Sarà difficile immaginare Teramo senza Benedetto. Lo incontravo dappertutto, ci salutavamo, lui con l’inconfondibile sorriso e qualche battuta delle sue. “Ecco la terza A” se mi vedeva in compagnia delle mie ex compagne di liceo, o “Che hai intenzione di leggere?” se si accorgeva della busta di una libreria che avevo in mano. E poi le sue letture al Salotto, il suo amore per la musica, per il cinema, per ogni forma d’arte, amore che riusciva a trasmettere a chi lo ascoltava. Aveva un qualcosa in più, sia che parlasse di letteratura sia che svelasse i suoi segreti culinari (l’ultima dritta che mi ha dato è come rosolare nel vino il guanciale per la carbonara). Era, ma, direi, è, una di quelle persone che ti rimangono dentro con la loro innata simpatia, con il garbo di porsi nei confronti degli altri, mai sopra le righe e sempre pronta all’ascolto. Ciao, Benedetto!