Hope theatre

Hope theatre

di Redi Maghenzani, L’Arcobaleno editore, Milano, 2025

Redi Maghenzani è un artista e regista che più volte è stato a Teramo col Centro Ricerche Personaliste per presentare alcune sue elaborazioni di teatro povero, basato soprattutto su parole e note (queste curate da Giacomo Danese). In questa fase della sua vita sta raccogliendo i suoi lavori in piccoli e sapidi volumetti che uniscono l’originalità delle proposte letterarie a foto, disegni, brevi proposte teatrali.

L’Hope Theatre, che Redi ha fondato e diretto, è un’avventura artistica nella quale viene convogliata l’esperienza di un gruppo di amici che condividono gli interessi culturali e artistici. Tale esperienza creativa e comunitaria a distanza di 40 anni prende corpo nel libro fresco di stampa che racconta la nascita e lo sviluppo del  gruppo teatrale milanese. Scrive l’autore: “L’hope Theatre ha proseguito la sua marcia fino al 1987. Poi la vita ha chiamato ciascuno per la propria strada. Insieme a documenti vari, restano alcuni testi che qui pubblichiamo. Non sono i copioni con le note di regia, ma solo i racconti ispiratori che lasciano a ciascun gruppo o compagnia la gioia di rimetterli in scena o di trarne letture sceniche, trasmissioni radio o di reinterpretarli, ricreandoli con nuove coreografie, musiche, luci proiezioni”. Chiave di lettura e tema è la speranza. Hope appunto. In chiusura un episodio della vita di Ignazio Silone – pressoché sconosciuto fino a poco tempo fa – in adattamento teatrale e portato in scena a Torino nel 1999 da alcuni componenti dell’Hope Theatre; ne è uscito “Un Natale indimenticabile”, atto unico che ha la fragranza di un classico racconto di Natale”.  

Ci piace riportare quanto scrive l’editore  (L’Arcobaleno editrice) sul percorso di questo gruppo “ricco di sorprese perché il testo che vive tra la gente, prende le mosse da situazioni, incontri, letture, persone, dal clima sociale che si vive, non torna mai a mani vuote e porta in dono un’accresciuta bellezza.  Una voluzione di forme, contenuti ed anche di ambienti: teatri, chiese, auditorium, fiere, sale convegni, giardini, palazzetti dello sport, mansarde fino al San Babila di Milano, al magico Cenacolo di Santa Croce a Firenze, il Comunale di Sulmona, il Maruccino di Chieti, il Salone dei 500 di Palazzo Vecchio a Firenze etc.  Se tutto è andato evolvendosi, identiche sono però rimaste le motivazioni e invariato il fato di porto: speranza, fraternità, unità”. Buona lettura e godimento estetico!