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. La Asl di Teramo ha stipulato contratti per più di 17 milioni di euro che riguardano prevalentemente la realizzazione di sette case di comunità e di due ospedali di comunità, i cui lavori potranno partire a breve. La medicina del territorio sta prendendo piede e si propone di venire in soccorso di quelle attività che attualmente mostrano in un certo affanno, come pronto soccorso, gli stessi ricoveri e l’attività diagnostica, inseguendo le volontà del decreto ministeriale 77 che rappresenta per gli addetti ai lavori un’opportunità ma, soprattutto, una vera rivoluzione. Tra gli obiettivi strategici del decreto: migliorare accesso, qualità, efficienza e sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. Tutto ciò, con un forte impatto anche sulla diffusione della Telemedicina.   

. Nell’adozione Strumenti di programmazione 2024-2026, il librone della Asl in cui si cerca di dare una linea alle prossime azioni sanitarie, quelli degli eventi sentinella (cioè di quei fatti di particolare gravità che possono comportare morte o danno grave verso gli assistiti) preoccupano il vertice di Circonvallazione Ragusa che sta già adottando piani di miglioramento. La stessa Asl riferisce nel suo documento di programmazione che “per il triennio 2021-2023 (Giugno) sono stati segnalati al Rischio clinico 15 eventi sentinella: 4 nel 2021, 8 nel 2022 e 3 alla data del 30 Giugno per il 2023”. Per disposizioni ministeriali, il loro verificarsi provoca immediatamente l’avvio di un’indagine diretta utile ad accertare se vi possono essere situazioni e condizioni correggibili o risolvibili per evitare che l’evento possa ripetersi. 

. Il comitato pro Mazzini gongola, e assieme a lui la stragrande maggioranza dei commercianti teramani, sulla piega che sta prendendo la vicenda della location del nuovo ospedale: “Siamo felici – scrive il portavoce Domenico Bucciarelli – insieme a tutta la città, che la situazione al momento sembra radicalmente cambiata, con un consenso quasi unanime sulla localizzazione presso l’esistente ospedale, area destinata a servizi sanitari, ecologicamente adatta, dotata di infrastrutture, localizzata vicino al centro storico e dal costo di realizzazione nettamente inferiore rispetto all’ipotesi di Piano D’Accio”.  
Il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, nella sua risposta al presidente Marsilio, è netto, non apre a dubbi interpretativi: “Se la giunta regionale vuole fare il nuovo ospedale a Villa Mosca, così com’è stato indicato – ha spiegato ieri mattina in conferenza stampa, assieme ai consiglieri Pepe e Mariani – non ha bisogno di nessun atto, basta solo che presenti un permesso a costruire verso un’area che ha già destinazione sanitaria. Lo può fare già da domani, invece si sono avvitati in una contraddizione politica: stanno facendo perder tempo perché non hanno i soldi”. Difatti eventualmente solo per Piano d’Accio sarebbe servito un passaggio in consiglio comunale per un cambio urbanistico di destinazione.   

. Benefattrice teramana dona 200 ettari di terreno per un progetto nelle Marche. In un primo momento era intenzionata a riversarlo in Abruzzo, quantomeno nella sua provincia, “ma le istituzioni qui – ha spiegato il suo procuratore Leonardo D’Ippolito – in questo caso si sono manifestate latitanti”. La signora, nata nelle Marche ma da più di 50 anni residente nel capoluogo aprutino, dove è sposata con un teramano, possiede un vasto territorio nei pressi di San Severino Marche: “Era intenzionata a vendere i suoi possedimenti perché del progetto ne beneficiasse il suo territorio”. 

. Proseguono in maniera molto preoccupante le aggressioni nei confronti di operatori sanitari nei quattro presidi provinciali della Asl. Presi di mira soprattutto pronto soccorso e ambulatori. La Fp Cgil denuncia l’ultima vicenda in ordine di tempo che si è verificata a Sant’Omero dove un paziente, evidentemente già in stato di alterazione, si è presentato al pronto soccorso e ha sfilato una forbice ad un operatore sanitario puntandogliela al collo. Il sindacato chiede più presenza di vigilantes e forze dell’ordine. – I punti più critici sono diventati Atri e Giulianova, oltre che Teramo: ma la città ducale ora vanta la maglia nera – fa sapere Mauro Pettinaro della Fp Cgil – ultimamente ha superato per pericolosità e numero di eventi gli altri pronto soccorso, dal momento che molti pescaresi, visto il numeroso afflusso in riva all’Adriatico, si rivolgono al vicino centro sanitario teramano. Una situazione peggiore di Giulianova, cui è stato tolto lo scettro della pericolosità, dove si sono registrati nel recente passato problemi soprattutto con persone di etnia Rom”.   

. “Tante sono state le firme raccolte per perorare la causa del salario minimo”. Il tono trionfalistico di Pina Ciammariconi, esponente dei 5 Stelle in città, fa il paio col numero dei Teramani che si sono fermati al suo banchetto. Tanti tra cui anche il primo cittadino, Gianguido D’Alberto, che non ha fatto mancare la sua firma e che ha parlato di “ridare dignità al lavoratore”. Tuttiad informarsi su di un argomento che però viene criticato dagli stessi industriali. Sarà uno degli assi portanti della prossima elezione regionale e i primi confronti politici si stanno già anticipando roventi. “Il salario minimo già esiste – debutta infatti il presidente di Confindustria Teramo, Lorenzo Dattoli – dal momento che abbiamo il Contratto collettivo Nazionale del lavoro (Ccnl), che è per sua natura come tanti piccoli salari minimi”. Difatti s’intendono contratti di lavoro stipulati dalle organizzazioni rappresentanti gli interessi dei datori di lavoro e dalle associazioni rappresentanti i lavoratori, diverse a seconda della categoria. “Questi vanno sulla base di inquadramento e se lo paragoniamo al reddito di cittadinanza sbagliamo perché vanno letti in base al proprio operato, con tutto il rispetto c’è sempre differenza tra quello di un centralinista e di un ingegnere”. Certo, esistono poi i contratti cosiddetti pirata, tra cui i contratti di lavoro stabiliti da alcuni sindacati senza scrupoli “ma in fondo ammettere il salario minimo è come negare l’esistenza dei Ccnl” chiude Dattoli che definisce anche l’attuale momento dell’industria teramana: “Stiamo respirando aria migliore, ora c’è più ottimismo tra gli imprenditori per il momento economico della nostra provincia”. 

. “Non si può morire sul lavoro” è la denuncia accorata della segretaria Fiom, Natascia Innamorati. “Nell’anno 2022, le morti sul lavoro in Abruzzo sono raddoppiate rispetto all’anno precedente, e solo nella nostra provincia contiamo 7 morti. Questo è inaccettabile”. Se non c’è verso di cambiare trend, se puntualmente morti ed infortuni si ripetono costantemente, “malgrado almeno apparentemente in azienda in materia di sicurezza si rispettino tutti i crismi, allora – come dichiara il responsabile Cisl Teramo, Fabio Benintendi – c’è solo da fare autocritica: il mio appello riguarda anche la concretezza poiché di sicuro stiamo tutti sbagliando qualcosa. Chi dice che ha fatto il proprio dovere non si rende conto che ciò non basta più”.

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