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. Dal quartiere di Colleatterrato,  a pochi minuti dal centro, la ridda di criticità supera quelle di altre realtà cittadine, solo considerando l’alto numero di sfollati concentrato per la stragrande maggioranza (per un 75%) in quel sito e per tutta una serie di problematiche irrisolte. “Il quartiere più degradato che ci sia” evidenzia scorato Antonio il fornaio. Malgrado il bel panorama. 

. L’Ufficio Speciale della ricostruzione (Usr), con una sua ordinanza, andrà in soccorso dell’Ater, l’ente oltretutto impegnato in questi mesi nella successione della direttrice Maria Ceci, con tutto il Cda, che ha compiuto il suo mandato di nomina regionale (si fa il nome dell’ex presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura). Si deciderà oggi: “Se il tavolo di coordinamento darà il suo ok, si procederà” precisa Vincenzo Rivera (direttore Usr Abruzzo) ma a quanto pare il sì dovrebbe essere una formalità. All’interno dell’ordinanza si contemplano anche finanziamenti per il conservatorio Braga: “Ci sono pure tanti Piceni che si rivolgono a quest’istituto musicale così importante” ha commentato la notizia l’ascolano e commissario straordinario per la ricostruzione, Guido Castelli, che parla espressamente “di cambio di passo dopo anni di incertezze: stiamo guardando la luce in fondo al tunnel”, chiude soddisfatto. 

. “E’ quasi come l’Irpinia”. Il commento amaro del sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi, è in sintonia, tranne qualche felice eccezione come Montorio, con gli altri colleghi del doppio cratere, interessati dai sismi del 2009 e del 2016, che denunziano ritardi insostenibili nella ricostruzione. Quindici anni di immobilità quasi, di normative ordinarie non funzionali ai casi specifici per via di abusivismi da sanare, di successioni complicate e non convenienti visti i valori ridotti degli immobili, eredi che non si trovano perché sparsi tra Argentina e Australia.  Interessati i comuni dell’entroterra (Colledara, Fano, Castelli, Montorio, Tossicia, Pietracamela, più Penna Sant’Andrea e Arsita, questi ultimi due solo per il 2009) che già vivono l’effetto epocale dello spopolamento in un cocktail micidiale per le relative economie e le stesse sopravvivenze: “Abbiamo bisogno di una ricostruzione più veloce altrimenti è la fine per Castelli” è l’allarme del sindaco della cittadina, Rinaldo Seca. 
Dal quartiere di Colleatterrato,  a pochi minuti dal centro, la ridda di criticità supera quelle di altre realtà cittadine, solo considerando l’alto numero di sfollati concentrato per la stragrande maggioranza (per un 75%) in quel sito e per tutta una serie di problematiche irrisolte. “Il quartiere più degradato che ci sia” evidenzia scorato Antonio il fornaio. Malgrado il bel panorama. 

. Dal quartiere di Colleatterrato,  a pochi minuti dal centro, la ridda di criticità supera quelle di altre realtà cittadine, solo considerando l’alto numero di sfollati concentrato per la stragrande maggioranza (per un 75%) in quel sito e per tutta una serie di problematiche irrisolte. “Il quartiere più degradato che ci sia” evidenzia scorato Antonio il fornaio. Malgrado il bel panorama. Poco spazio per il gioco dei bimbi, tanto che alcune mamme devono pagare per usufruire altri spazi privati; micro criminalità in aumento ed una sola telecamera peraltro girata verso la chiesa (i residenti hanno dovuto appellarsi all’amministrazione comunale per orientarla verso la piazza, peraltro senza numeri civici); rami secchi che cadono; sfalcio dell’erba portato non ad arte; un laghetto considerato una bomba ecologica (al centro di un incendio quest’estate); e per terminare anche l’iter della macroarea molto farraginoso, pertanto le problematiche fanno fatica pure a manifestarsi. Questo il cahiers de doléances dei residenti, sempre al netto di una ricostruzione Ater “che vede riconsegnato – spiega Anna Di Ottavio – un solo edificio su 31 dichiarati inagibili e pure in condizioni non adatte, quando invece l’ente fuori città sta compiendo un buon lavoro”. A Colleatterrato i cantieri sono “prede di cinghiali, serpenti e topi”. 

. Teramo è la provincia che ha fornito il tributo più alto di incidenti sul lavoro in una regione che nel solo 2023 ha fatto registrare 37 morti (13 nel nostro territorio) e 12 mila infortuni (1.300), con un aumento delle malattie professionali del 47%. È la Uil ad affermarlo dinanzi ad una distesa di 158 bare seppur di cartone (il numero dei morti in Abruzzo dalla pandemia in poi, dal ‘20 al ‘24) disseminate lungo Piazza Martiri della Libertà. “Un pugno in un occhio” afferma il segretario nazionale Uil, Emanuele Ronzoni, che dal palco annuncia il prossimo sciopero generale per fine novembre “a causa della politica industriale di questo governo che non ci ascolta: la crisi è dietro l’angolo, Stellantis è solo la punta dell’Iceberg”. L’autunno sarà moto caldo. 

. “Dal sequestro del 28 settembre 2018 nel Gran Sasso sono stati persi 13 miliardi di litri di preziosissima acqua potabile captata nei Laboratori e oggi mandata a scarico (una somma frutto dei 1.920 giorni per gli 80 litri al secondo della sorgente)”. Questo è l’incipit della denuncia di Forum H2O che chiede un approfondimento su tale vulnus. Quantizzando l’eventuale danno economico la cifra arriverebbe “a 13 milioni di euro” fa chiarezza il suo portavoce Augusto De Sanctis, “facendo un primo conto della serva, cioè considerando la tariffa della fascia bassa, con un valore di circa 1 euro al mc: quindi 13 milioni di euro in acqua buttata”.