celebrano quello che diventa il caso del momento; l’unico a non credere nell’autenticità del manoscritto o meglio a metterne in discussione l’autore è il critico letterario Jean-Michel Rouche, passato dalla critica “scritta” a quella spettacolarizzata della televisione, che per smascherare il falso non esita a mollare tutto, anche perché per il suo carattere scorbutico è stato a sua volta “scaricato” da moglie e datore di lavoro. Lascia così Parigi e si reca in Bretagna nel villaggio di Pick. Qui, sulle tracce di prove o indizi a sostegno della propria tesi, scopre il fascino della provincia, si ritrova coinvolto in situazioni per lui insolite, finendo con instaurare un rapporto forse non solo di amicizia proprio con la figlia del pizzaiolo/letterato. Girato con garbo, il film, a metà tra commedia e giallo, si dipana leggero e lieve verso un finale nemmeno tanto imprevedibile, mostrandoci luci e ombre del mondo dell’editoria e della critica letteraria. Bellissima l’invenzione della biblioteca dei “libri rifiutati”, luogo dove trovano posto in bell’ordine i manoscritti respinti da tutti gli editori, che ricorda in piccolo il Cimitero dei Libri dimenticati del romanzo “L’ombra del Vento” di Zafon, Da sottolineare l’ottima recitazione di Fabrice Luchini, recente interprete di un altro personaggio ben caratterizzato in “Alice e il Sindaco” e l’insolito cameo di Hanna Schygulla, musa di Fassbinder.