Sussidiarietà e Autonomia Differenziata

 

Permettetemi solo una nota sul contributo dei pensatori personalisti e federalisti del Novecento. Cito tra gli altri Jacques Maritain, Emmanuel Mounier, Luigi Sturzo, Denis de Rougemont, Alexandre Marc. In un periodo difficile della storia dell’Europa del primo Novecento, essi hanno invocato uno Stato che sostiene e non schiaccia le comunità locali, che sia al servizio della persona e delle autonomie locali, che rispetti il principio di sussidiarietà, in aperto contrasto con le derive  centraliste e totalitarie del pensiero di Hobbes sul “Dio mortale“, di Hegel col suo Stato come ingresso di Dio nel mondo.In un contesto come il nostro, segnato dal dibattito sull’autonomia differenziata, le loro idee risultano estremamente attuali.

Per Jacques Maritain e Mounier   lo Stato è solo una parte della società politica, che include persone, famiglie e corpi intermedi. Luigi Sturzo ha difeso con forza le autonomie locali, affermando che la libertà è concreta e radicata nel territorio, non astratta e centralizzata. Nella stessa direzione Papa Pio XI ha scritto nella Quadragesimo anno: “Lo Stato deve aiutare e sostenere le realtà minori, ma senza mai assorbirle o distruggerle”.

Lo scopo che i personalisti si propongono è di liberare le comunità locali dall’ingerenza statale, affinché possano esprimere al meglio le loro capacità nel quadro della solidarietà nazionale.

Il principio di sussidiarietà è il cuore del pensiero personalista: tutto ciò che può essere realizzato dai livelli più vicini alla persona – famiglie, comunità locali – non deve essere assorbito dallo Stato, il quale deve intervenire solo in modo sussidiario, ossia di supporto. La sussidiarietà viene vista come un principio di valorizzazione della responsabilità e di promozione della partecipazione dei cittadini, attiva ed eticamente sostenuta, alla vita sociale e politica. Detto con Antoine Spire: “L’autonomia consiste nel dare a se stessi una legge nei confronti degli altri, piuttosto che riceverla dalla natura o da un’autorità esteriore”.

La  sussidiarietà richiede un sapiente equilibrio per evitare due rischi:

  1. Una frammentazione dispersiva, per cui ogni comunità agisce isolatamente.
  2. Una centralizzazione eccessiva, che rivendica la competenza statale su ogni aspetto della vita sociale.

Qui si inserisce il principio di esatto adeguamento, teorizzato da Denis de Rougemont e G.M. Héraud: ogni comunità deve avere risorse e competenze proporzionate ai propri compiti. Dunque:

  • Le comunità locali devono essere messe nelle condizioni di svolgere pienamente le loro funzioni.
  • Lo Stato o le autorità superiori devono intervenire solo quando necessario, evitando di soffocare le autonomie inferiori.

L’esatto adeguamento mira al non facile equilibrio tra efficienza e autonomia.

In Italia, l’autonomia differenziata rappresenta una delle sfide attuali. Prevista dall’articolo 116 della Costituzione, essa riconosce alle Regioni la possibilità di ottenere forme particolari di autonomia per valorizzare le proprie specificità.

Tuttavia, le recenti pronunce giudiziarie hanno evidenziato delle criticità:

  • La Corte Costituzionale del 4 dicembre 2024 ha bocciato sette trasferimenti di competenze – tra cui energia e istruzione – poiché richiedono una gestione unitaria a livello nazionale.
  • La Corte di Cassazione, il 12 dicembre 2024, ha autorizzato un referendum abrogativo, aprendo un dibattito fondamentale sul futuro del decentramento amministrativo.

La sfida è garantire un equilibrio tra:

  1. Valorizzare le autonomie regionali, rispettando le specificità territoriali.
  2. Tutelare l’unità nazionale, assicurando uguali diritti e opportunità a tutti i cittadini.

Siamo sulla linea di Maritain e Sturzo che ci ricordano che le autonomie locali non devono mai essere fine a se stesse, ma devono servire il bene comune e rafforzare la coesione sociale.

Il federalismo personalista si propone come una sfida alla possibilità di coniugare sussidiarietà e solidarietà, giacché autonomia e solidarietà sono inseparabili:

  • L’autonomia locale consente alle comunità di valorizzare le proprie risorse.
  • La solidarietà nazionale garantisce che nessuno venga lasciato indietro.

Non si tratta dunque di limitarsi a decentralizzare competenze, ma, pur sapendo che si tratta solo di miglioramenti possibili giacché è illusione il paradiso in terra, ma di promuovere in tutti i modi possibili la cooperazione ben integrata tra i diversi livelli locali, regionali e nazionali.

È stato Giovanni XXIII nella Pacem in terris, a sostenere che questo principio deve ispirare anche le relazioni internazionali, perché in un mondo interdipendente, solo la cooperazione multilivello può risolvere le grandi sfide globali.

I personalisti e federalisti europei sono ancora oggi uno stimolo a superare la democrazia formale, a combattere il disagio di società al contempo individualiste e massificate, a costruire una democrazia sostanziale, che pur concentrandosi sulle leggi migliori possibili, si basi sulla partecipazione attiva di quanti potenziano le loro capacità relazionali e solidali. È un lavoro indispensabile che riguarda tutti noi. Ha scritto J. Daniel: “La democrazia è un regime che incita al vizio, ma ha bisogno della virtù se non vuole perire

C’è bisogna infatti di una continua una rivoluzione culturale e spirituale che rimetta al centro la dignità e la creatività delle persone per creare le condizioni per una società più giusta e solidale. Questo era il federalismo a cui guardavano i personalisti.

Attilio Danese

Nota della redazione:

L’articolo riportato sopra è l’intervento di Attilio Danese letto al Convegno nazionale Annuale di Prospettiva Persona svoltosi mercoledì 18 dicembre 2024 nell’Aula Magna del Conservatorio “G.Braga” a Teramo, organizzato dal Centro di Ricerche Personaliste ETS, patrocinato dal Ministero della Cultura, dalla Provincia di Teramo, dal Comune di Teramo e dalla Fondazione Tercas.

Il tema centrale del convegno è stato appunto il ruolo della sussidiarietà e dell’autonomia differenziata, argomenti di grande attualità, che sono stati trattati con grande competenza e toni pacati, in modo non ideologico.

Sono intervenuti:

  • Prof. Cesare Mirabelli, ex Presidente della Corte Costituzionale;
  • Prof. Flavio Felice (Università degli Studi del Molise), direttore editoriale di Prospettiva Persona;
  • Prof.ssa Francesca Brezzi (Università Roma Tre);
  • Prof. Fabio Angelini (Uni Nettuno Roma).