Un pizzico di archeologia. In giorni di riordino generale (anche mentale), mi è venuta voglia di risentire i miei 45 giri, che si erano resi latitanti. Ci son voluti due giorni e – dopo faticosa ricerca e con il proposito di chiedere l’ausilio di Federica Sciarelli e della sua meritoria trasmissione – gli oggetti del desiderio si sono materializzati, saltando fuori da un angolo misterioso del guardaroba (la casa nasconde, ma non perde).
Ne propongo alcuni – tra quelli, tanti che ho amato – ai ricordi dei nostalgici (non in “quel” senso!). I 45 fanno parte fortemente della storia di noi che allora eravamo ragazzi; erano sul serio oggetto di desiderio, dal momento in cui non avevamo a portata di mano tutta la musica disponibile oggi, né avevamo in tasca (quasi mai) le settecento lire necessarie per l’acquisto. La rivoluzione avvenne al principio degli anni sessanta, allorché iniziò un progressivo miglioramento della situazione economica e quando – dal punto di vista artistico – arrivarono i Beatles.
Ricordo che un mio amico di quei tempi remoti, Nino B., inghiottito da allora dal (presunto) scintillìo della Capitale, mi confidò, con aria da Carboneria, che aveva sentito un nuovo complesso, favoloso: il motivo era Please please me.
Le grandi novità? I Beatles per l’appunto, i film di Sergio Leone e di 007, l’Inghilterra, e ci fermiamo qui. Ma si potrebbe aggiungere tanto. Era la fine della nostra adolescenza.