Gli eventi movimentati di questi tempi riportano alla memoria i giorni lieti di una Parigi anni ’60, affascinante e colta, ospitale e romantica. Quando la giovane collega Nicole, bravissima segretaria di redazione in una importante rivista scientifica, mi introdusse e guidò nel gran mondo della cultura, della moda e dello spettacolo.
Nel famoso Istituto Pasteur intervistai gli studiosi che da poco avevano scoperto il mitico “siero della giovinezza”, allora alla ribalta delle cronache mondiali. In quella stagione, con la mania delle diete, si era fatto strada un ristorante dietetico parigino, novità di forte richiamo, dove prima di sedersi a tavola bisognava sottoporsi a visita medica. Al “referto” dei dietologi seguiva il menu. Poi, il cameriere (non l’infermiere) portava in tavola il pranzo, rigorosamente corrispondente al numero delle calorie che l’ospite poteva ingerire. Ci alzammo da tavola con un leggero appetito. “Continuate così e vedrete il risultato fra un mese” ci incoraggiò uno degli esperti. Ma all’angolo della strada, attratti da una vetrina ricca di golosità, entrammo nella rosticceria per gustare alcune delle golose specialità.
Ben diverso l’incontro con Yves Saint-Laurent, erede del mitico Christian Dior. Da solo il successore del famoso stilista non sapeva cucire neppure un bottone, ma il maestro gli aveva trasmesso nelle sue mani una “magia” che trasformava i manichini di carta in donne più belle ed eleganti del mondo. Attrattiva e molto allegra la vita notturna di Parigi con quelle luci rutilanti, e di gran moda, delle Folies Bergère e del Moulin Rouge. Belle e spensierate le ragazze parigine, disinvolte ed emancipate più delle coetanee italiane.
Esperienze di un ex giovane provinciale a Parigi, con immagini e ricordi che rendono ancora più tristi e inquietanti strade e quartieri, spesso carichi di tensione, che adesso vediamo in tv.