Acquerello chiaramente ispirato a magie maghi maghetti e al famosissimo Harry Potter nella sua magica ricerca della Pietra Filosofale. La pietra filosofale o pietra dei filosofi (in latino: lapis philosophorum) è, per eccellenza, la sostanza catalizzatrice simbolo dell’alchimia, capace di risanare la corruzione della materia ( Wik. ).
Anche se molti la consideravano una forma di magia, se non pura ciarlataneria, nel XVI e XVII secolo l’alchimia attrasse scienziati importanti come Newton e portò a ricerche che spianarono la strada alla chimica moderna. Tutta la natura, secondo il platonismo, essendo vitalizzata dalle Idee, risultava intimamente popolata da energie e forze arcane, celate nell’oscurità della materia, che era compito del filosofo risvegliare. Il dualismo tra spirito e materia si rifletteva nella corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo, tra l’officina esteriore e il laboratorio interiore, dando luogo ad un’analogia recondita tra la possibilità di un’evoluzione personale dell’alchimista, e la convinzione che tutti i metalli presenti nelle viscere della terra fossero destinati a ridiventare oro. Parlando di ricerche, mi piace citare ricerche personaliste nelle persone di Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola, saggisti docenti filosofi e fondatori anche della rivista trimestrale Prospettiva Persona in cui sono trattati studi sul personalismo a livello internazionale.
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