Il 24 dicembre 2024 Papa Francesco darà inizio al Giubileo, con l’apertura della Porta Santa della basilica
di S. Pietro. Sarà il giubileo della Speranza, indetto con la Bolla Spes non confundit, che segue il
precedente Giubileo straordinario della Misericordia, indetto in occasione del 40° anniversario della
conclusione del Concilio Vaticano II.
Il giubileo si ricollega all’antico giubileo ebraico; nel Levitico 25,8-13, si parla del jobel, il corno di
montone usato per proclamare l’inizio dell’anno sabbatico, anno santo, (che ricorreva ogni 49 anni,
equivalenti al numero simbolico 7 volte 7), durante il quale venivano cancellati i debiti.
Nella chiesa cattolica si basa sulla dottrina delle indulgenze, basata sull’esistenza del purgatorio, regolate
e dispensate dal papa e il termine latino jubilus indicava la felicità per la remissione dei peccati. Già
prima del 1300 erano state concesse indulgenze in circostanze straordinarie; la prima venne concessa da
S. Bernardo ai partecipanti alla seconda crociata (1145/50), a Santiago di Compostela (da Callisto II nel
1122) e in seguito nel 1220 per la traslazione di Thomas Becket.
Altri due pellegrinaggi godevano della stessa concessione: il 1° agosto 2016 alla Porziuncola di Assisi
(Onorio), e alla basilica di Collemaggio per iniziativa di Celestino V (28 e 29 agosto 1294).
Il 22 febbraio 1300 Bonifacio VIII promulgò la Bolla Antiquorum habet, con cui indiceva il primo
solenne giubileo della Cristianità: “…decretiamo che quelli che vorranno partecipar a questa indulgenza
da noi concessa debbano visitare le Basiliche di S. Pietro e S. Paolo per trenta giorni continui o
intercalati ed almeno una volta al giorno se sono romani o quindici giorni nella stessa maniera se sono
pellegrini forestieri. E ciascuno tanto più meriti e tanto più efficacemente consegua l’indulgenza se le
stesse Basiliche più ampiamente e devotamente frequenterà. … In tale occasione le colpe vengono lavate
e a chi si pente viene dato il perdono.” La Bolla stabiliva la celebrazione della ricorrenza ogni cento anni
a Roma. In quella occasione affluirono a Roma numerosi pellegrini (detti romei), di ogni età e provenienti
da diverse parti, molti anche a piedi; fra gli altri Cimabue, Giotto e Casella, musicista fiorentino amico di
Dante.
La ricorrenza centenaria non venne però rispettata, infatti nel 1350 Clemente VI indisse un giubileo come
risposta alle richieste dei fedeli, che invocavano il ritorno del papa a Roma per la difficile situazione che
si era venuta a creare nell’Urbe dopo la “cattività” del pontefice ad Avignone, infatti ai disordini sociali si
erano aggiunte altre calamità: la peste nera e un fortissimo terremoto. Egli promise che sarebbe venuto,
ma in realtà il giubileo si celebrò senza la presenza papale. Durante il giubileo fu stabilito di costruire la
scalinata dell’Ara Coeli da percorrere in ginocchio. Al pellegrinaggio parteciparono Petrarca, Caterina da
Siena, Brigida di Svezia, che dopo la canonizzazione venne considerata protettrice dei pellegrini.
Nel giubileo del 1400 Bonifacio IX aggiunse al percorso penitenziale la basilica di S. Maria Maggiore e
concesse l’indulgenza anche ai fedeli rimasti a casa, a condizione che effettuassero particolari pratiche di
devozione. Nel giubileo successivo, svoltosi durante la peste, fu aggiunta al percorso la basilica di S.
Giovanni; fra i pellegrini ricordiamo S. Rita da Cascia e il Beato Angelico. Nel 1475 Sisto IV (con la
Bolla Ineffabilis Providentia) riduceva la ricorrenza a 25 anni, affinché , data la brevità della vita in quel
tempo, tutti avessero la possibilità di partecipare all’evento. Inoltre fu stabilita la durata di un anno dalla
vigilia di Natale alla vigilia dell’anno successivo. Nel 1500, sotto il pontificato di Alessandro VI (Borgia)
si accentuò l’aspetto economico dell’indulgenza, suscitando grande indignazione tra i fedeli (anche Lutero
fu molto colpito dallo scandalo delle indulgenze). Vi parteciparono Copernico, Michelangelo, Alessandro
Farnese (poi Paolo III). Durante il giubileo del 1600 venne giustiziato Giordano Bruno, condannato per
eresia.
Dalla metà del XVI secolo sorsero le confraternite, la prima delle quali fu fondata da S. Filippo Neri, che
organizzavano l’accoglienza e regolavano l’afflusso dei pellegrini.
Nel 1800 non vi fu il giubileo perché Pio VI era stato fatto prigioniero e portato in Francia da Napoleone;
così pure nel 1850, perché Pio IX si era rifugiato a Gaeta in seguito alla proclamazione della Repubblica
Romana. Il giubileo del 1900, indetto da Leone XIII, venne turbato dalle manifestazioni di gruppi
anticlericali, che proponevano il pellegrinaggio alle “basiliche laiche”: Gianicolo, Campidoglio, Porta Pia
e Pantheon, luoghi simbolo della rivoluzione risorgimentale. Durante il giubileo del 1925 fu proclamato il
dogma dell’Assunzione e furono santificate Teresa del Bambino Gesù e Bernadette Soubirous.
Giovanni Paolo II ha indetto due giubilei: nel 1983, della Redenzione, e nel 2000 il grande giubileo del
Millennio con la Bolla Incarnationis Mysterium, per il rinvigorimento della fede e della testimonianza
dei cristiani. Nella bolla di indizione si legge: “E’ doveroso, in questa speciale circostanza, ritornare con
rinsaldata fedeltà all’insegnamento del Concilio Vaticano II che ha gettato nuova luce sull’impegno missionario della Chiesa dinanzi alle odierne esigenze dell’evangelizzazione. Nel Concilio la Chiesa ha
preso più viva coscienza del proprio mistero e del compito apostolico affidatole dal Signore”.
Il giubileo 2025 è dedicato alla speranza, virtù teologale, intesa come “desiderio e attesa del bene”.
Prendendo le mosse dall’Epistola ai Romani (5,5), il Pontefice auspica che “possa il giubileo essere per
tutti occasione di rianimare la speranza”, che “non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei
nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (rom 5,1 – 2,5). E continua: “la speranza
nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla Croce. .. Lo Spirito
Santo .. irradia nei credenti la luce (che) è fondata sulla certezza della speranza, … la speranza cristiana
non illude e non delude perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci
dall’amore divino”. I pellegrini della speranza sono chiamati a percorrere un cammino penitenziale tra le
Basiliche giubilari perché il cammino è proprio di chi cerca il senso della vita, in attesa della felicità
eterna promessa da Cristo. Nella Bolla Papa Francesco richiama le indulgenze concesse nel secolo XIII,
sopra ricordate; fa riferimento al giubileo del 1300, e ricorda il Concilio di Nicea, di cui ricorrono i 1700
anni, che “ebbe il compito di preservare l’unità (della Chiesa) durante il quale venne formulato il Simbolo
della fede (Credo), a testimonianza che .. tutte le chiese si ritrovavano in comunione e tutti i cristiani
professavano la medesima fede”. Anche adesso tutti i cristiani sono chiamati a riconoscersi tutti nell’unica
fede e a “vivere nell’attesa del ritorno” del Signore e “nella speranza di vivere sempre con Lui”.