Persecuzioni e torture in Cina: non sono solo pratiche d’altri tempi

Nel 2006 in Cina è stato creato il “Comitato per indagare sulla Persecuzione del Falun Gong” per chiedere al regime comunista cinese di consentire una indagine indipendente sulla Falun Dafa, detta anche Falun Gong. Si tratta di un’antica pratica radicata nella cultura tradizionale, che vuole agire su mente, corpo e spirito. Insegna a seguire i principi
universali di Verità, Compassione e Tolleranza, principi morali e spirituali condivisi da adepti che s’impegnano a praticarli nella vita di tutti i giorni. La Falun Dafa si può conoscere attraverso il libro Zhuan Falun (‘ Girare la ruota della legge’), tradotto in una trentina di lingue. Il ‘Maestro’ Li Hongzhi ha reso pubblica questa pratica nel 1992 e attraverso il passaparola l’ha diffusa presso persone di ogni età e in più di 100 paesi. Si calcola che siano state raggiunte 100 milioni di persone.

Come in simili pratiche orientali, la Falun Dafa insegna 5 esercizi che favorirebbero l’apertura dei canali di energia del corpo per una immediata circolazione sanguigna diretta a purificare, liberare dallo stress, rafforzare la pace interiore. I movimenti suggeriti sono semplici da praticare da soli oppure in gruppo, in determinati momenti della giornata liberamente scelti. Gli effetti e la facilità dei movimenti distinguerebbero questa pratica dal Tai Chi e dallo Yoga. In Italia si possono trovare ‘volontari’ da Udine a Bari, come anche nelle altre principali città. La pratica ha ottenuto numerosi riconoscimenti e onorificenze, fino a quando nel 1999 la Cina ha dato il via ad una capillare persecuzione: il leader Jiang Zemin ha promesso di
‘sradicare’ il Falun Gong in 3 mesi’. Gli adepti attribuiscono questa decisione alla gelosia di potere e di popolarità da parte di Jiang, data l’adesione di molti membri del partito comunista e anche perché i valori della tolleranza sarebbero stati considerati dal regime non compatibili con una ideologia basata sulla lotta.

È iniziata così la diffamazione sistematica, la destabilizzazione economica e la persecuzione fisica attraverso un corpo speciale di polizia (‘Ufficio 6-10’) a cui è stato dato potere extra vincoli costituzionali. Gli adepti denunciano: lavaggio del cervello,
alimentazione forzata, torture, abusi psichiatrici e sessuali, aborti forzati, prigioni e campi di lavoro forzato. Ciò che fa inorridire è che le denunce comprendono la pratica del mercato degli organi – notoriamente molto redditizio – prelevati forzatamente su persone ancora in vita, poi cremate. Naturalmente non abbiamo fonti istituzionali, se non quelle
degli stessi adepti, che denunciano la scomparsa di 3.600 persone e la tortura di 44.000. Le denunce di genocidio e crimini contro l’umanità sono partite da 15 paesi.

Noi del Centro Personalista di Teramo abbiamo incontrato un gruppo consistente di adepti cinesi in ginocchio, vestiti di giallo, che martedì 27 Giugno dimostravano davanti al Parlamento europeo con cartelli, esercizi fisici, depliants, incontri personalizzati, raccolta di firme… Difficile fare qualcosa contro queste pratiche disumane, se non contribuire a farle
conoscere attraverso la stampa e firmando fogli di protesta.

Giulia Paola Di Nicola e Sonia Santucci