Sopravvivere ai propri alunni è ingiusto e il dolore che si prova è intimo e profondo.
Di Benedetto è stato detto tutto: provo a dire qualcosa anch’ io. Lo ricordo alunno, al Liceo, serio, bravo, socievole, sagace e puntuale nelle sue argomentazioni, collega e amico, oggi, con una personalità fuori dal comune. Mi piaceva tutto di lui: l’agilità dei suoi giudizi, il fatto di coltivare tanti interessi, alla grande, a cui ci faceva partecipare con grande generosità.
Dopo i suoi interventi, qui, nel salotto, mi fiondavo da lui per dargli il mio entusiastico consenso che lui cercava di spegnere immediatamente con una battuta che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto frenare il mio slancio: un esempio di grande umiltà. Ricordo l’ ultima serata conviviale, quando con Margherita ha dato luogo ad un siparietto esilarante, in cui è riuscito a parlare i dialetti Italiani, passando dall’uno all’ altro con una perizia degna di un grande attore.
Partecipo al dolore di Lucia, sua intelligente e fedele compagna, di tutti gli amici del salotto e ringrazio Dio per avercelo donato.
Antonietta Scuccimarra