Caro professor Di Curzio

Sono passati pochi giorni da quando ci ha fatto questo scherzetto. Lei che con la sua spontaneità ha accompagnato me e la nostra classe per un anno e mezzo, perché il Covid ci ha bloccato, e quegli arnesi maledetti non aveva intenzione di adoperarli, se non per scrivere l’argomento del giorno.

Le sue lezioni andavano ben oltre l’aspetto scolastico, perché con il suo modo di fare, oltre a rendere tutto più leggero, è stato come un faro per tutti noi.

Ha portato avanti generazioni di studenti, e tutto l’affetto e la passione che ha impiegato nel fare il suo lavoro, è stato dimostrato giovedì scorso, con una folla che tra amici di una vita, colleghi e alunni è venuta a darle un saluto, e, nonostante il dolore che ci accomunava, la vogliamo ricordare con un sorriso, e con la consapevolezza che qualcosa di lei ci sia ancora tra noi.

Non dimenticheremo mai ogni volta che la incontravamo quegli abbracci profondi, quelle pacche sulla testa, e quella premura vera di un nonno che, quando ti vede un po’ sciupato, ti chiede se hai mangiato Proprio lei amante del buon cibo, de lu timball, e delle scrippelle mbuss, e sempre ci indicava posti da provare nel teramano e non.

Lei che il sabato ordinava un polletto da asporto bello ruspante, ovviamente con le patate arrosto.

Oltre la buona cucina, è stato un grande amante del cinema; infatti, possiamo solo ringraziarla per quelle belle chiacchierate cinefile sui film che avevamo visto ultimamente.

Tant’è vero che spesso ci chiamava “Nani Moretti”, come il regista e attore pluripremiato, e forse nani anche per la stazza infantile.

Per non parlare della buona musica, sulla quale esternava dei commenti sì pungenti, ma carichi di una genuinità estrema, come quando parlava di come fosse stonato Pavarotti, o altre asserzioni che ci davano sempre la sensazione di come non nascondesse mai le sue emozioni e le sue sensazioni, era così sia nella vita lavorativa che in quella privata.

Nonostante abbiamo imparato a conoscerla per la maggior parte in un ambiente “formale”, come quello di un Liceo, anche quel poco che abbiamo compreso, ci è bastato per non dimenticarla mai.

La vogliamo ricordare con una cosa che dobbiamo confessare aver riusato spesse volte, e che è stato un mantra per tutto il periodo che ho passato al Classico: “Lu latin e lu grec, dopo averlo studiato, pur lu sug lu fi che nu spirit divers”.

Buon viaggio, e dovunque andrà porterà il suo spirito e la sua personalità

Semplicemente grazie

Lenny & i Nani Moretti

Leonardo, Giampaolo e VC a.s.2019-2020