— È in fase di lancio la ricostruzione pubblica, quella che ha risentito fortemente dei ritardi a differenza di quella privata che da tempo invece va con le vele spiegate a Teramo. “Il 2025 sarà l’anno dei cantieri in città – dichiara il dirigente Usr di Teramo, Piergiorgio Tittarelli – ma già da questo mese e ad ottobre partiranno i primi tre lavori importanti, di cui siamo ente attuatore, come Regina Margherita (dove nascerà una Rsa), asilo nido Gemma Marconi e prefettura. Per poi implementare nella prossima primavera con la presentazione dei progetti esecutivi di altri cantieri (i cui lavori partiranno a settembre ‘25), come per la casa dello sport, l’ex provveditorato di Largo San Matteo, l’edificio Caraciotti di via Nicola Palma e così via”. Prenderanno vita nei prossimi mesi anche i cantieri nelle scuole di San Giuseppe, Savini e Molinari (che verrà abbattuta e ricostruita) e dell’ex collegio Ravasco che farà posto ad un hospice.
— Residenti e commercianti invocano a gran voce “più presenza delle forze dell’ordine in centro città”. Gli ultimi eventi, che hanno visto anche Piazza Martiri della Libertà sede di accadimenti violenti, hanno provocato reazioni sdegnate della comunità. Tra risse, scazzottate e altro, i Teramani chiedono più sicurezza ed una soluzione in stile Piazza Garibaldi dove le misure di bonifica a quanto pare hanno funzionato. Dal Caffè des artistes, il titolare Giulio Mercante desirerebbe “più presenza delle forze dell’ordine nella piazza principale che rappresenta sempre il biglietto da visita della nostra città, dove insistono le attività più importanti, dove le famiglie portano i propri bambini ed i turisti vengono a visitare il duomo. I bar della piazza inoltre sono diventati una location per festeggiare compleanni e tesi di laurea”. Sabato scorso ci fu un fuggi-fuggi generale, con mamme che imbracciavano i piccoli, proprio dai tavoli del bar, ai primi accenni di rissa alle otto di sera coi commercianti che si sono asserragliati nelle attività, come ha raccontato Laura Paolini di Room 116 , visibilmente colpita.
— La città di Teramo s’è stretta commossa attorno alla famiglia del commerciante storico, Dario Sfoglia, titolare del prestigioso marchio Poker, deceduto venerdì scorso all’età di 71 anni. La folla ha partecipato numerosa al suo funerale di ieri mattina al duomo: rilevante la presenza di commercianti e amici per l’estremo saluto. In rappresentanza delle istituzioni c’erano il sindaco Gianguido D’Alberto e il consigliere regionale Giovanni Cavallari, quest’ultimo molto amico dello scomparso. Un disegno delle nipotine Ludovica e Beatrice ha accompagnato l’ultimo viaggio del nonno, molto amato dalla cittadinanza.
— Corre più o meno 14 km al giorno, nel corridoio di casa è addossata al muro a fare esercizi, qualcuno la vede sfrecciare lungo il parco fluviale anche se piove e riesce a dribblare le auto parcheggiate nel suo body da mezzofondista tra le strade della sua città. Gaia Sabbatini, 25 anni, sta meditando il suo rilancio alla grande dopo l’anno difficile, con la mancata qualificazione per le Olimpiadi all’ombra della Tour Eiffel a causa di un virus intestinale che ha pregiudicato le sue prestazioni nelle gare di qualificazione per l’appuntamento parigino: doveva rientrare nelle prime tre posizioni ai campionati nazionali sui 1500 “ma in quel periodo persi 4 chili”. Gaia, dopo aver pure affrontato problematiche personali, ora è determinata a ritornare nel posto che le compete: “Il prossimo obiettivo è quello del 16 settembre, quando tornerò a Roma per cominciare la preparazione invernale, poi seguiranno i raduni in Kenya e in Sudafrica e le prime gare ufficiali indoor che culmineranno nei campionati europei di marzo”. Proseguirà il suo percorso di rinascita a maggio con le gare outdoor e a settembre coi mondiali in Giappone.
— “E’ ora di ripartire, di dare un segnale forte, non solo agli sfollati dei due terremoti ma a tutto il Comune che deve essere ripopolato”. Le parole accorate che vertono sulla “dignità” giungono dal neosindaco di Penna Sant’Andrea, Nicola Salini, che sta lavorando alacremente per definire un percorso di ricostruzione teso a far tornare la sua gente e a rivitalizzare l’intero territorio. La zona rossa, istituita nel 2016 (recante danni anche del 2009), con una chiesa del ‘500 e circa 25 immobili, una delle poche rimaste in provincia di Teramo “è ancora ferma al palo”. La ricostruzione langue e finora solo pochi cantieri (fuori dalla zona rossa) sono operativi nel bordo di circa 380 anime rimaste. In tutto il Comune ci sono ancora 37 famiglie sfollate che usufruiscono del Contributo per l’Autonoma Sistemazione.
— I piccoli e grandi comuni teramani sono in sofferenza per quanto riguarda il Pnrr: i ritardi nei trasferimenti statali provocano alle casse degli enti ammanchi critici “e le stesse imprese –come rimarca Filippo Lucci (Amministratore unico di Cope) – a cascata vanno in crisi perché a loro volta devono pagare personale e materie prime”. Le opere da realizzare sul territorio sono numerose e “un’attenzione particolare deve arrivare dai ministeri: ci sono difficoltà nell’anticipare le somme da parte dei Comuni (con le fatture quietanzate, ndr) e nella stessa rendicontazione (dalla Provincia si addita come responsabile la piattaforma Regis del Mef, ndr). Manca la liquidità negli enti e le banche stesse sono troppo rigide nel concedere il sostegno ai mutui. Le anticipazioni andrebbero rivolte a Cassa Depositi e Prestiti che ha attivato una linea di investimento ma molti non lo sanno, non conoscono questa soluzione”. Mancano pure segretari e tecnici.
— Tra le numerose cause della crisi del turismo nell’entroterra teramano, e più in generale anche lungo la costa, spicca il web, assieme ai social, a tutto quel mondo virtuale che ha sbaragliato le antiche dinamiche fondate su hotel, pensioni, ristoranti, lunghi soggiorni, ecc. Se Daniele Zunica asserisce che da 40 anni non assisteva ad una flessione del genere in questo settore e se le guide turistiche nel capoluogo ammettono un calo del flusso del 40% (ad agosto di meno), e se gli operatori della montagna intonano il De Profundis, buona parte della débacle è da attribuire a quell’internet che da 15 anni sta letteralmente cambiando il volto al settore, facendo emergere pecche laddove non si è operato un rinnovamento: recensioni, web reputation, siti di prenotazione, formule alternative la fanno ormai da padrona.