A cavallo tra le Marche e l’Abruzzo, sta per nascere una nuova meta di attrattivo turismo invernale. Presto Monte Piselli avrà una modernissima seggiovia, per favorire lo sviluppo dello sport sulla neve nelle due province limitrofe, Ascoli e Teramo. Il sindaco della città marchigiana, Marco Fioravanti, ha capito che questo è il momento buono per realizzare il piano di rilancio e ha promosso un incontro con il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l’assessore alle infrastrutture, Umberto D’Annuntiis. Tema dell’importante vertice: il nuovo impianto di risalita di Monte Piselli, per cui sono già disponibili 12 milioni, da investire subito su un territorio che comprende Valle Castellana, Civitella del Tronto e San Giacomo. Visto che Prati di Tivo, Prato Selva e tutta la montagna teramana hanno chiuso i battenti “per fallimento e abbandono”, con gl’impianti di risalita perennemente chiusi e nessuna politica di sviluppo. Anzi, nel versante teramano stiamo andando, da anni, a marcia indietro. Non solo non esiste un serio progetto per valorizzare risorse importanti di un comparto altrimenti trainante per tutta l’economia locale, ormai è un tabù la stessa idea di turismo invernale.
Abbandonata la pastorizia con i suoi pastori, del Gran Sasso si parla solo quando qualche irriducibile appassionato si avventura e, spesso, a rischio di non ritorno. Mentre Parchi, Comuni e assessori, con il loro immobilismo, stanno a guardare e sul Gran Sasso nessuno si occupa dei bisogni dei residenti e dei turisti sempre più rari. Specie ora che gli ospiti stranieri stanno tornando e le grandi città d’arte cominciano a protestare “contro l’eccesso di presenze”. Si cercano destinazioni alternative da valorizzare, con noi fra queste, ma ormai esistono due Italie del turismo. Una che investe e porta a casa visitatori e soldi. L’altra che sta a guardare il business delle vacanze, monopolio del Nord-Est, che da solo attira quasi il 50% delle presenze straniere. Con l’Abruzzo montano, neanche a dirlo, fuori dal giro e senza prospettive future.
Sono in totale nove le regioni che incassano il 75% dell’intero mercato turistico nazionale. Con la nostra, che va indietro rispetto agli anni del boom. Marche, Basilicata, Calabria, Puglia sono già più avanti, puntando decisamente sulle infrastrutture (trasporti, tutela del paesaggio, manutenzioni e nuovi investimenti), come conferma la nuova seggiovia di Monte Piselli. Ma fra il Gran Sasso e l’Adriatico, non abbiamo ancora capito bene la lezione. Anzi, perseveriamo e ora è il momento di ritardare, bloccare la “panoramica del Gran Sasso”, per collegare borghi spopolati e aree interne isolate. I fondi ci sono (22 milioni). Mancano solo visione, concordia e lungimiranza, per non perdere anche l’ultimo treno.
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