di Ada Negri.
Cielo di giugno, azzurra giovinezza/
dell’anno; ed allegrezza/
di rondini sfreccianti in folli giri/
nell’aria. Ombre, ombre d’ali/
vedo guizzar sul bianco arroventato/
del muro in fronte: ombre a saetta, nere:/
vive, al mio sguardo, più dell’ali vere./
Traggon dal nulla, scrivono col nulla/
parole d’un linguaggio/
perduto; e le cancellano/
ratte, fuggendo via fra raggio e raggio./
Vita che mi rimani,/
fin che io veder potrò quelle parole/
strane apparire scomparir sul muro/
candente al sole/
(forse un tempo io le dissi a chi m’amava,/
egli le disse a me, bocca su bocca)/
vita che mi rimani, ancor dolcezza/
puoi darmi. Basta/
l’ombra d’un bacio alla memoria, basta/
l’ombra d’un’ala alla felicità.