Nel 2022 a Sulmona è stato istituito il Parco letterario dedicato ad Ovidio, che vi è nato nel 43 a.C, come lo stesso poeta afferma in un distico del IV libro dei Tristia, considerato la sua autobiografia: Sulmo mihi patria est, gelidis uberrimus undis, milia qui novies distat ab Urbe decem. (Mi è patria Sulmona, ricchissima di gelide acque, che dista nove volte dieci miglia da Roma.)
Situata nel cuore dell’Abruzzo, nella valle peligna, sovrastata dalle montagne del Morrone e della Maiella, Sulmona trae la sua etimologia da Sulmonos, Sulmono, compagno di Enea, sfuggito alla distruzione di Troia. Prima oppidum dei Peligni, poi municipio romano, oltre che ad Ovidio ha dato i natali anche ad altri illustri personaggi, tra cui il Papa Innocenzo VII, e ha ospitato per quasi tutta la sua vita l’eremita Pietro Angelerio, divenuto Papa in tarda età col nome di Celestino V, incarico ben presto abbandonato.
Com’è ormai noto, l’istituzione dei parchi letterari, patrocinata dalla società Dante Alighieri, promuove e sponsorizza diverse manifestazioni culturali, dalla valorizzazione di tradizioni locali e di monumenti, alle attività eno-gastronomiche e motorie. Nello specifico, a Sulmona, dai riti della settimana santa, con la “Madonna che scappa in piazza”, al festival musicale Muntagninjazz, dalla Giostra cavalleresca alla Rassegna d’arte contemporanea, dal Sentiero della libertà al Sulmona International Film Festival, dal percorso ciclabile CiclOvidia al Concorso internazionale di canto lirico Maria Caniglia. E poi il Certamen ovidianum organizzato dal locale Liceo classico fin dal 1998, la gara podistica Ovidio running, la pluridecennale produzione di confetti conosciuti a livello internazionale e amati anche da Leopardi, l’eccellenza dell’aglio rosso dalle proprietà antisettiche. A tutto ciò si è aggiunta da alcuni anni la realizzazione di murales ispirati ad opere classiche, soprattutto alle Metamorfosi di Ovidio, miranti alla riqualificazione della periferia e promossi in collaborazione con l’Enel, che ha messo a disposizione le sue cabine.
Il 22 ottobre 2023 (giornata internazionale dei Parchi letterari), è stata indetta una passeggiata a Sulmona alla scoperta dei murales periferici, che è stata anche l’occasione per andare alla ricerca delle testimonianze storiche e letterarie della città, fissando nella memoria e in foto antichi monumenti testimonianza di un passato glorioso italico, romano e medioevale. Il parco offre l’opportunità inoltre di gustare piatti tipici locali innaffiati del buon vinello peligno di ovidiana memoria e addolciti dai confetti di produzione locale.
Così gli antichi ci parlano con voci che si intrecciano a quelle di secoli più vicini a noi fino ad arrivare a quelle contemporanee: i miti di Apollo e Dafne, di Leda e il cigno, di Dedalo e di Narciso dipinti dall’artista Erika Riehle (Torino, 1983) nelle quattro facciate di una cabina dell’ Enel ci raccontano le metamorfosi nel mito ma anche le nostre trasformazioni, quelle cui tutti siamo soggetti nella nostra vita. Così anche la vicenda di Piramo e Tisbe raffigurata su una facciata di una casa diventa emblema dei nostri amori fugaci moderni, come i murales di un’altra cabina in cui l’artista Alleg (Avezzano, 1980) ci ammonisce sul pericolo del cattivo uso degli strumenti tecnologici, attraverso i miti attualizzati di Narciso, Ercole, Prometeo, Giove, personaggi mitologici che insieme a noi moderni diventano vittima di un progresso tentacolare. Le Metamorfosi ovidiane, la principale fonte di ispirazione delle opere dipinte, parlano di noi, dei nostri vizi come il narcisismo e delle nostre virtù come la morigeratezza di vita di Filemone e Bauci.
Sembra ricordarcelo anche lo sguardo sornione e distaccato della statua di Ovidio sull’umanità che si affolla sotto i suoi piedi nella centrale piazza XX Settembre, quasi volesse dirci, come nell’opera: Serius aut citius sedem properamus in unam (Presto o tardi ci affrettiamo tutti in un unico luogo). D’altra parte, lo stesso luogo di nascita del poeta è una testimonianza dell’alterna vicenda delle sorti umane, del travaglio delle trasformazioni, dei mutamenti che perfino gli stili dei monumenti hanno subito dopo i terremoti distruttivi di metà Quattrocento e del Settecento: la Cattedrale di S.Panfilo, il Complesso della SS.Annunziata, la Chiesa di S.Francesco della scarpa, per citarne solo alcuni dei più noti.
Una visita al Santuario di Ercole Curino, poco distante da Sulmona, chiude adeguatamente il cerchio ovidiano, considerando che lì viene collocata la cosiddetta “Villa di Ovidio” dall’opinione corrente, ipotesi però smentita dagli studi storico-archeologici. Si tratta di un sito che presenta reperti collocabili tra il VII sec.a.C. e il II sec d.C. di particolare rilievo per la presenza di un tempio romano dedicato al culto di Ercole, molto diffuso in Abruzzo. Il parco archeologico è dominato dall’eremo di S.Onofrio, collocato sul Morrone a 600 mt. di altezza e detto Celestiniano perché fondato nel 1293 dal frate eremita Pietro Angelerio, il futuro papa Celestino V. L’eremo medievale religioso incombe sul sito romano pagano ma ci dialoga anche, attestando ancora oggi come su luoghi dal culto diverso gli antichi sapessero operare metamorfosi per integrarli. Integrata nel paesaggio verde circostante, a formare una sorta di triangolo con i due siti appena citati, c’è l’Abbazia di S.Spirito al Morrone, fondata nel sec XIII dal medesimo frate eremita Pietro.